ZELENSKY STREPITA E LO ZIO SAM LO RIMETTE A POSTO – ALLA CONFERENZA DI MONACO SULLA SICUREZZA, IL PRESIDENTE UCRAINO HA CHIESTO NUOVE ARMI ALL'OCCIDENTE: “NON C'È ALTERNATIVA ALLA VITTORIA, IL GOLIA RUSSO PUÒ PERDERE QUEST'ANNO” – MA IL SEGRETARIO DI STATO USA, ANTONY BLINKEN, VOLATO IN GERMANIA, METTE I PALETTI ALLE AMBIZIONI DI KIEV: “LA CRIMEA È LA ‘RED LINE’ E INNESCHEREBBE UNA RISPOSTA DURA DI PUTIN” – VIDEO
-1 – ZELENSKY, IL GOLIA RUSSO PUÒ PERDERE QUEST'ANNO
Estratto da www.ansa.it
Il presidente ucraino Zelensky ha aperto i lavori della conferenza di Monaco sulla sicurezza, che riunisce i leader mondiali in vista del primo anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina. "Noi tutti siamo il mondo libero. E non c'è alcuna alternativa: dobbiamo vincere contro Golia", ha detto intervenendo in collegamento video.
"Il Golia russo ha appena iniziato a perdere". "Golia può perdere quest'anno", ha incalzato. "Non abbiamo alternativa alla nostra risolutezza", ha aggiunto, avvertendo che "il Cremlino può distruggere la pace di tutti presenti. Se le decisioni del mondo vanno a rilento, Putin se ne avvantaggia".
Macron ha ammonito sul fatto che non è ancora l'ora del dialogo con la Russia. "Nessuno può cambiare la geografia della Russia. E nessuno può cambiare il fatto che la Russia è parte dell'Europa. E potrà esserci pace in Europa solo se ci sarà una risposta alla questione russa", ha detto a Monaco. "Ho sempre avvertito: non dobbiamo essere naive e farla facile". "E dobbiamo portare avanti il dialogo dove possibile. Anche se questa non è ancora l'ora del dialogo", ha continuato.
"Chi può mandare tank all'Ucraina lo faccia adesso", ha avvertito il cancelliere tedesco Olaf Scholz, nel suo intervento a Monaco. "Nella politica sulle armi l'Unione europea deve remare nella stessa direzione", ha detto. Ed ha aggiunto: "Abbiamo la preoccupazione che non si arrivi a una guerra fra la Nato e la Russia. Continueremo a mantenere l'equilibrio fra il migliore sostegno possibile all'Ucraina e l'evitare una escalation non voluta. E sono contento e grato del fatto che anche il presidente Biden e molti altri alleati la pensino esattamente come me". […]
2 – GLI USA CON L'UCRAINA "FINO ALLA FINE" "MA SULLA CRIMEA BISOGNA TRATTARE"
Estratto dell'articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”
L'Amministrazione americana trasloca in Europa. A Monaco di Baviera per la Conferenza sulla Sicurezza sono arrivati Kamala Harris, il segretario di Stato Antony Blinken e quello alla Homeland Security Alejandro Mayorkas, proprio mentre il capo del Pentagono, Lloyd Austin, dall'Estonia rilanciava l'unità della Nato e rafforzava la promessa: «L'America è qui in caso di attacco». E la settimana prossima il presidente Biden sbarcherà a Varsavia per un summit con i Paesi del gruppo di Bucarest, un bilaterale con il capo dello Stato Andrzej Duda e soprattutto per il discorso che segnerà il momento apicale dell'anniversario dell'invasione russa.
[...] La linea americana e degli alleati resta quella del sostegno a Kiev «fino alla fine», il quesito è immaginare dove sia la fine. C'è uno iato fra le ambizioni ucraine e il realismo americano soprattutto sulla Crimea. Zelensky vorrebbe armi per attaccarla e i russi hanno spostato i loro arsenali e centri operativi oltre la gittata dei missili attualmente in possesso di Kiev. Il sito Politico ha riferito che Blinken, in una conference call con alcuni analisti, ha detto che la «Crimea è la red line e innescherebbe una risposta dura di Putin».
Gli sforzi secondo gli Usa andrebbero concentrati altrove, visto che «Kiev non riuscirà a conquistarla» aveva detto un ufficiale del Pentagono al Congresso 10 giorni fa. Nuland ha dato il senso di quella che è la visione a lungo termine americana e indicato la cornice entro la quale gli Usa sono disposti a collocare eventuali negoziati: rafforzare il potere di deterrenza ucraino. Le armi non servono solo a vincere, il ragionamento di Nuland, ma anche a garantire una struttura di sicurezza per impedire che Mosca fra «due, tre otto mesi o di più possa tornare a colpire».
L'indebolimento sul lungo termine della Russia passa da un rafforzamento delle sanzioni. Saranno annunciate il 24. E andranno a colpire il settore tecnologico e industriale.