VI RICORDATE DELL’INCIDENTE DI CIRO IMMOBILE CHE SI È SCONTRATO CON UN TRAM A ROMA? PER LA PERIZIA IL CALCIATORE BIANCOCELESTE STAVA VIAGGIANDO A 65 CHILOMETRI ORARI, OLTRE IL LIMITE DI VELOCITÀ, RENDENDO “INEVITABILE” L'IMPATTO - AL GIOCATORE, GIÀ INDAGATO PER LESIONI STRADALI, ANDREBBE CONTESTATA LA VIOLAZIONE DEL CODICE DELLA STRADA – RIMANE IL MISTERO SU CHI SIA PASSATO CON IL ROSSO…
-Estratto dell'articolo di Giulio De Santis per www.corriere.it
Stabilire chi tra Ciro Immobile, 33 anni, al volante della Land Rover e Walter Mannoni, 58 anni, alla guida del tram, abbiano impegnato con il rosso piazza delle Cinque Giornate a Roma il giorno dell’incidente, avvenuto il 16 aprile del 2023, non è possibile. Tuttavia se l’attaccante biancoceleste fosse andato a 45 chilometri orari, quindi entro i limiti di velocità, il sinistro non si sarebbe verificato.
La velocità tenuta da Immobile in quegli istanti è stata invece si 65 chilometri orari. Andatura che ha reso il sinistro «inevitabile». E’ la conclusione dell’ingegner Mario Scipione, perito nominato dal gip Roberto Ranazzi nell’incidente probatorio chiesto dalla Procura per fare luce sulla dinamica del sinistro in cui sono rimasti ferite, oltre ai due indagati, anche le due figlie di Immobile e numerosi passeggeri.
L’esito della perizia indica che al giocatore, già indagato per lesioni stradali, andrebbe contestata la violazione delle norme del Codice della strada relative alla velocità e alla prudenza necessaria da tenere vicino a un incrocio. Più complessa la posizione di Vannoni, pure lui indagato per lesioni stradali. All’autista - assistito dall’avvocato Alessandro Martelli - andrebbero contestate le medesime violazione. Però la sua condotta di guida, secondo il consulente, andrebbe giustificata. L’autista, al momento dell’impatto, avrebbe avuto solo 12 secondi per liberare l’area.
Perché non è stato possibile stabilire chi sia passato con il rosso quel mattino? Osserva l’ingegner Sciopione – lo stesso perito che, per la procura, si è occupato degli incidenti mortali di Gaia e Camilla, di Giorgia e Beatrice, e infine di Francesco Valdiserri – che, «nonostante l’impianto sia risultato funzionante, le dichiarazioni dei testimoni, lo schema dei movimenti e la planimetria dell’impianto non hanno consentito di stabilire in modo univoco quale dei due indagati abbia impegnato l’area con il rosso». [...]
Proprio l’impossibilità di ricostruire chi dei due abbia violato il rosso, ha imposto al consulente di Scipioni di analizzare l’evento avendo come perimetro l’evitabilità o meno. Ecco perché è diventata determinante la velocità. [...]