LA VERSIONE DI MUGHINI - “GIUSY LA GANGA, IL SOCIALISTA CRAXIANO MORTO IERI A 72 ANNI, E’ UNO CHE DEI POLITICI DI OGGI CE NE VORREBBERO CINQUE O DIECI PER STARGLI AL PARO. QUANDO NORBERTO BOBBIO DIEDE UN GRAN COLPO NEGLI STINCHI AL PSI, CHE ERA ACCUSATO DAPPERTUTTO DI AVERE PRELEVATO TANGENTI, A ME VENNE LA FELICE IDEA DI CONDURRE GIUSY AL QUINTO PIANO DI VIA FILIPPO SACCHI A TORINO, DOVE ABITAVA BOBBIO, E DI METTERLI A CONFRONTO…”
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Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, e siccome non fa chic ricordare i politici migliori della deprecatissima Prima Repubblica succede che solo sul “Foglio” di oggi trovo un articolo (di Maurizio Crippa) che ricorda adeguatamente la statura politica di Giusy La Ganga, il socialista craxiano morto ieri a 72 anni. Uno, e tanto per dirla in breve, che dei politici di oggi ce ne vorrebbero cinque o dieci per stargli al paro.
Eravamo in tanti, ai tempi della deprecatissima Prima Repubblica, a conoscerlo e ad apprezzarlo, il piemontese dalle spalle larghe che era. Se non sbaglio era stato lui cercarmi, dopo la pubblicazione del mio “Compagni addio”. Non che mai e poi mai mi avesse chiesto una riga d’appoggio sul mio giornale, che allora vendeva 600mila copie.
Quando Norberto Bobbio che era stato suo professore all’Università diede un gran colpo negli stinchi al Psi, che era accusato dappertutto di avere prelevato tangenti illecite pur di finanziare la sua macchina politica (macchina politica di cui faceva parte a pieno tempo Giusy) a me venne la felice idea di condurre Giusy al quinto piano di via Filippo Sacchi a Torino _ dove abitava Bobbio _ e di metterli a confronto. Ricordo che quando prendemmo l’ascensore Giusy era emozionato, tale era l’immensa autorità morale e intellettuale di Bobbio.
E dunque sì o no il Psi prendeva denari tangentizi a finanziare i suoi giornali, le riunioni del comitato centrale, le piccole o grandi federazioni locali che fossero, le campagne elettorali che si succedevano ogni due per tre? A questa domanda Giusy rispose indirettamente, e tanto più che era alle porte una campagna elettorale che lo vedeva impegnato in tutto il Piemonte.
Ebbene, spiegò La Ganga mentre Bobbio ascoltava in silenzio, per quella campagna lui aveva chiesto a chi se ne intendeva quali sarebbero stati i costi prevedibili da sopportare in modo da comportarsi di conseguenza, ossia di trovarli quei soldi in un modo o in un altro (quest’ultimo particolare era sottinteso).
Ebbene per fare la campagna elettorale la più scabra possibile occorrevano qualcosa come 400 milioni di fine anni Ottanta. Ho detto 400 milioni. Era il costo della democrazia pluripartitica. A sentire quella cifra sia io che Bobbio rimanemmo a bocca aperta. Né Bobbio aggiunse alcunché alle critiche che aveva fatto in avvio di conversazione al Psi. Era la Prima Repubblica, di cui facevano parte tanto Bobbio che La Ganga. Voi di certo non la rimpiangete. Io sì.