UNA VITA DA GIANNI MINÀ – A UN ANNO DALLA MORTE, VA ONLINE IL RICCHISSIMO ARCHIVIO DEL GIORNALISTA: DOCUMENTI, FOTO E FILMATI DEGLI INCONTRI CON GRANDI PERSONAGGI, DA MUHAMMAD ALI A FIDEL CASTRO, DA MARADONA A MASSIMO TROISI – LA FIGLIA FRANCESCA EMILIA: “PENSATE A QUANDO PAPÀ RIUNÌ FABRIZIO DE ANDRÉ E GREGORY CORSO NEL SALOTTO DI ‘BLITZ’, A CIÒ CHE IL CANTAUTORE E IL POETA SI CONFIDARONO: LE EMOZIONI DI QUELL’INCONTRO SONO INTATTE” – VIDEO
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Estratto dell’articolo di Antonio Barillà per “La Stampa”
«Gianni Minà, a voce alta». È il titolo della proiezione che, a un anno dalla scomparsa, ricorderà il grande giornalista, ma è soprattutto la sintesi di una presenza costante, di una testimonianza senza tempo.
[…] alla Casa del Cinema di Roma sarà presentata la piattaforma dedicata a un archivio immenso e prezioso: racchiude sessant’anni di giornalismo d’autore, vissuti senza abbandonare mai il marciapiede.
Riassume, nel gergo delle redazioni, la capacità d’un cronista di ascoltare, chiedere, incontrare, cogliere, indagare, e Minà, nemmeno da maestro, da icona, da volto popolare e intervistatore acuto, aveva smesso di respirare le storie raccontate, di lasciarsi guidare dalla curiosità e dal confronto, senza ombre di supponenza né tentazioni di giudizio.
Ed è sempre rimasto vicino alla gente comune, orgoglioso di parlare ai giovanissimi, pur collezionando amicizie esclusive e sfogliando un’agendina invidiatissima, quella con dentro i numeri di Muhammad Ali o Fidel Castro resa immortale dallo sketch di Massimo Troisi.
«Da piccola – racconta la figlia Francesca Emilia – mi capitava di accompagnarlo agli incontri nelle scuole con i ragazzi che all’epoca erano miei coetanei: sapeva usare un linguaggio semplice e instillare la riflessione, amava sensibilizzare le nuove generazioni sui temi sociali e civili cui ha dedicato l’ultima parte della vita. L’archivio digitale consentirà di portare avanti il suo insegnamento».
Un lascito prezioso che la famiglia – la moglie Loredana, le figlie Marianna, nata dal primo matrimonio, Francesca Emilia e Paola Emilia - in collaborazione con Archivissima, ha scelto di condividere, attenta a non scivolare nel sentimentalismo e nelle trappole museali: «Nessun materiale sotto teca, ma un archivio vivo, fluido, fondato su fonti primarie malleabili nel tempo e nello spazio, fatto di testimonianze che hanno detto, dicono e diranno».
Sospira, cerca un esempio e accarezza un ricordo: «Pensate a quando papà riunì Fabrizio De André e Gregory Corso nel salotto di Blitz, a ciò che il cantautore e il poeta si confidarono: nessuno di loro è più fra noi, ma le emozioni di quell’incontro sono intatte. Mio padre sapeva mettersi a disposizione degli intervistati, non era snob nei loro confronti e non lo era verso chi leggeva o ascoltava».
Dicevano non fosse abbastanza incalzante. Banalmente, non era aggressivo. Ed era un pregio. Preferiva il dialogo, il confronto, l’approccio umile nonostante la consapevolezza di un’elevata statura professionale, la leggerezza che non minava la capacità di andare a fondo. E non raccoglieva solo risposte, pur importanti: piantava i semi della riflessione e invitava alla coscienza critica.
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Memorie che sovrappongono persona e personaggio, privato e pubblico di un uomo dai mille volti: conduttore, giornalista, scrittore, autore. «In casa era tenero e paziente, amava leggerci le favole da piccole e guidarci nella crescita attraverso il dialogo. Con i limiti di un padre nato nel 1938 quindi non sempre aggiornato sugli interessi di una ragazzina. Quando ci portava con lui, nei viaggi di lavoro, era un po’ come avere un papà artigiano e stare in bottega con lui. Il suo essere giornalista si specchiava particolarmente nell’attenzione rivolta alla scrittura: ci teneva molto, quasi una fissazione, la sera ci correggeva i temi a caccia di errori di ortografia».
Non è stato facile portare alla luce l’archivio. Il materiale era sconfinato e Minà non proprio ordinatissimo, aveva iniziato lui a catalogare e diffondere però ha fatto in tempo solo ad anticipare il lascito spirituale con opere come Storia di un boxeur latino, edito da Minimum Fax, e Fame di storie (Roberto Nicolucci Editore, pubblicato postumo), completate negli anni del tramonto, della sofferenza dinanzi all’epurazione televisiva o, semplicemente, dinanzi al cambiare veloce del mondo riflesso nei media e nella loro fruizione.
Loredana e le figlie hanno riannodato il filo reciso, poi a dare impulso all’iniziativa è stato l’incontro di Francesca Emilia con il professor Giacomo Golinelli, di Promemoria Group, in un talk voluto dal professor Antonio Masciariello per il suo corso di Heritage e progetto di Moda all’università IUAV di Venezia: la realizzazione pratica è della famiglia, della Fondazione Minà e di Archivissima, l’idea dello stesso Gianni.
Da stasera l’archivio sarà online, con tantissimo materiale inedito, e ogni tre mesi sarà aggiornato con contenuti ancora da vagliare: un sito vivo, quindi, e versatile, che abbraccia articoli – da Tuttosport, la culla, al Manifesto, filmati, documentari, fotografie, registrazioni di colloqui e tavole rotonde, spazia dall’ecologia alla realtà del Sudamerica, ripropone l’intimità di personaggi grandissimi, Pietro Mennea e Tommie Smith, Francesco Rosi e Fernando Birri, Diego Maradona e Fidel Castro, Joan Baez e Federico Fellini.
D’altronde, se pensi a Minà, appare la foto iconica scattata in una trattoria romana: lui, Muhammad Ali, Gabriel García Márquez, Sergio Leone e Robert de Niro. Anche se a noi piace ricordare altre cene, lui gigante umile tra noi ragazzini che cominciavano il mestiere. Ci insegnava prima di tutto a pensare, continuerà a farlo attraverso l’archivio.