LA TRATTATIVA STATO-MUSK – L’AFFARE STARLINK ERA PRONTO PER PARTIRE ENTRO TRE MESI: IL GOVERNO AVREBBE SGANCIATO 1,5 MILIARDI IN 5 ANNI ALLA SOCIETÀ DI ELON IN CAMBIO DI UNA PARTNERSHIP PER “PROTEGGERE” LE COMUNICAZIONI DI AMBASCIATE E CONSOLATI E CONNETTERE LE AREE REMOTE DEL PAESE – I REPORT PASSATI DALL’UFFICIALE DELLA MARINA, ANTONIO ANGELO MASALA, AL BRACCIO DESTRO DI MUSK IN ITALIA, ANDREA STROPPA, SAREBBERO QUATTRO: UNO DELLA FARNESINA, GLI ALTRI TRE DEL MINISTERO DELLA DIFESA. AL LORO INTERNO, ERANO ELENCATI I PACCHETTI IP, LE CHIAVI DA INTEGRARE AL SISTEMA AMERICANO E GLI "HTTP" DA METTERE A REGIME...
-1. STARLINK, ECCO I 4 REPORT INOLTRATI ALL’UOMO DI MUSK
Estratto dell’articolo di Vincenzo Bisbiglia per “il Fatto quotidiano”
Sono quattro i documenti “riservati” – uno del ministero degli Esteri e tre del ministero della Difesa – che l’ufficiale della Marina militare, Antonio Angelo Masala, ha girato durante l’estate ad Andrea Stroppa, 30enne informatico referente in Italia del magnate Elon Musk, a margine di una serie di riunioni in corso presso il VI Reparto dello Stato Maggiore di Difesa sulla dotazione da parte del governo italiano della tecnologia Starlink, la connessione satellitare esclusiva della società americana SpaceX.
Masala e Stroppa, insieme all’ormai ex rappresentante legale di Olidata Spa, Cristiano Rufini, sono indagati per corruzione nell’ambito di una più ampia inchiesta della Procura di Roma relativa a un presunto giro di mazzette in capo ai vertici della partecipata statale Sogei Spa.
Secondo i pm (l’aggiunto Giuseppe Cascini e il sostituto procuratore, Lorenzo Del Giudice), in cambio di quelle informazioni, Masala e Rufini avrebbero potuto ottenere “ulteriori contratti di partnership” per Olidata, di cui la moglie di Masala deteneva il 60% delle azioni.
Il Fatto è ora in grado di raccontare il contenuto di quei documenti e, in particolare, di quello inoltrato al giovane informatico il 29 agosto, oggetto dell’indagine. Intanto si tratta di un report propedeutico, molto dettagliato, una sorta di bozza rispetto a una relazione definitiva che entro la metà di settembre sarebbe dovuta finire a Palazzo Chigi.
Un documento tecnico condiviso tra Difesa, Farnesina e Intelligence che avrebbe permesso di gettare le basi per far funzionare anche in Italia il sistema satellitare Starlink per proteggere le comunicazioni di ambasciate e consolati e permettere la connessione alle aree più remote in Italia.
Nel documento, su cui i finanzieri del Nucleo Pef di Roma hanno messo le mani, sono elencati i pacchetti Ip (internet protocol) da mettere a disposizione per far funzionare la ground station (le stazioni satellitari a terra), le chiavi da integrare al sistema adottato dagli americani e quanti e quali “http” (hypertext transfer protocol) mettere a regime.
L’altro punto chiave […] riguarda le aree da proteggere o comunque da connettere. Tre regioni italiane (Basilicata, Calabria e Sicilia) attualmente sprovviste di connessione veloce su tutto il territorio. Ma soprattutto un elenco di ambasciate e consolati, tra cui spiccano Kabul (Afghanistan), Tripoli e Bengasi (Libia).
“Ci sono persone che in quei luoghi rischiano la vita ogni giorno”, spiegano fonti qualificate al Fatto. Le informazioni fornite in anticipo a Stroppa da parte di Masala […] sarebbero dovute dunque essere messe a disposizione di Palazzo Chigi, che poi avrebbe dovuto prendere le proprie decisioni.
