VATICANO, MEJO DI UNA FICTION - L’EX CARDINALE BECCIU USAVA IL DOSSIERAGGIO PER SCREDITARE GLI AVVERSARI INTERNI COME MONSIGNOR BATTISTA RICCA (IOR) E SOPRATTUTTO PENA PARRA - A RIVERLARLO SONO MONSIGNOR PERLASCA E MONSIGNOR CARLINO CHE HANNO ROTTO IL SILENZIO, INIZIANDO A COLLABORARE CON I PM A CUI HANNO DATO DOCUMENTI E PROVE...

-


Dom.Ag. per “la Stampa”

 

ANGELO BECCIU E PAPA BERGOGLIO

Sono i monsignori Perlasca, l'ex «braccio destro» nella gestione della «cassa vaticana», e Carlino, storico segretario, che avrebbero rotto la rete di protezione di Becciu dando il via alla svolta delle indagini sui presunti illeciti finanziari del cardinale sardo. Il «tradimento» sarebbe avvenuto attraverso confessioni agli inquirenti, consegna di documentazione «scottante», dettagliate rivelazioni che accuserebbero Becciu anche di dossieraggi per screditare avversari interni, e una lettera al Papa (mandata da Perlasca). «La Stampa» lo apprende da fonti interne al Vaticano.

 

ALBERTO PERLASCA

Per anni Alberto Perlasca è stato il potentissimo capo ufficio amministrativo della Prima Sezione della Segreteria di Stato, dove si gestisce un tesoretto di quasi 700 milioni di euro tra immobili e liquidi, compresi i flussi dell' Obolo di San Pietro. Il 4 agosto 2019 gli viene improvvisamente cambiato l' incarico: trasferito al Tribunale della Segnatura apostolica.

 

Ma non è ancora coinvolto in alcuna inchiesta, in cui entrerà nel febbraio successivo.

Quel 4 agosto cambia ufficio anche Mauro Carlino, grande frequentatore di broker e imprenditori, a lungo segretario di Becciu e poi di monsignor Edgar Peña Parra, sostituti agli Affari generali della Segreteria di Stato (Becciu dal 2011 al 2018, Pena Parra è il suo successore e attuale): Carlino va a capo dell'Ufficio informazione e Documentazione.

 

MONSIGNOR ANGELO BECCIU

Entrerà nel registro degli indagati e sarà sospeso dal servizio della Santa Sede il 2 ottobre 2019, per poi essere rimosso e rispedito nella sua diocesi di Lecce nel maggio 2020. Sul licenziamento di Giovanni Angelo Becciu, Perlasca a caldo ha tagliato corto: «Non so niente». E invece, lui come Carlino, avrebbe confessato il suo ruolo negli investimenti spericolati che hanno gravemente «alleggerito» i conti della Santa Sede, e avrebbe fornito ai magistrati carte e conti che proverebbero il coinvolgimento di Becciu.

 

Tra gli episodi su cui si sarebbe concentrato uno sfogo di Perlasca a un cardinale, secondo l' Adnkronos ci sarebbe anche quello dei 100mila euro per la cooperativa sarda che poi si rivelerà essere la Spes di Ozieri, di cui è presidente il fratello di Becciu, Tonino. È una delle operazione sotto la lente dei magistrati. Perlasca avrebbe rivelato una richiesta ricevuta dall' allora Sostituto perché provvedesse a trovare una soluzione per eseguire un bonifico da 100mila euro a una cooperativa in Sardegna in grave difficoltà.

MONSIGNOR RICCA E PAPA BERGOGLIO

 

I suoi collaboratori gli avrebbero suggerito di dividere l' importo in più quote per evitare indagini da parte dell' Autorità di vigilanza. Ma poi Becciu avrebbe trovato un' altra via: trasmettere l' intera somma alla Caritas diocesana di Ozieri. Causale: opere di carità del Santo Padre. Secondo Perlasca, ci sarebbe Becciu dietro i dossier circolati nelle Sacre Stanze contro due suoi nemici storici nello scontro di poteri in Vaticano: monsignor Battista Ricca (Ior), e soprattutto Pena Parra.

MONSIGNOR EDGAR PENA PARRA