VIDEO! IL DISCORSO DI GIORGIA MELONI AL FUNERALE DI ANDREA AUGELLO: “RICORDO QUANDO VENNE A DIRMI DEL SUO MALE, PENSAVO DOVESSE DIRMI QUALCOSA SUL PROSSIMO APPUNTAMENTO ELETTORALE E IO GLI DISSI: ‘DIMMI ANDREA, HO SOLO 20 MINUTI’. LUI MI GUARDA E SENZA MUOVERE UN MUSCOLO DICE ‘STO MORENDO’. IO NON RIESCO A DIRE NIENTE. ALLORA LUI MI DICE: ‘DAI, GIORGIA, NON FARE COSÌ, PENSA A ME CHE DEVO DIRTI CHE DEVO MORIRE IN 20 MINUTI...’”
-Estratto dell'articolo di Erica Della Pasqua per www.corriere.it
«Ricordo quando venne a dirmi del suo male, pensavo dovesse dirmi qualcosa sul prossimo appuntamento elettorale e io gli dissi: "Dimmi Andrea, ho solo 20 minuti". Lui mi guarda e senza muovere un muscolo dice "Sto morendo". Io non riesco a dire niente. Allora lui mi dice: "Dai, Giorgia, non fare così, pensa a me che devo dirti che devo morire in 20 minuti..."».
E' il ricordo sentito, interrotto più volte dalla commozione, che la premier Giorgia Meloni ha dedicato ad Andrea Augello, il senatore di Fratelli d'Italia morto il 28 aprile dopo una lunga malattia.
Al suo funerale, oggi 2 maggio nella basilica Santa Maria in Ara Coeli a Roma, tanti amici e volti della politica, di tutti i partiti. La moglie Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione Lazio, ha ringraziato tutti, più volte. Tra gli altri, erano presenti il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, il neo presidente del Cnel Renato Brunetta, oltre a diversi membri del governo (da Alfredo Mantovano a Raffaele Fitto, Andrea Abodi, Eugenia Roccella, Maurizio Leo), il ministro Francesco Lollobrigida, l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, il senatore e sottosegretario Giovanbattista Fazzolari e parlamentari della maggioranza, l'esponente del Pd e storico amico di Augello, Goffredo Bettini.
La premier Meloni […] ha voluto parlare pubblicamente, molto emozionata: «È difficile parlare al funerale di una persona che viveva come una responsabilità il suo essere al mondo. Credo che questa sia la cosa che più ha sofferto. Non il dolore, non la malattia ma il senso di responsabilità verso le persone che amava e per le quali era un punto di riferimento. Diceva che la malattia era un tradimento verso le sue figlie. Ma chi sapeva che tipo di padre era non lo può considerare un traditore».
E infine quel ricordo, sui 20 minuti: «Era un uomo coraggioso, spavaldo - ha concluso la premier - di quella spavalderia guascona che riesce a strapparti un sorriso anche da avversario: sapeva ridere e far ridere di tutto». […]