La valutazione del progetto Starlink nasce in virtù delle incertezze su Iris2, il progetto europeo voluto dalla Francia: con il fallimento di Iris2, l’Italia sarebbe rimasta senza copertura satellitare. L’offerta sul piatto, spiegano le stesse fonti, era di 1,5 miliardi di euro per 5 anni. […]
2. L’ACCORDO GOVERNO-STARLINK POTEVA PARTIRE IN TRE MESI C’ERA LA DISPONIBILITÀ DEL MEF
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Tre mesi per partire. Il ministero dell’Economia che già aveva espresso una disponibilità a valutare l’offerta. E i ministeri della Difesa e degli Esteri pronti con alcune indicazioni operative per poter utilizzare il sistema di Starlink.
In molti, anche nel governo, sapevano poco o nulla della trattativa in corso tra Palazzo Chigi e la società di Elon Musk […]. È vero, nei mesi scorsi è stato approvato un disegno di legge sullo spazio, ma il testo sembrava prospettare interventi molto più a lungo termine, visto che è ancora atteso in Parlamento.
Invece il dialogo con Musk […] era avviato da mesi, aveva già coinvolto diversi ministeri con i quali si stava discutendo di possibili tempi e dettagli per l’attuazione. Dettagli che interessavano direttamente l’uomo di Musk in Italia, Andrea Stroppa, che lavorava e sperava nella chiusura dell’affare: per questo il militare Angelo Masala si affannava a fornirgli quei dettagli (girandogli anche documenti delle riunioni riservate) nella speranza di far entrare nell’affare da un miliardo e mezzo anche Olidata, la società di cui la moglie aveva quote per tre milioni.
Come detto, il dialogo con Starlink era in stato avanzato. La società di Musk aveva presentato una prima offerta per rispondere a un’esigenza della presidenza del Consiglio: «Una comunicazione satellitare altamente performante». Sul tavolo c’era già (o meglio: c’è sempre) la costellazione europea Iris2, considerata sicura e affidabile da tutti i Paesi della Ue, ma che non sarà pronta prima del 2027.
Allo stesso modo l’ipotesi di una infrastruttura nazionale, che pure era stata valutata, per quanto impegnativa dal punto di vista finanziario (era stato stimato un costo di 1,5 miliardi, la stessa cifra che la società di Musk aveva chiesto per cinque anni di affitto all’Italia) avrebbe comportato tempi troppo lunghi.
E, a credere a quanto sostiene Palazzo Chigi, di tempo non ce n’è troppo. Da qui la necessità di coprire le “zone bianche”, cioè le aree non garantite dal cellulare e dalla fibra ottica. E contestualmente di garantire le comunicazioni nelle aree critiche: in più occasioni negli ultimi anni è accaduto che, per decisioni politiche dei singoli Paesi, siano state interrotte tutte le comunicazioni, comprese quelle con le ambasciate e i nostri addetti militari e dell’intelligence.
Situazioni del genere, hanno fatto notare i nostri esperti di sicurezza, potrebbero ripetersi in più occasioni e per ragioni diverse: un attacco informatico, per esempio, da parte di un Paese straniero. Proprio per questi motivi la Farnesina sta già sperimentando in alcune aree critiche Starlink, per avere una seconda linea di sicurezza.
Musk si era detto pronto a partire […] in un trimestre. Ma prima c’erano da risolvere una serie di problemi posti dalle singole strutture. Il Mef […] aveva chiesto il coinvolgimento di realtà italiane. La Difesa aveva chiesto rassicurazioni sulla sicurezza dei dati.
Mentre dagli Esteri, nel proporre un’intesa anche con il governo statunitense, avevano fatto notare come in alcuni Paesi (Russia, Cina e Iran) la tecnologia di Starlink non sia autorizzata. In calendario c’era una riunione al Comint (il Comitato per le politiche spaziali e aerospaziali) per concordare una posizione in vista dei negoziati con l’azienda. Chissà se con l’inchiesta della procura di Roma i programmi resteranno gli stessi.