ZAKI, E ORA? - È DURATA SOLO QUATTRO MINUTI L'UDIENZA IN TRIBUNALE A MANSURA CHE HA SCARCERATO (MA NON ASSOLTO) LO STUDENTE EGIZIANO DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA - PATRICK HA PARLATO CON LA MAMMA PRIMA DI ESSERE PORTATO VIA: "STO BENE, GRAZIE ITALIA" - LA SUA LEGALE STA CERCANDO DI DIMOSTRARE UNA PRESUNTA ILLEGALITÀ DURANTE L’ARRESTO E LA CORRETTEZZA DEL SUO ARTICOLO INCRIMINATO SULLA PERSECUZIONE DEI CRISTIANI COPTI - DI MAIO: "CONTINUIAMO A LAVORARE SILENZIOSAMENTE..."
-1 - ZAKI IN TRIBUNALE, UDIENZA DURATA APPENA QUATTRO MINUTI: «STO BENE, GRAZIE ITALIA»
Marta Serafini per www.corriere.it
È iniziata - e terminata rapidamente dopo qualche minuto - stamattina a Mansura, in Egitto sul delta del Nilo, la terza udienza del processo a carico di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna sotto accusa per diffusione di false informazioni attraverso articoli giornalistici e detenuto in carcere esattamente da 22 mesi.
Quando lo hanno portato velocemente in aula, non era ammanettato. Era vestito di bianco come altre volte. Ha detto «sto bene», ma era agitato. Due secondi al volo per parlare con la mamma e poi l’hanno portato via.
Si è appreso che uno dei due diplomatici italiani presenti in tribunale ha potuto parlagli brevemente per rappresentargli la vicinanza delle istituzioni italiane e Patrick ha ringraziato per quello che l’Italia e l’Ambasciata stanno facendo per lui. Il diplomatico italiano si era intrattenuto anche con i genitori di Patrick poco prima.
La legale di Patrick Zaki, Hoda Nasrallah, ha chiesto l’acquisizione di altri atti per dimostrare sia una presunta illegalità durante l’arresto del 7 febbraio 2020 e sia la correttezza dell’articolo sui copti alla base del processo.
L’udienza, dopo l’intervento del legale, è stata sospesa dopo appena 4 minuti. Al Tribunale non circolano ipotesi accreditabili circa la possibile durata dell’interruzione.
2 - PATRICK ZAKI SARÀ SCARCERATO
Marta Serafini per www.corriere.it
Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna in carcere da quasi due anni con l’accusa di diffusione di notizie false, è formalmente libero.
Il giovane «non è stato assolto», ma verrà rilasciato dal carcere nelle prossime ore e dovrà apparire davanti alla corte di nuovo il 1 febbraio. L’ordine di scarcerazione — secondo fonti legali vicine a Zaki — è stato già firmato.
Hoda Nasrallah, la legale di Zaki, ha confermato al Corriere che il rilascio dovrebbe avvenire a breve dal carcere di Tora al Cairo. Lobna Darwish di Eipr, la Ong con cui collaborava Zaki e che si occupa della sua difesa legale, ha confermato al Corriere che Zaki a breve verrà trasferito al Cairo.
L’annuncio è stato accolto con un urlo di gioia nel tribunale di Mansoura, dove oggi si è svolta una nuova udienza del processo.
Alla base del procedimento contro Zaki — che al momento dell’arresto aveva 28 anni, e ne ha compiuti 30 in una cella egiziana — c’erano tre articoli giornalistici sulla persecuzione dei cristiani copti in Egitto.
L’Italia, nei mesi scorsi, aveva trattato e ricevuto assicurazioni per ottenere che la condanna corrispondesse al tempo che Zaki aveva già trascorso in carcere.
«Primo obiettivo raggiunto: Patrick Zaki non è più in carcere», ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. «Adesso continuiamo a lavorare silenziosamente, con costanza e impegno. Un doveroso ringraziamento al nostro corpo diplomatico».
«Quando lo hanno arrestato nel febbraio 2020 abbiamo aspettato per ore all’aeroporto del Cairo sperando di vederlo arrivare, aveva appena passato i controlli, “tutto bene mamma”, mi ha detto per telefono. Poi lo hanno fermato», ha detto la madre di Zaki nei giorni scorsi al Corriere. «Diceva sempre così Patrick. “Tutto bene”».
Il 20 novembre a Zaki è stato riconosciuto il premio Cutuli. «Mi piacerebbe scrivere presto per il Corriere della Sera», aveva fatto sapere il ricercatore attraverso la sorella Marise in occasione della premiazione. Il Corriere, come promesso, si augura presto di poter pubblicare il suo articolo.