IL VIRUS IN TRIBUNALE – DOPO IL CONTAGIO DEI DUE MAGISTRATI DI MILANO SONO STATE SOSPESE UDIENZE CIVILI E PENALI NON URGENTI - MA NON È FINITA QUI, PERCHÉ IL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE È FREQUENTATO OGNI GIORNO DA PIÙ DI 5 MILA PERSONE E C’È IL TERRORE DEL CONTAGIO – A ROMA PER ORA LINEA SOFT, LE UDIENZE VENGONO CELEBRATE, MA…
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Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”
Udienze ridotte all'osso nel Tribunale penale e in quello civile di Milano per contrastare la diffusione del coronavirus. Mentre Roma ha scelto una strada differente, dispenser di Amuchina attaccati con lo scotch al muro nei punti strategici della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio. Al Csm, invece, per i giornalisti che affollano palazzo dei Marescialli, in vista dell'elezione del nuovo procuratore capo di Roma, è stato stabilito un ingresso limitato.
Un numero pianificato di cronisti alla sala del Plenum, per consentirne la collocazione in posti a sedere distanziati. Per tutti gli altri sarà allestita (con le stesse modalità) la sala stampa dove potranno assistere alla seduta grazie alla diretta streaming.
Ma è a Milano che si sono prese le misure più drastiche. Soprattutto in virtù del contagio che ha riguardato due magistrati.
Lunedì sera sono risultati positivi e sono stati ricoverati all'ospedale Sacco. Per gli uffici, le aule e le cancellerie delle due sezioni coinvolte sono scattate le procedure di sanificazione. Dopo una riunione fiume si è deciso di continuare a garantire le attività «essenziali», ma sono state sospese le udienze civili e penali non urgenti.
I PROVVEDIMENTI
Non è finita qui perché - come si legge nel provvedimento firmato da tutti i vertici, tra cui il procuratore Greco, il presidente vicario della Corte D'Appello Giuseppe Ondei e l'Avvocato generale Nunzia Gatto - «sono in corso operazioni di monitoraggio per censire la presenza di ulteriori ipotesi di necessario isolamento» per «soggetti che, pur non lavorando presso le sezioni interessate, possano avere avuto contatti stretti con i due contagiati».
Il presidente del Tribunale Roberto Bichi spera che il contagio «rimanga isolato». E proprio perché le risorse di giudici e personale si stanno riducendo, e probabilmente si ridurranno ancora, i capi degli uffici hanno deciso, ognuno a seconda delle proprie peculiari attività, di garantire «la continuità delle essenziali attività giurisdizionali», ma con «limitazioni dei servizi».
Da qui, ad esempio, la decisione di Bichi di sospendere le udienze civili non urgenti e di disporre che i giudici «del settore penale procedano al rinvio» dei processi «a data congrua, comunque successiva al 31 marzo», escluse le convalide di arresti o fermi, i procedimenti a carico di detenuti, le udienze del Riesame e quelle che saranno ritenute «di urgenza». Un modo questo per limitare il fiume di persone che affollano il Palazzo di Giustizia di Milano, frequentato ogni giorno da oltre 5mila persone.
Nel Tribunale di Roma si è, invece, scelta una linea soft. Il numero dei contagiati in Lombardia è infinitamente più alta rispetto a quelli del Lazio. Per questo le udienze vengono regolarmente celebrate. Tuttavia è necessario prendere una serie di precauzioni. Indicazioni che sono rappresentate da numerose locandine affisse all'ingresso delle aule del Tribunale penale che ricordano quali sono i comportamenti da seguire.
ALTRE MISURE
L'unico Tribunale, nella Capitale, che limita l'accesso è quello di Sorveglianza. Ai detenuti che vogliono partecipare all'udienza vengono date due opzioni: con un collegamento audiovisivo, se invece si vuole presenziare l'udienza verrà rinviata.
A Napoli è in atto un braccio di ferro tra ordine degli avvocati e vertici del Tribunale. Con i legali che hanno stabilito l'astensione dopo che un loro collega, rientrato da Milano, è risultato positivo al Covid-19. Lo sciopero riguarderà le udienze civili e penali della Corte di Appello di Napoli e della Circoscrizione del tribunale di Napoli, nonché amministrative davanti al Tar Campania (sezione Napoli) fino all'undici marzo.