VADO IN POLONIA E... PORNO! - QUANDO LA RECITAZIONE NON È IL TUO FORTE MA VUOI DARE UNA SVOLTA ALLA TUA CARRIERA DI BELLOCCIO ITALIANO, ECCO CHE PER TE C'È IL SOFT PORNO POLACCO! È LA SCELTA DI MICHELE MORRONE E GIULIO BERRUTI, I DUE ATTORI PER MANCANZA DI COPIONI CHE SONO DIVENTATI NUOVE CELEBRITÀ INTERNAZIONALI DEL CINEMA GRAZIE A FILM IN CUI HANNO SOLO DOVUTO SMUTANDARSI... - VIDEO
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Francesca D'Angelo per “Libero Quotidiano”
Sei un attore. Vuoi sfondare. Lo desideri fortissimamente, ma non è che hai tutto questo talento. Cosa fai? Semplice: fai le valigie ed espatri in Polonia. Avete letto bene: in Polonia, mica in America. Oltreoceano ti chiedono infatti di studiare, applicarti, parlare inglese: insomma, un sacco di cose faticose. Mica conviene.
In Polonia invece bastano degli addominali da capogiro e una mutanda volante per diventare famoso: con tre mesi di palestra, te la sei cavata. Giusto, sbagliato? Comunque la pensiate questo è il nuovo corso del cinema italiano che è passato dai cervelli agli ormoni in fuga.
Il fondatore della nuova tendenza è Michele Morrone. Ora voi leggete questo nome e fate sì con la testa, perché il nostro è ormai famoso in tutto il mondo come «quello di 365 giorni», il soft porn di Netflix che in pandemia ci aveva ringalluzzito tutti. Prima di allora però Morrone era solo uno dei tanti interpreti bravini che popolava la fiction italiana.
Faceva il suo, tra una particina in Medici e la serie tv Sirene, ma di certo non aveva milioni di follower come adesso.
Poi, un bel giorno, proprio quando voleva mollare tutto, Morrone ha accettato quello che doveva essere il suo ultimo ingaggio: 365 giorni, una sorta di Cinquanta sfumature di grigio in salsa polacca. Da lì, la svolta.
… PURE IL SEQUEL
Il film è andato così bene su Netflix che il mese scorso è stato rilasciato il sequel (inguardabile, dateci retta...) e in cantiere c'è addirittura il terzo capitolo. Nel frattempo Morrone si è portato a casa fama, sponsorizzazioni e ingaggi. Ha addirittura avviato anche una carriera da cantante e chissà che non ce lo ritroviamo pure a Sanremo, tra le Nuove Proposte. E tutto girando un filmetto hard.
Così il suo caso ha fatto scuola. A quanto pare, infatti, la Polonia è pronta a trasformare in divo mondiale anche Giulio Berruti. Il nostro è bello come Morrone e questo è stato sufficiente per promuoverlo a protagonista assoluto di Girls to buy: ragazze da comprare (mai che ci sia una femminista a tiro quando ce n'è bisogno...).
Come per 365 giorni, anche questo film vuole essere il nuovo 50 sfumature di grigio ma più spinto. A giudicare dalle prime foto di scena, gli sceneggiatori ci sono ampiamente riusciti: ci fosse uno scatto dove Berruti fosse vestito...
Per non parlare delle ispezioni ginecologiche che fa alla coprotagonista Paulina Galazka, anche lei perennemente nuda. Il sesso orale è l'attività più banale sperimentata dalla coppia. Il set è così bollente che c'è chi assicura che Maria Elena Boschi, fidanzata di Berruti, abbia voluto vigilare durante le riprese.
Se Morrone interpretava un capo mafia, in Girls to buy Berruti si cala nei panni di uno sceicco bello, ricchissimo e ovviamente pieno di donne. Il nostro però finisce per innamorarsi di Emi: una donna disinibita e spregiudicata. Il resto lo lasciamo alla vostra immaginazione perchè la trama non è che sia un film di Kubrick.
QUESTIONE DI MERCATO
A questo punto, lo capiamo, vi starete ponendo una domanda esistenziale ossia: «Ma perché?». Il maschio latino che diventa uomo oggetto, così come la scorciatoia del soft porn, non è che facciano molto onore. Tuttavia è questo che il mercato chiede.
E mica solo le piattaforme streaming, come si potrebbe pensare. Prendete per esempio il caso di Cannes: la città che ospita il festival più impegnato d'Europa, si sta litigando un film svizzero (!), dai toni porno. Si chiama 99 Moons e ha per protagonista la svizzera Valentina Di Pace.
La storia? Due ore di sesso, pasticche, discoteche, orge e amplessi. Secondo Variety, a confronto La vita di Adele è da oratorio estivo. In 99 moons c'è infatti di tutto: dalla droga al sadomaso che sconfina nella violenza quasi gratuita.
Lo stupro viene infatti contemplato come un preliminare: alla "candida" ragazza universitaria, protagonista del film, piace essere leccata da uomini mascherati, ma solo se questi hanno prima provato a violentarla. Capite bene che se è questo il titolo che sta spopolando nella sezione mercato del festival di Cannes, vuol dire che il cinema (e in prospettiva pure la tv) chiedono questo. Non è questione di derive streaming ma di scelte editoriali. Morrone e Berruti stanno solo cavalcando una domanda che - purtroppo - esiste. Sarà poco onorevole, ma furbo.