LA VERITÀ BRUTALE SULL’UCRAINA: PUTIN PUÒ CONTINUARE A OLTRANZA, MENTRE L’OCCIDENTE NON VUOLE PIÙ SPENDERE SOLDI PER KIEV - GIAMPIERO MASSOLO: “L’OBIETTIVO È ORMAI CHIARO: UN CESSATE IL FUOCO DI FATTO SULLE POSIZIONI ATTUALI” – “CON PUTIN, CI SONO POCHE LEVE. PERCHÉ DOVREBBE NEGOZIARE PROPRIO ADESSO CHE È IN VANTAGGIO? IL NODO RITORNA QUELLO DELLA DETERRENZA. RICHIEDE CHE L’EUROPA SI FACCIA CARICO DELLA PROPRIA DIFESA IN CAMBIO DELLA GARANZIA SECURITARIA AMERICANA…”
-L’unica strada è il negoziato E una nuova deterrenza
Estratto dell'articolo di Giampiero Massolo per il “Corriere della Sera”
A che punto siamo in Ucraina? [...] Sul piano militare, c’è poco che l’Occidente possa fare, senza spingersi al confronto diretto tra Nato e Mosca. Mentre autorizzare Kiev a colpire in profondità, sarebbe a rischio di escalation, senza essere risolutivo.
E poi — quando Putin pare avere tempo e risorse — c’e la stanchezza dell’Occidente: continuare ad oltranza è proibitivo per i nostri arsenali, oneroso per i nostri bilanci, troppo rischioso per le opinioni pubbliche. È vero per l’Europa, come per gli Stati Uniti. Mentre Mosca rafforza l’asse con Kim e gli ayatollah.
Tutto questo rende urgente un negoziato per un esito del conflitto. Ma come attivarlo? L’obiettivo è ormai chiaro: un cessate il fuoco di fatto sulle posizioni attuali. In sostanza, uno scambio «territori, contro tregua».
Zelensky chiede l’invito ad entrare nella Nato: troppo per gli alleati, che temono di dover applicare le norme sulla difesa collettiva al primo colpo di cannone russo. L’alternativa è un sistema di garanzie di sicurezza bilaterali a Kiev. Ma senza la prospettiva di un approdo atlantico potrebbero non bastare.
Con Putin, ci sono poche leve. Il tema è sempre quello di fargli pagare un prezzo alto per la guerra; l’arma, quella delle sanzioni contro l’export russo. Ma perché dovrebbe negoziare proprio adesso che è in vantaggio?
[...] Neppure a [Trump] conviene storcere troppo il braccio a Zelensky: otterrebbe un esito favorevole a Putin, un’Europa insicura e instabile. Altro che concentrarsi sull’Indo-pacifico. In vista c’è una fase di contrapposizione.
Il nodo ritorna quello della deterrenza. Richiede che l’Europa si faccia carico della propria difesa in cambio della garanzia securitaria americana. Postula che l’Occidente compatto ingaggi la Cina, per dimostrare che abbracciare troppo Putin non conviene. Specie se guarda a Pyongyang. La posta insomma non è solo l’Ucraina.