VIDEO! CAPITALE ANIMALE – LA ROMA DI VIRGINIA RAGGI E’ PEGGIO DI UNO ZOO: PANTEGANE DA HORROR, PITONI, GABBIANI GRANDI COME B-52, TORI, ASINELLI LANCIATI AL GALOPPO IN TANGENZIALE, CAPRE E CINGHIALI CHE BANCHETTANO OVUNQUE. NELL'URBE C’E’ DI TUTTO, ANCHE I PAVONI PERIPATETICI, MANCANO SOLO I DUE LIOCORNI – IL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE BIOPARCO: “IN FONDO QUESTA È UNA CITTÀ VERDE…” (CIAO CORE!) – VIDEO
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Maria Rosaria Spadaccino per il “Corriere della Sera - ed. Roma”
Ce lo dovevamo aspettare. La natura spinta fuori dalla porta rientra brutalmente dalla finestra e si vendica. Così nei posti più urbanizzati si assistono a scene «selvagge», come gli ormai familiari cinghiali che razzolano tra i rifiuti, i gabbiani che dilaniano colombi, i topi che saltano sui tavolini dei dehors e, peggio, tra i banconi di prodotti alimentari. Nutrie che nuotano tra ponte Sisto e ponte Sant' Angelo, mentre sull' argine tra ponte Testaccio e ponte Sublicio saltellano conigli (ma come ci sono finiti?), inseguiti da gatti randagi che non osano più sfidare topi oltre misura.
Per non parlare del gregge di pecore che pascola sotto Ponte Marconi e ogni tanto, brucando, brucando decide di risalire fino al lungotevere Gassman attraversando la ciclabile, invadendo il marciapiede di lungotevere Pietrapapa. Con loro ogni tanto anche qualche capra fa una passeggiata nel traffico. «Stavo pedalando velocemente e mi sono trovato davanti capre e pecore - racconta Dino Pieri, residente nel quartiere - le ho scansate con difficoltà«.
I rettili (sedici le specie classificate in città), dobbiamo dirlo, sono più rispettosi e stanno al posto loro, anche se sulla ciclabile della Magliana conviene indossare calzettoni alti e protettivi sotto i pantaloni della tuta.
E se vedete un essere strisciante a villa Ada, a villa Pamphilj è solo un biacco: un serpente innocuo, anzi utile visto che si ciba di topi e ratti. Lui conviene lasciarlo in pace.
Non possiamo più lasciare in pace però (e non per colpa loro) gli ungulati sempre più assidui nelle nostre strade. La signora derubata della spesa nel centro commerciale di Formello e la passeggiata degli animali tra le tombe a Prima Porta sono solo gli ultimi episodi di «uno scherzo» della natura che sta diventando un problema.
«Dobbiamo pensare che un animale in realtà non fa altro che fare una valutazione dei costi e dei benefici, tutta la sua esistenza è imperniata sul fatto che questa valutazione sia fatta e aggiornata: in città c' è da mangiare, sì; l' uomo dà fastidio, nient' affatto; c' è possibilità di rifugiarsi, sì; ci sono spazi: ci vado», spiega Francesco Petretti, presidente della Fondazione Bioparco - Roma è una città che ha un rapporto con il territorio agroforestale ancora molto forte perché è comune agricolo con dei cunei verdi rappresentati da parchi e ville che entrano fino al cuore della città.
Prenderei la presenza della fauna selvatica come un fatto che in fondo questa città è una città verde, sta a noi fare in modo che questa loro presenza non diventi così invadente da crearci nocumento».
Quindi da una parte c' è la sicurezza dei cittadini che devono poter uscire a passeggiare con il loro cane in tranquillità; dall' altra c' è la protezione della vita del cinghiale disciplinata da leggi e protocolli vari, sia regionali che comunali.
Uno di questi, sottoscritto nel settembre del 2019 tra Regione, Comune e Città Metropolitana è stato variamente interpretato. Trasformandosi in una sorta di«scaricabarile» e non ha risolto il problema.
E se da una parte c' è l' assenza d' intervento degli enti preposti, dall' altra ci sono anche i comportamenti malsani dei cittadini. A viale Trastevere un macellaio, a metà pomeriggio, era uso cibare i gabbiani cospargendo di carne i cassonetti dell' immondizia. Cosa accadesse al tramonto non si può raccontare.