TUTTI PER UNO, UNO PER TOTI – IL GOVERNATORE DELLA LIGURIA NON VUOLE DIMETTERSI ED È INTENZIONATO A PARLARE, A DIFFERENZA DI PAOLO SIGNORINI, CHE SI È AVVALSO DELLA FACOLTÀ DI NON RISPONDERE. L’OBIETTIVO DI STAFF E LEGALI È FAR USCIRE  L'EX GIORNALISTA MEDIASET DAI DOMICILIARI IL PRIMA POSSIBILE, PERMETTENDOGLI DI RITROVARE L’AGIBILITÀ POLITICA, E SPIEGARE LE SUE RAGIONI A PM E ELETTORI – IL TEMPO È POCO: LA REGIONE HA IN MANO 11 MILIARDI DEL PNRR E PROGETTI DI INFRASTRUTTURE ENORMI DA PORTARE AVANTI. AL MASSIMO, PUÒ ARRIVARE ALLE EUROPEE…

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1. SIGNORINI SI AVVALE DELLA FACOLTÀ DI NON RISPONDERE

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(ANSA) - L'ex presidente dell'authority portuale e ad (sospeso) di Iren Paolo Emilio Signorini si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia stamani nel carcere di Genova Marassi.

 

"Le carte sono tali che impongono una lettura attenta. Una lettura che non può essere fatta in carcere. Signorini sta abbastanza bene al di là della situazione ha una sua tranquillità. Ha detto solo che, in una seconda fase, potrebbe eventualmente parlare con il pubblico ministero".

 

PAOLO EMILIO SIGNORINI - GIOVANNI TOTI

È quanto ha detto l'avvocato Enrico Scopesi dopo l'interrogatorio di Paolo Emilio Signorini, in carcere da lunedì nell'ambito dell'inchiesta sul comitato d'affari messo in piedi dal governatore Giovanni Toti (ai domiciliari) con alcuni imprenditori liguri. "Signorini ritiene di poter fornire una serie di spiegazioni ma difficilmente lo si può fare in una situazione di carcerazione - continua Scopesi -. Confido che si possa risolvere e affrontare il problema della carcerazione. Perché la priorità è adesso chiarire la misura cautelare, farlo uscire da Marassi. Ha confermato la disponibilità di parlare eventualmente in un secondo momento".

 

paolo emilio signorini

L' ad (sospeso) di Iren è "relativamente tranquillo nel contesto della vicenda alluvionale che gli è capitata e rispetto a dove si trova adesso - ha concluso Scopesi -. Gli atti sono tali e tanti che vanno letti e verificati. È troppo presto. Bisogna interpretarli, ma vale per tutti i casi, e ci sono telefonate di quattro anni fa, estrapolate dai contesti, che vanno valutate".

 

2. IL LEGALE DI SIGNORINI, 'PARLERÀ IN UN ALTRO MOMENTO'

(ANSA) - "Le carte sono tali che impongono una lettura attenta. Una lettura che non può essere fatta in carcere. Signorini sta abbastanza bene al di là della situazione ha una sua tranquillità. Ha detto solo che, in una seconda fase, potrebbe eventualmente parlare con il pubblico ministero".

 

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È quanto ha detto l'avvocato Enrico Scopesi dopo l'interrogatorio di Paolo Emilio Signorini, in carcere da lunedì nell'ambito dell'inchiesta sul comitato d'affari messo in piedi dal governatore Giovanni Toti (ai domiciliari) con alcuni imprenditori liguri.

 

"Signorini ritiene di poter fornire una serie di spiegazioni ma difficilmente lo si può fare in una situazione di carcerazione - continua Scopesi -. Confido che si possa risolvere e affrontare il problema della carcerazione. Perché la priorità è adesso chiarire la misura cautelare, farlo uscire da Marassi. Ha confermato la disponibilità di parlare eventualmente in un secondo momento". L' ad (sospeso) di Iren è "relativamente tranquillo nel contesto della vicenda alluvionale che gli è capitata e rispetto a dove si trova adesso - ha concluso Scopesi -. Gli atti sono tali e tanti che vanno letti e verificati. È troppo presto. Bisogna interpretarli, ma vale per tutti i casi, e ci sono telefonate di quattro anni fa, estrapolate dai contesti, che vanno valutate".

