UOMINI, C’È SPERANZA PER TUTTI: SONO STATI SDOGANATI PURE I MASCHI RATTO – SE LE DONNE SI SONO DOVUTE INVENTARE IL BODY POSITIVITY PER ILLUDERSI CHE LA CICCIA FOSSE ACCETTATA, GLI UOMINI CHE BAZZICANO NELLO SHOWBIZ HANNO SOLO BISOGNO DI RESPIRARE – DA TEMPO L’INDISCUTIBILE BELLEZZA DI CARY GRANT, LEO DICAPRIO E BRAD PITT HA LASCIATO SPAZIO AI VISI APPUNTITI E ALLE ORECCHIE GIGANTI DI JOSH O’CONNOR, JEREMY ALLEN WHITE E ADAM DRIVER…

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Estratto dell’articolo di Giulia Pilotti per “Domani”

 

josh o’connor 2

[…] questa settimana varie testate, anche alcune delle più prestigiose del mondo, tra cui spicca il New York Times, si sono occupate di Josh O’Connor e degli altri uomini-roditori, nei termini di un nuovo canone di bellezza che sembrerebbe dominare i gusti delle nuove generazioni […]

 

Chi è l'uomo-roditore? Si chiede il serissimo NYT. «Un uomo topesco e non convenzionale, non dotato di un sorriso a trentadue denti o della faccia cesellata di un Brad Pitt o un Chris Hemsworth, ma dal viso più appuntito. Gli uomini-roditori hanno volti spigolosi e le orecchie grandi. Risultano taglienti e sfuggenti» spiega Gina Cherelus nella conversazione sugli hot rodent men uscita appunto sul NYT.

adam driver 3

 

Una reazione liberatoria ai canoni di perfezione dell’intelligenza artificiale? Ai filtri di Instagram? O è solo un’allucinazione collettiva? Chi può dirlo. Quello che è certo è che tutti i maschi dell’intrattenimento che ci piacciono adesso sembrano in qualche modo ricadere in questa categoria di facce imperfette: Jeremy Allen White è un topo bono, ma anche Adam Driver, Mike Faist, persino Willem Dafoe a quanto pare, riqualificato come sex symbol a sessantotto anni.

 

jeremy allen white 2

Mentre mi sforzo di ignorare la voce dentro di me che si chiede cosa succederebbe se uscisse lo stesso numero di articoli su, che ne so, le donne-cavalle, ma prendendo anche atto del fatto che gli uomini brutti vengono in qualche modo sempre riabilitati come hot-qualcosa mentre i difetti fisici delle donne raramente godono dello stesso rebranding (il diastema non vale se sei Laetitia Casta), cerco di trovare un qualche principio di scientificità in questa etichetta che improvvisamente sembra applicarsi a chiunque. Le costanti più o meno sono: naso grande, ovale affilato, forse una passione smodata per il formaggio.

 

A furia di guardare le foto di questi uomini non belli ma carismatici (cioè: ricchi e, in quanto attori, probabilmente malati di mente) il discorso comincia ad assumere un suo senso e inizio a sospettare che ci sia un qualche fondamento in questa cazzata.

mike faist 1

 

[…] Ne parlo con le mie amiche […] concordiamo che non è una questione di mode […] quanto di fascino, di quelli che una volta avremmo liquidato con “non è bello ma è un tipo”, mentre in tempi postmoderni finiamo a scriverci gli editoriali. […]

uomini ratto

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willem dafoe
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