Giacomo Amadori per “la Verità”
Il prossimo consiglio nazionale di Magistratura democratica si annuncia davvero caldo.
Il 13 giugno l' ordine del giorno prevede ampio dibattito sulle chat con il pm indagato Luca Palamara che coinvolgono esponenti del gruppo, a partire dal consigliere del Csm Giuseppe Cascini. Ma saranno sotto osservazione anche altre conversazioni con magistrati di punta dell' area progressista come il procuratore di Milano Francesco Greco, il procuratore generale di Caltanissetta Lia Sava, gli ex consiglieri del Csm Nicola Clivio e Valerio Fracassi.
nicola clivio luca palamara giuseppe cascini
Comunque si può già scommettere che il più sotto pressione sarà Cascini che non solo è diventato procuratore aggiunto di Roma grazie all' intervento a gamba tesa di Palamara, ma che lo ha anche ringraziato per il sostegno dato al fratello Francesco, oggi pm a Roma; senza dimenticare che si è pure rivolto al pm indagato per procacciare al figlio un biglietto gratuito in Tribuna autorità per una partita di Champions League. Cascini da qualche giorno tace nonostante il fuoco amico che lo sta bersagliando. Forse le bordate più pesanti gli sono arrivate dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris, pure lui in passato toga di Md: «Su Cascini e Palamara (quando in tandem guidavano l' Anm, ndr) potrei scrivere un libro per quello che ho visto con i miei occhi nel 2007/2008.
Era una coppia vincente per fermare i magistrati onesti che indagavano sul sistema. [] Quando Cascini dice "abbiamo difeso l' indipendenza dei magistrati" dice una cosa falsa e io sono testimone». Caso Cascini a parte, nelle discussioni sulla chat dell' Associazione nazionale magistrati si assiste a pubbliche abiure, ma anche a veloci autoassoluzioni. Indicativo il caso di Tiziana Orrù, presidente della sezione lavoro del Tribunale di Roma ed esponente di Md che ha scritto: «La questione morale-etica, ma anche solo estetica deve essere oggi al primo posto di ogni discussione.
LUIGI DE MAGISTRIS SAN GENNARO
Tranne i pochi qui presenti non correntizzati, nessuno è assolto, non lo è chi negli anni ha sfruttato il sistema, ma neppure quelli che lo hanno solo osservato». Dopo questo inizio promettente, la toga fa retromarcia e va all' attacco dei colleghi delle altre correnti coinvolti nella prima tranche dello scandalo Csm: «Ma non confondiamo la questione morale con quella penale. All' hotel Champagne si consumavano reati, non semplici accordi sulla scelta dei dirigenti degli uffici. () Le pubblicazioni delle chat altro non sono che il fumo per consentire di urlare tutto il marciume del correntismo sperando che entri tutto nello stesso calderone.
luca palamara luca lotti giuseppe cascini luca palamara
Da tutto questo io mi assolvo perché ne sono estranea». La Orrù ha ritirato fuori uno degli argomenti più utilizzati dai giudici di sinistra: allo Champagne c' erano loschi maneggi con due esponenti politici (Cosimo Ferri e Luca Lotti, allora entrambi del Pd), mentre nelle chat assistiamo a pratiche clientelari biasimevoli, ma che non costituiscono reato. Una filippica accalorata che però non ha convinto molti colleghi. Per esempio Giancarlo Cirielli, pm della Capitale e iscritto di Magistratura indipendente (la corrente moderata), le ha risposto ironicamente: «Cara Tiziana il fatto che "all' hotel Champagne si consumavano reati non semplici accordi sulla scelta dei dirigenti degli uffici" e che risulti per quei fatti un procedimento penale a carico di noti presso la Procura di Perugia è una notizia inedita della quale, per quanto mi consta, riferisci tu sola».
GIOVANNI LEGNINI LUCA PALAMARA
Ha ragione Cirielli: per i comportamenti dell' hotel Champagne non risultano pendenti procedimenti penali e le ipotesi più gravi di corruzione nei confronti di Palamara sono cadute. Per questo il magistrato si fa sotto: «Delle due l' una. O tu hai notizie privilegiate sulle indagini di Perugia [] oppure il tuo è un espediente per graduare la gravità dei fatti dell' hotel Champagne, rispetto ad altri fatti, secondo il tuo giudizio, meno gravi, che sono emersi in queste ultime settimane».
Il sostituto procuratore, a questo punto, prova a smascherare la collega (e con lei molti di coloro che ripetono il suo stesso mantra): «Se il tuo espediente del distinguo serve a giustificare e a sminuire le condotte diffuse di malcostume nell' attribuzione degli incarichi direttivi, non riesco in alcun modo a condividere la tua idea. Se poi il giustificare e lo sminuire quelle condotte di malcostume è finalizzato alla tutela di un singolo gruppo, autoproclamato immune da quei fatti, condivido ancora meno».
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Ma Cirielli ignora un fatto davvero curioso. Il 21 settembre 2017 la Orrù è stata candidata presidente della sezione lavoro del Tribunale di Roma dalla quinta commissione (quella degli incarichi direttivi e semidirettivi) e ha incassato cinque voti contro uno (assegnato ad Alessandro Nunziata di Mi). I due commissari di Unicost sostennero la Orrù, mentre quello di Mi votò il proprio candidato. Ovviamente le due preferenze del gruppo guidato da Palamara spostarono gli equilibri. Al punto che lo stesso giorno, Glauco Zaccardi, storico dirigente di Md, giudice del lavoro di Roma e attuale capo dell' ufficio legislativo Finanze del ministero dell' Economia, non si trattenne e inviò un messaggio a Palamara: «Grazie per Tiziana Orrù». Siamo abbastanza sicuri che lo abbia spedito all' insaputa della compagna di corrente.