PER UNA VOLTA GLI STATI UNITI METTONO LA SALUTE DAVANTI AL BUSINESS - JOE BIDEN PROPORRA' AL WTO DI SOSPENDERE I BREVETTI DAI VACCINI: "LA PANDEMIA RICHIEDE MISURE STRAORDINARIE" - LA REVOCA, RICHIESTA IN PARTICOLARE DA INDIA E SUDAFRICA, FA INCAZZARE LE CASE FARMACEUTICHE: "QUESTA DECISIONE INDEBOLIRÀ GIÀ FRAGILI CATENE DI FORNITURE E ALIMENTERÀ LA PROLIFERAZIONE DI VACCINI CONTRAFFATTI. LA CONSEGNA L'INNOVAZIONE AMERICANA A PAESI CHE CERCANO DI ERODERE LA NOSTRA LEADERSHIP NELLE SCOPERTE BIOMEDICALI"
-CASE FARMACEUTICHE MONDIALI,DELUSE DA SCELTA USA SU BREVETTI
(ANSA-AFP) - La decisione degli Stati Uniti di sospendere i brevetti dei vaccini anti-Covid è "deludente". E' quanto sostiene l'Ifpma, la Federazione internazionale delle aziende farmaceutiche con sede a Ginevra. "Siamo totalmente in linea con l'obiettivo che i vaccini siano rapidamente e equamente distribuiti nel mondo. Ma come abbiamo ripetuto più volte, una sospensione è la risposta semplice ma sbagliata a un problema complesso", si legge in un comunicato.
Pa.Ru. per "la Stampa"
La notizia arriva, a tarda sera italiana, dagli Stati Uniti. L'Amministrazione di Joe Biden ha annunciato di essere favorevole a rimuovere le protezioni dei brevetti per i vaccini Covid-19 e che ne negozierà i termini al Wto. «Questa è una crisi sanitaria globale e le circostanze straordinarie della pandemia Covid-19 richiedono misure straordinarie», ha detto il rappresentante del commercio degli Stati Uniti Katherine Tai.
Mentre il capo del Wto Tedros ha commentato su Twitter che l'apertura di Biden è «un momento monumentale nella lotta al Covid-19». La revoca temporanea dei brevetti sui vaccini è richiesta in particolare dall'India e dal Sudafrica per poter accelerare la produzione, ma alcuni Paesi, tra cui la Francia, vi si oppongono. Parigi chiede invece donazioni ai paesi poveri.
In Italia, intanto, mentre il generale Figliuolo concede il lasciapassare per le piccole isole "Covid free", il ministero della Salute allunga a sei settimane l'intervallo di tempo per fare il richiamo con Pfizer e Moderna. La decisione mette altro carburante nel serbatoio della macchina vaccinale, che il commissario sta cercando di stabilizzare sulla velocità di crociera del mezzo milione di dosi al giorno (ieri più di 400 mila). Secondo i calcoli del presidente dell'Aifa, Giorgio Palù, spostando in avanti di due, tre settimane il richiamo dei due vaccini si libereranno infatti tre milioni di dosi in più da somministrare agli over 60.
Ai primi di aprile, allegando un parere della stessa Aifa, il ministero della Salute aveva ribadito che il richiamo di Pfizer andava fatto a tre settimane di distanza, a quattro quello di Moderna, prolungando la scadenza a 42 giorni solo in caso di necessità. Ieri la nuova Circolare che fa un taglia e incolla del parere espresso dal Cts prolunga invece alla sesta settimana il richiamo per i due antidoti, fermo restando che per chi ha già fatto la prima dose l'appuntamento per la seconda resta quello prefissato.
Il prolungamento dei termini, spiegano gli esperti del Comitato, non inficia l'efficacia della risposta immunitaria, che già dopo la prima dose «conferisce una protezione maggiore dell'80% rispetto allo sviluppo di patologia da Covid-19 grave». In più risulta necessario perché «rimane una quota significativa di soggetti non vaccinati, che per connotazioni anagrafiche o patologie concomitanti, sono a elevato rischio di sviluppare forme di Covid-19 gravi o fatali». La priorità dunque è «coprire dal rischio il maggior numero possibile di soggetti nel minor tempo possibile».
Tra le criticità che il Cts non elenca c'è però anche quella della perdita di appeal di AstraZeneca, visto i due milioni e passa di dosi rimaste nei frigo, come ha lamentato il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga.
«Non c'è dubbio - spiega - che una comunicazione confusa ha fatto prendere paura ai cittadini. Però noi dobbiamo usare la chiarezza della scienza». Che sta per emettere la sentenza definitiva con gli studi sia dell'Ema che della nostra Aifa, confermando sia per le rare forme di trombosi, sia per le emorragie conseguenti all'abbattimento delle piastrine nel sangue che si tratta di eventi più rari di quelli che si verificano per molti altri farmaci che assumiamo regolarmente senza farci troppe domande.
Sarà per ridare fiducia agli italiani sui vaccini a vettore virale o, ancor di più, perché senza le dosi di AstraZeneca e Johnson & Johnson finiti gli anziani mancherebbero le fiale per i più giovani, fatto sta che il governo sta facendo pressing sull'Aifa per cancellare le limitazioni su entrambi i vaccini, autorizzandone la somministrazione anche agli under 60.
E al personale della scuole e forze dell'ordine che avevano già avuto la prima dose targata AZ, un'altra circolare del ministero della Salute spiega che chi non ha sviluppato una delle trombosi rare dopo quella puntura «non presenta controindicazioni per una seconda somministrazione del medesimo vaccino».
Questo mentre il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, annuncia «nel giro di due settimane» il traguardo della immunizzazione delle categorie fragili, la stessa esponente di Forza Italia porta a casa quello che è di fatto un via libera all'operazione «piccole isole Covid free» da lei sponsorizzata. Anche se, come ha spiegato il generale Figliuolo al tavolo con i sindaci delle isole minori e il governo, si andrà avanti per gradi, partendo già da domani ma dando la priorità alle isolette che hanno maggiori difficoltà da un punto di vista del rischio epidemiologico e carenza di adeguati presidi sanitari.
Insomma non si partirà dall'Elba ma da realtà più piccole, come Capraia in Toscana, le Tremiti in Puglia o Stromboli, Alicudi e Filicudi nelle Eolie. Ma che dietro le motivazioni ci sia la volontà di «dare un bel segnale al sistema turistico e al mondo che siamo pronti» lo dice a chiare lettere il titolare dell'omonimo ministero, Massimo Garavaglia. Che su questo sembra essere in perfetta sintonia con il Premier Draghi.