VITA DA QAANI – IL REGIME IRANIANO MOSTRA IN PUBBLICO IL COMANDANTE SUPREMO DELLE FORZE QUDS, ESMAIL QAANI: HA PARTECIPATO (IN LACRIME) AL FUNERALE DELL’ALTO COMANDANTE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE, ABBAS NILFOUROUSHAN, UCCISO DA ISRAELE INSIEME AL LEADER DI HEZBOLLAH, HASSAN NASRALLAH – QAANI MANCAVA DALLE SCENE DA DUE SETTIMANE, E LA SUA ASSENZA AVEVA FATTO NASCERE MOLTE SPECULAZIONI SU UN SUO ARRESTO PER COOPERAZIONE CON ISRAELE…
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Iran’s state television aired on Tuesday morning footage showing Esmail Qaani, the commander of the Quds Force of the Revolutionary Guards during a ceremony that was held for the arrival of the body of Abbas Nilforoushan, the IRGC’s regional commander who was killed in Lebanon.… pic.twitter.com/qOtMbP0ssX
— Iran International English (@IranIntl_En) October 15, 2024
1. IRAN: ANCHE LEADER FORZE QUDS A FUNERALI CAPO PASDARAN
(ANSA) - Il comandante supremo delle forze Quds iraniane, Esmail Qaani, partecipa questa mattina a Teheran ai funerali dell'alto comandante delle Guardie Rivoluzionarie, Abbas Nilforoushan, ucciso in un attacco israeliano a Beirut il 27 settembre insieme al leader di Hezbollah Hassan Nasrallah: lo riporta l'Irna.
L'assenza di Qaani da eventi pubblici nelle ultime due settimane aveva sollevato speculazioni sulla sua morte o sul suo arresto da parte delle forze di sicurezza iraniane per sospetta cooperazione con Israele, affermazioni che sono state negate dalle autorità iraniane.
La televisione di Stato iraniana ha mostrato un filmato in cui si vede una persona che sembra essere Qaani mentre partecipa alla cerimonia commemorativa. Nel video lo si vede anche piangere, riportano i media israeliani.
Diversi report nei giorni scorsi hanno fornito una serie di speculazioni sulla sorte di Qaani che era scomparso dalla scena pubblica ed era stato assente anche al funerale di Nasrallah. Inizialmente era stato riferito che il generale, che ha preso il posto di Qassem Soleimani ucciso due anni fa dagli Usa, fosse morto in un attacco israeliano nella capitale libanese in cui sarebbe stato ucciso il successore di Nasrallah, Hashem Safieddine.
Successivamente, media arabi avevano riportato che Qaani, interrogato dalle guardie rivoluzionarie per il sospetto che il suo ufficio fosse stato infiltrato dal Mossad - o che lui stesso potesse essere passato dalla parte di Israele - aveva avuto un infarto. All'inizio della scorsa settimana il New York Times aveva riferito della sua scomparsa riportando le affermazioni di un membro dei pasdaran a Beirut, secondo il quale il silenzio dei funzionari iraniani su Qaani stava provocando il panico tra i membri più giovani delle guardie rivoluzionarie.
2. IL MISTERO DI QAANI I SILENZI SUL PASDARAN NEL GIOCO DEL REGIME
Estratto dell’articolo di Greta Privitera e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
L’indizio più significativo è il silenzio dei vertici della Repubblica islamica. Nessuna dichiarazione ufficiale dell’ayatollah Ali Khamenei, non una foto, un video — anche falso —, nessuna prova a smentire le voci sulla strana sparizione di Esmael Qaani, comandante dell’unità d’élite dei pasdaran, la Forza Qods, vicinissima a Hezbollah libanese.
Il 9 ottobre, il consigliere delle Guardie della Rivoluzione, Ebrahim Jabari, ha provato a mettere a tacere la notizia della sua possibile morte o di un suo arresto con una dichiarazione che non ha convinto: «È in perfetta salute e, se Dio vuole, prossimamente, riceverà un premio dalla Guida suprema».
Undici giorni dopo l’ultima apparizione, ancora nessuno sa nulla sulla sorte di Qaani. Le tracce si sono perse il 4 ottobre, dopo l’attacco dell’esercito israeliano nel Sud di Beirut, in Libano, dove è morto Hashem Safieddine, il successore del capo del Partito di Dio, Hassan Nasrallah, a sua volta ucciso da un bombardamento.
[…] Ad alimentare dubbi e speculazioni sul destino del generale della Forza Qods sono stati gli articoli del giornale britannico Middle East Eye , finanziato dal Qatar, e quelli di Al Arabiya . Citando fonti informate, affermano che Qaani sarebbe «in custodia e sotto interrogatorio con l’accusa di spionaggio». Sky News Arabic ha aggiunto che avrebbe avuto anche un infarto. Il capo dei pasdaran — che ha preso il posto del generale Qasem Soleimani, ucciso nel 2020 a Bagdad per volere di Donald Trump — sarebbe sotto indagine perché il suo più stretto collaboratore potrebbe essere una spia vicina a Israele.
E sarebbe accusato degli errori e delle falle del sistema di sicurezza della Repubblica islamica e dei suoi alleati dell’Asse della Resistenza, negli ultimi mesi fatti a pezzi dal nemico Mossad, a cominciare dall’uccisione a Teheran del capo di Hamas, Ismail Haniyeh, e dalle clamorose esplosioni dei cercapersone e walkie-talkie di Hezbollah.
[…]
La saga di Esmael Qaani contiene diversi punti distinti ma anche incrociati. Al momento la tesi della sua fine è sostenuta solo da fonti non ufficiali, da voci e indiscrezioni. Un’incertezza che può essere determinata dalla paura di esporsi ma anche dal fatto che le informazioni sono indirette, di seconda mano. Oppure non nette, perché il personaggio è in bilico: una situazione che ricorda la sorte di alcuni gerarchi russi.
Qaani e il suo collaboratore sono le entità più vicine ai vertici di Hezbollah, quindi nelle condizioni di sapere i movimenti riservati. E questo spiega perché è plausibile, per alcuni, indicarli come responsabili delle falle della sicurezza. Non bisogna sottovalutare, però, come le notizie (false) possono essere parte di una scontata guerra di propaganda […]. Possono anche essere un tentativo di «testare» il sistema di comunicazione interno di apparati abituati alla segretezza.
[…] L’Iran vive una fase di attesa armata per timore di rappresaglie israeliane, deve badare a proteggere i suoi dirigenti. Non a caso Hossein Shariatmadari, uno dei consiglieri di Khamenei, ha dato una sua interpretazione opposta alla vicenda: «Il nemico è confuso sulle reali condizioni di Qaani e questo è un successo per noi». Questo «mistero» conferma quanto la Repubblica islamica sia ingessata nella gestione di situazioni complesse. Fatica a elaborare risposte, ha bisogno di tempo per bilanciare verità, sicurezza nazionale, equilibri interni. […]