VIANELLO FOREVER – DIECI ANNI FA CI LASCIAVA IL GRANDE RAIMONDO. IL PADRE LO VOLEVA DIPLOMATICO, MA IL TEATRO CON GARINEI E GIOVANNINI LO CATAPULTÒ NEL CINEMA – CON UGO TOGNAZZI SPERIMENTÒ IL PRIMO CASO DI CENSURA IN TV, POI NELLA SUA VITA ENTRÒ SANDRA MONDAINI, COMPAGNA ANCHE DELL’INDIMENTICABILE “CASA VIANELLO” – QUANDO INVITO' A VOTARE BERLUSCONI E… VIDEO
-Renato Franco per "www.corriere.it"
L’ironia imbattibile
«Lo scriva che sono puntate nuove perché non si distinguono una dall’altra: quelle in onda da oggi non sono repliche», così Raimondo Vianello parlava della nuova-ennesima stagione di «Casa Vianello».
E in questa battuta, fulminante come tante, disincantata come il suo aplomb, dinoccolata come il suo portamento, c’è molto di uno dei più grandi protagonisti della storia della tv. L’ironia era la cifra del suo modo di intendere la vita; la sua si è spenta 10 anni fa
Il padre lo voleva diplomatico
Raimondo Vianello era nato a Roma il 7 maggio 1922 e il padre, ammiraglio nella Marina Militare pensava per lui tutt’altra carriera, il diplomatico. E lui, il physique du rôle, biondo e allampanato, con quella sua aria molto inglese, ce l’aveva.
Ma non andò così. Il teatro (con Garinei e Giovannini) fu un trampolino che lo spinse ad arrivare al cinema (oltre 50 film) come caratterista, ma soprattutto alla tv. Vianello sapeva accendere risate con il suo umorismo distaccato, sottile, sempre elegante, mai volgare
La censura con Tognazzi
Il programma «Un due tre» segnò gli anni dal 1954 al 1959, con Tognazzi furono una coppia strepitosa, opposti e complementari, uno sanguigno l’altro compassato. L’episodio più famoso della loro carriera fu l’ultimo, primo caso di censura in tv. L’allusione allo scivolone del presidente Gronchi a un incontro con De Gaulle costò alla coppia il posto: «Tognazzi era in piedi, doveva sedersi ma la sedia non c’ era. Cadde. E io: ma chi ti credi di essere?
Finita la trasmissione andammo in camerino e c’era già la raccomandata di licenziamento». Furono richiamati dopo due anni: «Quando i dirigenti ci convocarono ci chiesero se avevamo qualche scenetta pronta. Io dissi che ne avevamo una sul Papa. Ci hanno rimandato subito a casa»
Il matrimonio con Sandra Mondaini
Se con Tognazzi fu una coppia di fatto, il matrimonio arrivò per davvero nel 1962 con Sandra Mondaini, conosciuta quattro anni prima. Non riuscirono ad avere figli, ma seppero comunque essere generosi con gli altri, adottando una famiglia di filippini. Lavorarono in coppia per 50 anni: da «Studio Uno» (1961) a «Il tappabuchi» (1967), da «Sai che ti dico?» (1972) a «Tante scuse» (1974). E poi «Noi... no» (1977), «Io e la befana» (1978-79), «Stasera niente di nuovo», ultima trasmissione in Rai nel 1981
La gag di «Casa Vianello»
L’anno dopo Vianello (con la moglie) approdò alle reti Fininvest di Silvio Berlusconi. «Casa Vianello» (1988-2007) è uno dei programmi che più rimangono impressi nella memoria televisiva, con i loro continui battibecchi di marito e moglie, con l’ineluttabile conclusione che, pur non sopportandosi, non possono fare a meno di stare insieme.
La scena finale, sempre la stessa, è diventata un cult: lui che legge la Gazzetta dello Sport, lei che scalcia sotto le coperte. «Mi dà fastidio perché l’ha inventata Sandra. Nacque da un vero sentimento di fastidio nei miei confronti, Sandra sentì il bisogno di dare una prova fisica della sua presenza»
Le battute sulla depressione di Sandra
Di Sandra, Raimondo parlava con il suo cinismo, ironico e tenero: «Sandra dice che sono pigro. Dice che, quand’ero giovane, sui set del film potevo darmi da fare, per fare nuove conquiste. Ma che ero troppo indolente. E io glielo lascio credere...». Ci fu un periodo in cui lei ebbe una forte crisi depressiva e lui stava chiuso in casa ad assisterla. Un giorno Vianello uscì di casa per prendere un caffè insieme a Baudo e si raccomandò con il portinaio: «Se cade qualcosa da sopra, è roba mia...»
L’appoggio politico a Berlusconi
Raimondo Vianello lavorò in coppia ma anche da solo: su Canale 5 presentò i quiz «Zig zag» (1983-1986) e «Il gioco dei 9» (1988-1990), mentre su Italia 1, lui appassionato di calcio, conobbe una seconda popolarità con «Pressing», la domenica sportiva di Italia 1 che condusse tra il 1991 e il 1999, scelto per la sua capacità — lui così ironico e signore — di sdrammatizzare gli inutili drammi che si fanno intorno al calcio.
E lì commise l’unico scivolone (alla Gronchi) della sua strepitosa carriera, quando invitò i telespettatori a votare per il suo datore di lavoro, era il 1994, l’anno della discesa in campo di Silvio Berlusconi
Il Festival di Sanremo
Nel 1998 fu chiamato a condurre Sanremo. Il ricordo del Festival è ancora una volta un colpo da maestro: «Ne ho vista bene solo un’ edizione, quella che ho presentato...». Strepitoso tanto in tv quanto nelle interviste: «Ogni tanto sentirà dei vuoti. Non pensi che mi sia offeso.
È che la memoria è quella che è». In realtà aveva un tempismo perfetto, quello spazio vuoto in cui pensavi non avrebbe detto niente e poi invece perfetta, sempre, arrivava la battuta. Come quando congedava l’intervistatore: «Spero di essermi ricordato tutto... Se avessi fatto altre interviste di recente mi ricorderei anche altre cose»