TRAVOLSE E UCCISE UN PEDONE: ASSOLTO! - L'INCIDENTE RISALE A 10 ANNI FA: A MONTALTO DI CASTRO UN 44ENNE DI TARQUINIA PERSE IL CONTROLLO DELLA SUA FIAT PUNTO E UCCISE UN 71ENNE DI ORIGINE SENEGALESE, CHE STAVA ATTRAVERSANDO LA STRADA - GLI AVVOCATI DELLA DIFESA:IL PM AVEVA ACCERTATO CHE L’AUTOMOBILISTA PROCEDEVA A UNA VELOCITÀ BEN SUPERIORE A QUELLA CONSENTITA. SI TRATTA DELL’ENNESIMO INCIDENTE MORTALE CAUSATO DA UN’IMPRUDENZA”

-


Clemente Pistilli per www.repubblica.it

 

tribunale 2

Uccidere un pedone non è reato. A distanza di dieci anni dalla tragedia della strada consumatasi a Montalto di Castro, quando un 44enne di Tarquinia travolse e uccise Cheikh Toure, originario del Senegal, il Tribunale di Civitavecchia ha assolto l'automobilista "perché il fatto non costituisce reato".

 

Era la sera del 16 aprile 2012 quando, sulla strada "Della Marina", la vittima venne investita da una Fiat Punto. Il 71enne Cheikh Toure stava attraversando la strada, all’altezza del cavalcavia della linea ferroviaria Roma-Grosseto. Vista l'auto in arrivo alla sua destra, si fermò in prossimità della linea di mezzeria. L'automobilista frenò bruscamente, perse il controllo del mezzo e travolse il pedone, uccidendolo sul colpo.

tribunale 1

 

Il 44enne di Tarquinia è così finito imputato per omicidio colposo e i familiari del 71enne, affidatisi a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella ricostruzione di incidenti stradali mortali e nella tutela dei danneggiati, si sono costituiti parte civile. Il Tribunale ha però assolto l'automobilista.

 

"Pur rispettando ovviamente la decisione del giudice - commenta Paolo Ciceroni, responsabile della sede di Giesse Risarcimento Danni a Roma – la sentenza ci lascia sbigottiti. Si trattava dell’ennesimo incidente mortale causato da un’imprudenza e dal mancato rispetto dei limiti di velocità. Il pubblico ministero aveva accertato che l’automobilista, in orario notturno e in un tratto senza illuminazione pubblica, procedeva a una velocità ben superiore a quella consentita: 71 chilometri orari contro i 50 previsti in quella zona”.

la legge e' uguale per tutti

 

“I familiari, ancora affranti per quanto accaduto – conclude Ciceroni - sono rimasti delusi e non si spiegano l’esito del processo. Il giudice si è preso 90 giorni per le motivazioni. Una volta che le avremo lette, capiremo il perché di questa decisione che purtroppo lascia tanti punti interrogativi”.