YVES SAINT LAURENT E BRIONI SMETTERANNO DI VENDERE PELLICCE ANIMALI - DOPO GUCCI, BALENCIAGA, BOTTEGA VENETA E ALEXANDER MCQUEEN, ANCHE GLI ULTIMI DUE MARCHI DEL GRUPPO KERING CEDONO ALLE PRESSIONI DEGLI ANIMALISTI - A MARZO GLI ATTIVISTI DI "PETA" AVEVANO MANIFESTATO IN STRADA E POI LANCIATO UNA PETIZIONE PER CHIEDERE ALLE DUE CASE DI MODA DI "UNIRSI ALLE CENTINAIA DI ALTRI STILISTI E BRAND" CHE RIFIUTANO DI VENDERE CAPI O ACCESSORI IN PELLICCIA...
-Dagotraduzione da Le Figaro
Yves Saint Laurent e Brioni smetteranno di produrre e vendere pellicce animali. Sono gli ultimi due marchi del gruppo Kering ad avere abbandonato la pratica, dopo Gucci, Balenciaga, Bottega Veneta ed Alexander McQueen.
Per diversi anni, molti marchi di lusso, tra cui giganti come Chanel, si sono allontanati dalla pelliccia. Solo Brioni e Saint Laurent non avevano fatto il grande passo, tanto che a marzo, l’organizzazione animalista Peta aveva manifestato davanti al negozio di avenue Montaigne a Parigi per protestare contro una campagna pubblicitaria con Kate Moss ad indossare una pelliccia di volpe.
Una petizione di Peta aveva poi chiesto a Saint Laurent e Brioni di «unirsi alle centinaia di altri stilisti e brand – tra cui Armani, Burberry, Chanel, Gucci, Macy's, Michael Kors, Prada e Versace – che ora si rifiutano di vendere capi di abbigliamento o accessori in pelliccia».
Marie-Claire Daveu, direttrice dello sviluppo sostenibile di Kering, ha spiegato ad AFP: «Riteniamo che macellare animali che non verranno mangiati per usare la loro pelliccia non corrisponda al lusso moderno, che deve essere etico, al passo con i suoi tempi e con le questioni sociali».
Per quanto riguarda gli «standard relativi al benessere degli animali» pubblicati dal gruppo nel 2019, «continueranno ad essere applicati rigorosamente, per quanto riguarda altre fibre e materiali animali», ha affermato. «Nel lusso siamo influencer, lanciamo tendenze, quindi riteniamo che fare le cose faccia parte della nostra responsabilità».
Dal canto suo, la concorrente LVMH ha detto ad AFP «che lascerà ai suoi marchi la possibilità di continuare a utilizzare la pelliccia per offrire ai (suoi) clienti che desiderano indossarla prodotti realizzati nel modo più etico e responsabile possibile». Specifica di aver bandito le pellicce delle «specie in via di estinzione». Una «carta del benessere animale» regola le forniture del gruppo, che punta alla «tracciabilità al 100%» dei propri settori «entro il 2026».
Di fronte alle pressioni delle associazioni per la protezione degli animali e alle considerazioni etiche di una parte crescente dei consumatori, le principali case di moda, ma anche il prêt-à-porter (Burberry, DKNY) hanno rinunciato negli ultimi anni alla pelliccia animale. La catena americana di grandi magazzini Macy's ha smesso di venderli all'inizio del 2021 e il marchio Canada Goose, noto per le sue giacche di piume d'oca con cappucci ornati di pelliccia di coyote, smetterà di produrli entro la fine dell’anno.