 

siria magri e giovanni toti al matrimonio sallusti groppelli foto sestini e cambi per chi

3. «NON MI DIMETTO, SPIEGHERÒ TUTTO» ORA IL GOVERNATORE CORRE CONTRO IL TEMPO

Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

Guarda che ti legano. Glielo dicevano tutti, perché tutti sapevano quel che stava per arrivare. L’inchiesta era un segreto di Pulcinella. Ancora pochi giorni fa, Giovanni Toti ripeteva la stessa frase ad amici, conoscenti e collaboratori. «Dopo otto anni trascorsi a fare progetti e investimenti, mi stupisco che non sia accaduto prima».

 

[…] Si aspettava che qualcosa potesse accadere. Ma non così. Seppure ai domiciliari, l’arresto ha cambiato tutto. E impone decisioni da prendere, anche con una certa rapidità. «Non ho alcuna intenzione di dimettermi» ha detto ieri al suo avvocato Stefano Savi, che lo è andato a trovare nella sua casa di Ameglia, nello spezzino, che ha preferito come domicilio coatto all’appartamento nel centro di Genova per poter stare con la moglie, che là sta trascorrendo un periodo di convalescenza dopo un brutto infortunio.

 

aldo spinelli

È la scelta più importante, perché destinata a determinare anche la linea difensiva, oltre che importanti conseguenze politiche. «Io sono tranquillo per quel che riguarda il mio operato»[…] «Ma non posso sapere come si muovono tutte le persone che sul territorio vengono accostate al mio nome».

 

[…] la decisione di non fare alcun passo indietro […] viene motivata con la convinzione di poter rispondere a ogni domanda degli inquirenti. «Nel mio operato non c’è stato nulla di illecito» ha detto al suo legale. «Non prendevo tangenti, non ho perseguito alcun interesse privato. Se ci sono stati equivoci, li chiarirò».

 

matteo cozzani giovanni toti

Appena un mese fa, Toti aveva partecipato a una cena di finanziamento delle sue liste a Villa Zerbino, prestigiosa dimora genovese. Seicento invitati, 450 euro a testa. Presenti imprenditori e industriali di chiara fama. È l’esempio che viene citato nelle ultime ore dalle persone a lui vicine, sempre meno, come d’abitudine, per spiegare come tutto avvenisse alla luce del sole, e venisse rendicontato.

 

«Dobbiamo tirarlo fuori» ripetono i collaboratori più fedeli. Toti non vede l’ora di parlare, ed è convinto che l’unico modo per ritrovare l’agibilità politica sia quello di far sentire la propria voce. Non solo ai pubblici ministeri, ma anche al suo elettorato. Per farlo, ha bisogno della revoca degli arresti domiciliari.

 

giovanni toti mangia 11

L’indeterminatezza dei tempi viene ritenuta il principale nemico contro il quale si batte per evitare che il suo nome venga coniugato al passato, come già sta avvenendo all’interno del palazzo della Regione.

 

Con quasi undici miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza da mettere a terra, come si dice in gergo, il Terzo valico, lo scolmatore che metterà in sicurezza Genova, la diga foranea e altre infrastrutture da avviare o completare, l’attesa nei suoi confronti non potrà che essere breve.

 

Al massimo, fino elle elezioni europee. Poi, qualcosa accadrà. Anche per questo, Toti avrebbe intenzione di rispondere alle domande che gli farà il giudice durante l’interrogatorio di garanzia, previsto per domani. La scelta di non avvalersi della facoltà di fare scena muta gli consentirebbe di presentare una istanza di libertà personale al giudice per le indagini preliminari che ha decretato il suo arresto, chiedendo poi di rivedere quella decisione sulla base della buona volontà e ovviamente delle risposte fornite durante il confronto.

 

tweet su giovanni toti 13

Se il giudice non dovesse cambiare idea, ci sarebbe spazio per un appello presso il Tribunale del Riesame, che però in tal caso si dovrebbe pronunciare soltanto sulle esigenze cautelari dell’indagato e non sull’inchiesta nel suo complesso. È la strada forse più veloce e meno rischiosa. Ma è anche la più stretta.

 

«Il presidente è ben determinato a presentare una difesa che spieghi come i fatti siano in realtà da interpretare differentemente alla luce della politica che ha sempre seguito nell’interesse del territorio, anche attraverso forme che hanno potuto indurre ad equivoci, ma che non hanno mai sconfinato nell’illecito».

 

[…] l’avvocato Savi ha registrato un videomessaggio dai contenuti piuttosto prudenti, e persino accomodanti. Perché un conto è il desiderio di riprendere possesso delle proprie funzioni da parte di un uomo che all’improvviso ha perso tutto. Un altro è la sua presa d’atto di una realtà politica che con il passare dei giorni si fa sempre più difficile.

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