IN TOSCANA E’ BATTAGLIA TRA 13 "ARISTO-CAZZARI" SULL’EREDITÀ DA 32 MILIONI DELLA MARCHESA DONELLA TORRIGIANI, SCOMPARSA NEL 2021 A 97 ANNI - LEI E IL MARITO NON AVEVANO AVUTO FIGLI E ORA I PARENTI DI QUINTO GRADO RECLAMANO IL TESORO, SOLO CHE I TESTAMENTI SI CONTRADDICONO: NEL 2019 GLI SCRITTI OLOGRAFI HANNO CAMBIATO LE DISPOSIZIONI PRECEDENTI DEL 2004 - QUALCUNO HA INFLUENZATO L’ANZIANA A CAMBIARE LE SUE VOLONTÀ? IL PATRIMONIO ORA E’ CONGELATO, IL CASO POTREBBE FINIRE IN TRIBUNALE…

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Estratto dell'articolo di Ilaria Ulivelli per lanazione.it

 

DONELLA TORRIGIANI

Pecunia non olet. Il denaro evidentemente non puzza neppure per una generosa porzione di nobiltà fiorentina, pronta a darsi battaglia in tribunale per ricevere l’eredità della Marchesa Torrigiani, scomparsa nel 2021 sulla soglia dei novantasette anni. Il prestigioso palazzo di famiglia sarebbe dovuto andare alla Fondazione Migliore Torrigiani (padre della marchesa) e i proventi degli affitti alla Misericordia di Firenze per aiutare gli anziani. Poi tutto è cambiato.

 

Il marito Giorgio Torelli, alla sua morte aveva lasciato l’intero patrimonio alla moglie Donella. I due non avevano avuto figli, dunque al momento della successione della marchesa si è scatenato il finimondo.

 

Nella dinasty dell’aristocrazia fiorentina ci sono varie famiglie e singoli soggetti, tutti parenti di quinto grado di sangue blu, a reclamare il cospicuo patrimonio liquido della marchesa che, negli anni, con investimenti finanziari centrati è cresciuto a vista d’occhio, raggiungendo la ragguardevole cifra di 32 milioni. Al momento congelata dal tribunale perché nell’ultimo testamento la donna non ne fa menzione.

 

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ALBERO GENEALOGICO TORRIGIANI

Ma resta il giallo dei testamenti che – a distanza di 15 anni, dal 2004 al 2019 – si contraddicono. Con il timore che qualcuno, nel 2019, quando sono stati scritti gli ultimi due (il 3 luglio e l’8 ottobre), possa in qualche modo avere influenzato l’anziana a cambiare le sue volontà. Nel testamento del 2004 il patrimonio mobiliare sarebbe dovuto andare ai nipoti di Giorgio Torelli Roberto, Carlo Lombardi e al parente avvocato Ludovico Pecoraro Ricci Armani, mentre nel nuovo, del 2019, non c’è alcuna disposizione al riguardo dell’attribuzione del patrimonio liquido per questo conteso dai parenti di sangue blu.

 

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Cosa succede in questo testamento? Che le estreme volontà della marchesa vengono ribaltate rispetto a quelle raccolte nel 2004, quando la signora aveva 80 anni.

 

EREDITA TORRIGIANI

Il prestigioso Palazzo Torrigiani di piazza de’Mozzi all’angolo con l’omonimo lungarno, di là dal Ponte alle Grazie, viene lasciato – contrariamente a quanto disposto dalla marchesa quindici anni prima – ai marchesi Alessandra e Alessandro Torrigiani Malaspina, il cui bisnonno era nonno di Donella. Nel precedente testamento, infatti, pubblicato il 29 aprile 2021 dal notaio Michele Santoro, risalente al 21 novembre 2004, la marchesa aveva disposto che la proprietà del palazzo Torrigiani (ad esclusione dell’arredamento) fosse attribuita alla Fondazione Migliore Torrigiani, il cui statuto era stato depositato nei minimi dettagli dallo stesso notaio Rogantini Picco il 22 febbraio 2006.

 

EREDITA TORRIGIANI 13

Nelle volontà della marchesa e del marito Giorgio il palazzo sarebbe dovuto entrare nella proprietà della Fondazione per onorare la memoria del padre Migliore Torrigiani e i proventi dell’affitto del palazzo sarebbero dovuti andare alla Confraternita della Misericordia di Firenze per sostenerne l’attività assistenziale e in particolare a favore delle persone anziane.

 

 

Donella ha cambiato idea all’ultimo momento? Non ha voluto più la Fondazione da lei pensata e organizzata nei dettagli, con uno statuto che prevedeva un comitato d’onore composto dal "vescovo di Firenze o da persona da lui designata che fungerà da presidente", dal provveditore della Misericordia di Firenze, dal prefetto di Firenze o da persona da lui nominata. Il comitato avrebbe dovuto esercitare il controllo della gestione della Fondazione. Previsti anche un consiglio d’amministrazione o l’amministratore unico e il collegio dei revisori. Non è scontata ma probabile la battaglia legale.

PALAZZO TORRIGIANI 1