VIENI AVANTI, VACCINO - L’ITALIA ACCELERA: “PUNTIAMO A PARTIRE IL 15 GENNAIO”. MA È NECESSARIO CHE IL 29 DICEMBRE L’EMA, L’AGENZIA EUROPEA PER I MEDICINALI, AUTORIZZI IN POCHE ORE IL FARMACO MESSO A PUNTO DALLA PFIZER. NON È MAI SUCCESSO, DI SOLITO SERVE QUALCHE SETTIMANA. LA SECONDA FASE (RIVOLTA A TUTTI) DOVREBBE INIZIARE A MARZO. SIAMO 60 MILIONI, QUANDO FINIRÀ? LOCATELLI SI ALLARGA: ENTRO L'ESTATE, POTENZIALMENTE VACCINATI TUTTI GLI ITALIANI. INSISTONO CON GLI OVER 80. MA NESSUNO SPECIFICA I RISULTATI. E A SETTEMBRE RIAPRONO LE SCUOLE…
-Lorenzo Salvia per corriere.it
Al momento non è una certezza ma un obiettivo. Resta il fatto che sulla campagna per il vaccino contro il Covid l’Italia sta cercando di accelerare. Intorno al 15 gennaio potrebbe cominciare la prima fase, e cioè la somministrazione del prodotto Pfizer a medici, infermieri, personale e ospiti delle Rsa, le residenze sanitarie per anziani. La data è indicativa, ci potrebbe essere qualche giorno di anticipo o di ritardo.
Ma in ogni caso si tratta di un cambio di passo per quella che il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia definisce una «sfida epocale» se si pensa che solo fino a pochi giorni fa si parlava di fine gennaio mentre la macchina era tarata per la terza settimana di febbraio. Bisogna ancora aspettare, però, per capire se l’accelerazione è reale o solo annunciata.
Le date
Per partire davvero entro il 15 gennaio è necessario che il 29 dicembrel’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, autorizzi in poche ore il farmaco messo a punto dalla Pfizer. Non è mai successo, di solito serve qualche settimana. Ma di precedenti in soffitta il Covid ne ha già mandati parecchi e stavolta l’ok dovrebbe arrivare il giorno stesso. Subito dopo l’Aifa, l’agenzia italiana, è già pronta a fare il passo successivo dando il via libera «nazionale» entro 24 ore. Nel frattempo, però, la macchina italiana deve correre velocissima. Entro lunedì prossimo il commissario all’emergenza Domenico Arcuri deve fare avere alla Pfizer la lista aggiornata dei 300 centri in cui il vaccino sarà somministrato, in questo caso ospedali ed Rsa per organizzare la logistica. Entro venerdì prossimo, invece, deve mandare per ogni centro il numero delle persone che sceglieranno di fare il vaccino. E per questo già nelle prossime ore si chiederà a medici e infermieri chi al vaccino dice sì e chi no. Non sarà una statistica come tante. Dal livello di adesione di questo «primo turno», per di più riservato agli addetti ai lavori, dipenderà gran parte della fiducia nella campagna vaccinale che poi si allargherà al resto della popolazione. E per raggiungere l’immunità di gregge serve almeno il 70%.
Prima e seconda fase
Prima del 15 gennaio, però, potremmo avere un piccolo anticipo. Forse il giorno della Befana ci potrebbe essere una vaccinazione simbolica, cioè con le primissime dosi disponibili e forse con qualche testimonial, fatta in contemporanea in tutti i Paesi dell’Unione europea.
E questo per dare un segnale di unità, al netto delle tensioni che ancora si registrano con la Germania che preme per partire il prima possibile. Le dosi della Pfizer arriveranno in due tranche: dopo quella pronta per il 15 gennaio, ce ne sarà un’altra entro il 30. Verso metà febbraio potrebbe essere chiusa la prima fase, su un totale di 1,7 milioni di persone, un terzo fra Lazio e Lombardia. Dal primo marzo, poi, dovrebbe partire la campagna rivolta ai cittadini comuni, partendo da anziani e fragili. L’accelerazione sulle forniture delle dosi di Astra Zeneca dovrebbe compensare i ritardi di Sanofi. L’obiettivo è chiudere entro il 15 settembre, prima della riapertura delle scuole. Ambizioso, forse. Ma anche necessario.
PIEMONTE
Vaccino anti Covid, in Piemonte al via dal prossimo 21 gennaio. Saranno 195 mila le persone che per prime riceveranno la somministrazione: 120mila lavorano nelle strutture sanitarie, le restanti 75 mila sono ospiti e personale di Rsa e strutture socio assistenziali.
Circa 400 mila le dosi totali previste tra la prima e la seconda somministrazione. Il vaccino per questa prima fase sarà quello di Pfizer: il 29 dicembre è atteso il via libera dell’Ema, L’Agenzia europea del farmaco.
Dopo questa prima fase, resta ancora da definire il bacino di destinazione della seconda che dovrebbe però riguardare il personale scolastico e le forze dell’ordine. A seguire la popolazione in generale, dai soggetti a rischio fino ad arrivare a quanti hanno già avuto il Covid.
In questa fase serviranno 143 medici, 160 infermieri, 150 Oss, e 145 unità di personale amministrativo. Il vaccino non sarà obbligatorio, ma la Regione ha già coinvolto i sindacati per sensibilizzarli.
Tra la prima e seconda somministrazione devono passare dai 19 ai 23 giorni, per cui per completare la vaccinazione sarà necessario un periodo non superiore ai sessanta giorni
Piemonte, 28 punti di somministrazione
In Piemonte saranno 28 i punti di somministrazione suddivisi tra le otto province e sarà la stessa Pfizer a consegnarli a destinazione, via gomma, per evitare così che si interrompa la catena del freddo.
Quanto al luogo dove effettuare i vaccini, tra le strutture allo studio ci sarebbe l’ospedale da campo del Valentino che una volta liberato dai degenti potrebbe diventare un super centro vaccinale. Ci sarà, infatti, spazio per 60 luoghi di vaccinazioni ed eventuali aree attrezzate per gestire reazioni avverse alla somministrazione.
Si potranno vaccinare dagli 8 ai 10mila pazienti al giorno, su due turni di 7 ore al giorno. (Fonte: Adnkronos).