IL VIRUS DEL TRAFFICO – NEGLI USA SI TEME CHE GLI INGORGHI STRADALI RAGGIUNGERANNO LIVELLI MAI VISTI PER VIA DELL’ALLENTAMENTO DEL LOCKDOWN: I PENDOLARI HANNO PAURA DI PRENDERE I MEZZI PUBBLICI, DOVE È DIFFICILE MANTENERE IL DISTANZIAMENTO, E SARANNO COSTRETTI AD ANDARE AL LAVORO IN MACCHINA – IL SONDAGGIO: IL 45,8% “EVITERÀ DEL TUTTO IL TRASPORTO PUBBLICO”
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Tim Levin per www.businessinsider.com
Mentre gli USA emergono gradualmente dal lockdown, con i luoghi di lavoro che riaprono e le restrizioni che si allentano, le città dovranno affrontare una sfida regolarmente assente da oltre tre mesi: il traffico.
Secondo alcuni esperti, il traffico nelle città statunitensi non ritornerà semplicemente ai livelli antecedenti la pandemia — il congestionamento potrebbe invece esplodere velocemente a livelli mai visti. Per paura di contrarre il virus, l’immenso numero di pendolari che prima sceglieva il trasporto pubblico potrebbe riversarsi in strada, tanto nelle proprie macchine, quanto in quelle condivise o in bicicletta.
“Il problema sarà la competizione di tutte queste forme di trasporto per la stessa quantità di spazio finito“, ha detto a Business Insider Sam Schwartz, ex assessore al traffico per la città di New York. “Anche con il 50 o 60% della riapertura completa della città… assisteremo forse al 100% o più del traffico automobilistico”.
Schwartz — conosciuto come “Gridlock Sam”, essendogli stata attribuita l’invenzione del termine “gridlock” (ingorgo) — ha detto che gli ex utenti del trasporto pubblico che potranno scegliere di usare la propria macchina, rappresenteranno parte del nuovo congestionamento.
“E se seguiamo lo stupido consiglio dei CDC di guidare da soli la nostra macchina, si aggiungeranno anche coloro che condividevano il tragitto”, ha detto, riferendosi alle linee guida recentemente diffuse dai Centers for Disease Control and Prevention che incoraggiano i pendolari a evitare trasporto pubblico e carpooling.
Un recente sondaggio dell’istituto di ricerca Elucd ha scoperto che il 44% dei newyorkesi, ad esempio, eviteranno il trasporto pubblico una volta conclusa la quarantena, e che un altro 31,5% prevede di usarlo meno camminando, guidando o andando in bicicletta. A livello nazionale, il sondaggio ha scoperto che il 45,8% delle persone “eviterà del tutto il trasporto pubblico”.
Senza contare che, stando a un sondaggio globale citato da Detroit Free Press, la pandemia ha aumentato l’interesse generale verso l’acquisto di vetture, compresi i giovani acquirenti e coloro che non hanno mai posseduto prima una macchina.
E un nuovo studio della Vanderbilt University intitolato “The Rebound: How COVID-19 could lead to worse traffic” corrobora ulteriormente le dichiarazioni di Schwartz. I ricercatori hanno definito degli scenari in cui i pedoni e coloro che condividono la macchina inizieranno a spostarsi con l’auto di proprietà invece di riprendere le vecchie abitudini. Secondo lo studio, “Le città che dipendono dai mezzi di trasporto sono a rischio di traffico estremo a meno che i sistemi di trasporto pubblico non riescano a ripristinare velocemente un rendimento elevato e sicuro delle operazioni”.
Le città a rischio includono San Francisco, in cui i tempi di percorrenza quotidiani potrebbero crescere dai 20 agli 80 minuti a persona per andata e ritorno. Lo studio ha concluso che a New York potrebbe le ore di traffico giornaliero, potrebbero aumentare dall’1,2 ai 5,8 milioni, l’equivalente di 14/68 minuti in più per il viaggio di andata/ritorno di ogni singolo pendolare. A Boston, i tempi del viaggio andata e ritorno potrebbero aumentare dai 6 ai 22 minuti a persona.
Senza nuove politiche come le restrizioni all’occupazione dei veicoli e i pedaggi urbani, la quantità di veicoli di New York, ad esempio, “potrebbe crescere a livelli mai visti prima, se si escludono gli scioperi del trasporto pubblico”, ha detto Schwartz.
“Se il traffico raggiungerà livelli di ben oltre il 100%”, ha detto Schwartz, c’è un rischio reale di ingorghi. “E quando il traffico era al 100%, ci muovevamo a 7,5 chilometri all’ora a Manhattan, cosa non tollerabile sul lungo periodo”.