VIRUS PERSECUTIONIS - IN PIEMONTE L'EPIDEMIA GUADAGNA TERRENO E POTREBBE ADDIRITTURA AVERE UN SUO CEPPO AUTOCTONO, MENTRE TUTTA LA LOMBARDIA RISCHIA DI ESSERE PROCLAMATA "ZONA ROSSA" - IN VENETO PREDISPOSTA UNA "WAR ROOM" PER SPIEGARE ALLE ISTITUZIONI COME GESTIRE L’EMERGENZA: “SERVIRANNO ALMENO DUE SETTIMANE PER CAPIRE QUANDO NE USCIREMO…”
-1 - L'INCUBO DI UN FOCOLAIO SPAVENTA IL PIEMONTE PRESTO ALTRE ZONE ROSSE
Estratto dell’articolo di Chiara Baldi per “la Stampa”
Anche in Piemonte l' epidemia guadagna terreno e potrebbe addirittura avere un suo ceppo autoctono, mentre tutta la Lombardia ieri ha rischiato di essere proclamata "zona rossa". Non si fermano i contagi in tutto il Paese e aumentano anche i morti. La notizia per il Piemonte, dove gli infetti sono finora 166 e i decessi sono saliti a 5, è che il ceppo del coronavirus potrebbe essere diventato autoctono. Negli ultimi giorni infatti per una quindicina di tamponi, non si è riusciti a ricondurre il ceppo del virus a quello della Lombardia, come era accaduto finora.
«È come se la catena si fosse spezzata, non siamo più riusciti a risalirla - spiega l' assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi -. Lo abbiamo subito comunicato al governo, in questi casi, può decidere di considerare la Regione "zona focolaio" e dichiararla zona gialla». Un altro allarme in una Regione che si prepara ad assumere di gran carriera medici e specializzandi. […]
2 - NELLA "WAR ROOM" DEL VENETO CHE SFIDA IL VIRUS "DUE SETTIMANE PER LA VERITÀ, PRONTI AL PEGGIO"
Paolo Possamai per “la Stampa”
Lo Stato schierato, ad ascoltare due docenti dell' Università di Padova, due specialisti in trincea contro il coronavirus. Lo Stato che vuole arginare gli effetti di Covid 19: non c' è ufficio nel Triveneto che, senza potenti contromisure, non rischi di chiudere i battenti. Emerge senza equivoci nel dialogo seguente alle relazioni di Vincenzo Baldo (docente di Igiene e medicina preventiva) e di Luisa Barzon (docente di Medicina molecolare). E per quanto possa apparire incredibile, i 40 presenti nel salone di palazzo Corner Mocenigo a Venezia hanno trovato una rassicurazione nelle pur nette parole di Baldo e Barzon.
Perché hanno avuto informazioni operative, anche se appare chiaro che il rientro alla normalità non avverrà prima di Pasqua. «La modellistica matematica indica che a Wuhan il contagio va a scendere. Premesso che la nostra curva dei contagi sta salendo circa la metà delle attese, ritengo serviranno almeno due settimane per capire quando ne usciremo» dice Baldo. E Barzon aggiunge: «Le informazioni che provengono dalla Cina sono molto confortanti, grazie a misure di contenimento severe. Ci aspettiamo che vada allo stesso modo anche per noi».
I generali della Guardia di finanza Giovanni Mainolfi (comandante del Veneto) e Bruno Buratti (comandante del Triveneto) hanno preso una iniziativa senza eguali per capire come gestire le migliaia di militari di cui sono responsabili. Una «war room», i nemici sono il virus e il panico che ha fin qui scatenato. E hanno accolto alla caserma Piave ieri i massimi dirigenti di Comune, prefettura, procura della Repubblica, tribunale, Corte d' appello, Corte dei conti, Avvocatura dello Stato, Tar, Agenzia delle entrate, Agenzia delle dogane, Agenzia del demanio, Marina militare, Carabinieri, Questura, Vigili del fuoco, Inps, Inail. Le articolazioni dello Stato.
In collegamento streaming duemila militari nel Triveneto, anch' essi preoccupati del virus. Tutti ansiosi di conoscere l' efficacia delle strategie di prevenzione, i tempi di evoluzione dell' epidemia, le ragioni per cui l' Italia è in testa alla triste classifica, se ci sono precedenti storici cui rifarci. E i due medici spiegano con pazienza per un paio d' ore e rispondono a un torrente di domande.
Barzon lavora in un team all' opera 24 ore al giorno dal 21 febbraio, capace di sviluppare un migliaio di tamponi al dì. Lo stesso team che indagherà per la seconda volta gli abitanti di Vo' Euganeo; gli esiti verranno confrontati con i tamponi effettuati all' apparire della malattia sui 3.500 residenti del piccolo centro padovano. Da questo raffronto, voluto dalla Regione Veneto, l' ateneo patavino ritieni di poter trarre informazioni inedite sul piano globale, da offrire alle autorità sanitarie per controllare l' epidemia.
Ma nel frattempo che accade e quale evoluzione è attesa? «Il picco in Cina è avvenuto a metà gennaio - risponde Barzon - ora il trend è in netta diminuzione. Noi siamo ancora in fase di crescita. Ma se in Italia il numero dei contagiati è attorno a 4mila persone, che sono il 73% dei casi europei, dipende solo dal fatto che siamo stati più bravi a rilevare il virus per primi. Gli altri Paesi seguiranno e dovranno percorrere la strada che noi abbiamo intrapreso». Aggiunge Baldo: «Niente panico, sapremo gestire anche questa emergenza.
Stiamo preparando le strutture ospedaliere ovviamente allo scenario peggiore. E saremo preparati». Fa riferimento, per esempio, al sostanziale raddoppio dei posti letto in terapia intensiva che il Veneto sta attrezzando.
Le domande che piovono sono delle più disparate. Gli ascensori vanno chiusi, date le loro ristrette misure? La richiesta dei sindacati di far accedere al tribunale il pubblico solo dopo la misurazione della temperatura è accoglibile? E le domande del personale che vuole lavorare da casa? E quelle dei dipendenti che non vogliono più andare alla sede centrale, ma chiedono di operare dalla sede più vicina al loro domicilio, per non usare i mezzi pubblici? La sanificazione dei locali va fatta ogni quanto tempo? Le risposte di Barzon e Baldo rimandano sempre al decalogo, senza eccessi.