VOTA SAVOIA! – EMANUELE FILIBERTO, A CAPO DELLA CASATA DOPO LA MORTE DEL PADRE VITTORIO EMANUELE, PENSA DI ENTRARE IN POLITICA CREANDO UN PARTITO MONARCHICO – I PRECEDENTI NON SONO BUONI: LA SUA LISTA “VALORI E FUTURO” NEL 2008 PRESE LO 0,4% E QUANDO L'UDC LO CANDIDÒ ALLE EUROPEE NEL 2009 NON FU ELETTO – LA REPLICA ALLE CRITICHE PER IL FUNERALE E LE CENERI DEL PADRE CUSTODITE A SUPERGA: “LE POLEMICHE CONTRO DI LUI SONO UNO SPORT NAZIONALE”
-EMANUELE FILIBERTO, 'ORA RISPETTATE IL DOLORE DELLA FAMIGLIA'
(ANSA) - ROMA, 09 FEB - "Superga è la Cripta di casa Savoia, fatta dai Savoia. Dove altro dovrebbe riposare mio padre? Le polemiche contro di lui sono uno sport nazionale. Dico 'va bene', ma almeno rispettateci in questi giorni difficili per la nostra famiglia". Così alla Stampa Emanuele Filiberto di Savoia, a Torino per l'addio al padre Vittorio Emanuele. La nonna Maria Josè, racconta, "era una antifascista convinta, e non solo perché il fascismo ha di fatto distrutto la monarchia, ma perché lei è sempre stata una persona libera per cui i diritti erano importanti".
Le leggi razziali? "Un abominio. Lei era ovviamente contraria e spingeva mio padre a prendere le distanze da quel periodo, da quella firma scellerata da parte del re". Rispetto alle dichiarazioni di suo padre sull'argomento, Emanuele Filiberto afferma: "Frasi maledette. Guardi mio padre è sempre stato molto timido, e veniva facilmente frainteso. Ha sbagliato a dire quello che ha detto. Ma poi ha fatto la cosa giusta. E le assicuro che ne era fermamente convinto, non è stato un modo per tornare in Italia".
Mia figlia Vittoria, dice ancora, "è l'erede della memoria storica, dei mille anni di storia dei Savoia. Adesso però sono io a avere questo ruolo. Lei deve ancora farsi strada nella vita, ma certamente è consapevole della responsabilità". Su una possibile discesa in politica, Emanuele Filiberto dice: "Vedremo, è presto per parlarne. Lavorerò comunque per il mio paese come Gran Maestro degli ordini dinastici di casa Savoia e avrò un bel po' da fare".
DOPO SANREMO E LA TV, EMANUELE FILIBERTO VUOLE PROVARE A SCRIVERE UN NUOVO CAPITOLO E ORA PUÒ GIOCARSI LA CARTA ISTITUZIONALE
Estratto dell’articolo di Maria Corbi per “la Stampa”
Quando sabato si chiuderà la lapide con su scritto Vittorio Emanuele, sarà Emanuele Filiberto il capo della casata, anche se solo un anno fa aveva assicurato che grazie all'abolizione della legge Salica avrebbe "abdicato", se così si può dire quando non c'è nessuna corona da passare, in favore di sua figlia Vittoria, 20 anni, che regina lo è già dei social e delle passerelle di moda. Ma oggi arriva la smentita: «Mi avete frainteso».
Ma come? Eppure era stato chiaro, anzi chiarissimo, mentre oggi la versione è un'altra: «A mio avviso Vittoria è molto giovane, sta studiando e deve imparare poco a poco, stando a fianco a me come io ho fatto con mio padre. Sono dell'idea che sia il caso di far posto ai giovani, quando arrivano alla giusta maturità. Quindi quando il tempo verrà, quando sarò troppo vecchio e stanco per continuare, lascerò spazio a lei».
E in questa retromarcia così improvvisa c'è chi vede una ragione precisa, ossia la tentazione, ancora una volta, di Emanuele Filiberto di provare con la politica, rifondando un partito monarchico. Se prima, con suo padre in vita, non sarebbe stato possibile per un'immagine troppo danneggiata, oggi la strada è aperta, si può comunque ricostruire.
Perché anche se in questi anni il principe di Venezia (questo il titolo concesso dal nonno) ci ha abituati alle sue molte passioni, quella vera, repressa ma non troppo, è sempre stata la politica. Per una rivincita sulla storia e sugli anni di esilio.
Dopo il principe canterino (secondo a Sanremo 2010 con Pupo), quello pop alla corte di Maria De Filippi (Amici), quello che esplora il metaverso (con il gioco Royaland), si gioca la carta istituzionale.
Nella sede delle guardie reali al Pantheon, ma anche tra le file dell'Unione monarchica, sono in tanti quelli che ci sperano, citando l'esempio di Simeone di Bulgaria, che dopo essere stato un re bambino, in età adulta è diventato premier del Paese con una lista conservatrice.
Ma la strada per Emanuele Filiberto non è semplice, si tratta di far dimenticare non solo le malefatte dei Savoia durante il fascismo e la guerra ma anche la reputazione di Vittorio Emanuele. […]
E anche se questi sono i giorni del dolore e dell'addio si deve pensare al dopo, a mettere i primi mattoncini per questo nuovo corso Savoia, per evitare che come tutte le altre volte le iniziative diventino lettera morta. Era il 2020 quando Emanuele Filiberto lanciò Realtà Italia: «Se sarà in futuro un movimento politico o se resterà un movimento di idee per l'Italia non lo so. Ma se deve finire in politica, che sia».
E da allora molte dichiarazioni simili a slogan, prima tra tutte questa: «Se la politica non riesce a immaginare il futuro del Paese, dobbiamo pensarci tutti noi». O anche: «Non è questa l'Italia che sognavo in esilio. I giovani senza futuro».
Un tentativo, per sondare la piazza, seguito da un rapido dietrofront. Ancora una volta, perché tra un Sanremo e una pubblicità delle olive, varie volte Emanuele Filiberto ha provato a «scendere in campo» per dirla come Silvio Berlusconi, leader di riferimento, il premier che ha messo la parola fine all'esilio.
La sua lista «Valori e futuro» nel 2008 prese lo 0,4% (l'ultimo partito in assoluto in ordine di preferenze) mentre quando l'Udc lo candidò alle europee nel 2009 raccolse 22 mila preferenze e arrivò primo dei non eletti dietro a Magdi Allam. «Un secondo posto come a Sanremo», ironizzò il principe.
[…] Insomma una marcia lenta, e cauta, verso un impegno diverso da quello di effigie nostalgica, con la difficile missione di far dimenticare il passato della famiglia e di suo padre. Un'operazione in cui ha avuto l'aiuto di sua moglie, con cui vivono separati, l'attrice Clotilde Courau, che lo ha convinto, per esempio, a partecipare alla docufiction di Beatrice Borromeo, mostrando distanza, anche se affettuosa, dal padre.
E se qualcuno si chiede come mai Emanuele Filiberto nonostante le ambizioni politiche si sia dato alla televisione pop, ecco la sua risposta: «Mi ha insegnato a capire gli italiani, la tv entra nelle loro case». Vi ricorda qualcuno?