E VOI CI VIVRESTE? – L’INCREDIBILE RIPOPOLAMENTO DELLE ISOLE FAROE, PARADISO SPERDUTO ABITATO DA 53MILA ABITANTI E 70MILA PECORE: CI SONO 210 GIORNI DI PIOGGIA ALL’ANNO E LA TEMPERATURA NON SUPERA MAI I 13 GRADI, MA NON È UN FRENO – UNA SCENA DI JAMES BOND HA CONTRIBUITO AD ATTIRARE TURISTI CHE SI FANNO INTORTARE CON TOUR A 280 EURO. MA I “NUOVI FAROESI” SONO GIOVANI STUDENTI E…
-Irene Soave per il "Corriere della Sera"
«Mi piace il meteo qui. Non è caldo! ( ride ) E mi piace che le stagioni siano dettate dalla luce. La sanità mi dà qualche problema, perché è solo pubblica e devo sempre aspettare. Ma qui si sta bene». Theresa Jacobsen, bavarese, è ricercatrice di letterature scandinave e dipinge, e vive a Torshavn, capitale delle Faroe, da marzo 2020. Il meteo che le piace si riassume così: 210 giorni di pioggia l'anno, temperature mai sopra i 13°C, 5 ore di luce al giorno a dicembre e 20 a giugno. Eppure non è un freno al ripopolamento delle Faroe, 18 isole a nord del Regno Unito, 53 mila abitanti complessivi (a fronte di 70 mila pecore, e infatti Fær Øer, il nome feringio delle isole, significa «isole delle pecore»).
Nove anni fa erano il 12% in meno, nel 1993 il 25%. Un po' è «effetto James Bond»: una scena chiave dell'ultimo film della serie, No Time to Die , si svolge tra le pareti di basalto della maestosa isola di Kalsoy, e un po' della «polvere di stelle» è rimasta sull'arcipelago, producendo tour tematici, guide all'«isola di Bond» e i primi voli diretti (da Bergen, in Norvegia). Ma il glamour non basta a spiegare l'inversione di una tendenza costante nelle aree rurali, insulari e montane occidentali negli ultimi decenni: lo spopolamento. Fino al 2010, mostrano i grafici, anche qui andava così; dal 2013 in avanti, però, la popolazione aumenta dell'1,2-1,8% l'anno.
«Ero stata qui da studente», continua Jacobsen. «Sono tornata per un annuncio di lavoro: cercavano autisti per un tour dell'isola in bus. Qui ho conosciuto mio marito, un faroese». A lei è dedicata una puntata di «Home and away», un podcast settimanale in inglese che raccoglie le storie di stranieri alle Faroe. Sono tante: il romeno Levi Cerneac, la norvegese Gunn Hersen, la spagnola Cinthia Gonzales , la colombiana Juliana Arias che racconta «l'inaspettato romanticismo dei faroesi, più "caldi" dei latini». La crescita demografica delle Faroe prosegue anche grazie a loro, gli stranieri: il loro numero è raddoppiato in questo lasso di tempo, e ora sono il 4% della popolazione.
Ma i «nuovi faroesi» sono soprattutto i faroesi di ritorno, con figli, che lasciano le città all'estero dove hanno studiato e avviato carriere per tornare sulle isole. Dove, a differenza che nei depressi anni 90, c'è lavoro anche per loro, grazie a massicci investimenti del governo nel terziario avanzato. E in più un ritmo di vita in linea con i nuovi desideri dell'era delle «grandi dimissioni»: più lento. Katrin Baerentsen, fondatrice di un'agenzia per surfisti, ha vissuto anni negli Stati Uniti prima di rientrare. «Qui faccio la differenza», dice. Harriet Olafsdóttir e il marito, rientrati, hanno fondato Hanusarstova, una casa dove accolgono i turisti in modo autentico.
Jóhannus Hansen, fondatore di Reika, tour operator di Vágar, non è mai andato via. È nel turismo che si è sentito di più l'effetto James Bond. Tour delle isole sui luoghi di 007 costano, ad esempio, 280 euro a persona (in corone danesi, valuta dell'isola); ma la crescita delle Faroe - territorio autonomo della Danimarca, ma non della Ue - si attesta da tempo sul 5% annuo.
Tra i suoi motori , la pesca e l'allevamento ittico; la sanguinosa Grindadráp, la caccia ai cetacei che ogni anno attira polemiche da tutto il mondo, è una tradizione che il premier quest' anno ha detto di voler limitare. Non è chiaro se ci riuscirà: i faroesi vi sono molto legati. Intanto, attesissima nel 2022 è la serie thriller Trom , dal cast pieno di star scandinave, prodotta e ambientata proprio alle Faroe. Parla di un ambientalista che si batte per la fine della caccia ai cetacei. E l'inizio di una nuova era per l'arcipelago.