ZITTI A MOSCA! – IL CREMLINO HA INSERITO NELLA SUA LISTA DEGLI "AGENTI STRANIERI" L'ORGANIZZAZIONE FORMATA DA MADRI, MOGLI E FIGLIE DEI SOLDATI RUSSI, CHE CHIEDONO IL RITORNO DEI LORO CARI DAL FRONTE - IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA RUSSO ACCUSA L'ASSOCIAZIONE DI AVER CERCATO DI CREARE "UN'IMMAGINE NEGATIVA" DEL PAESE E DELL'ESERCITO E DI AVER INCITATO A PROTESTE "ILLEGALI"…
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(ANSA-AFP) - La Russia ha inserito nella sua lista degli "agenti stranieri" l'organizzazione "La strada verso casa", formata da madri, mogli e figlie dei soldati russi mobilitati per l'invasione dell'Ucraina che organizza manifestazioni chiedendo il ritorno dei loro cari dal fronte. Nella lista nera del Cremlino è stata inserita anche Yekaterina Duntsova, che auspica la fine della guerra e a cui le autorità hanno impedito di candidarsi alle presidenziali di marzo.
Il ministero della Giustizia russo accusa l'organizzazione di aver cercato di creare "un'immagine negativa" della Russia e dell'esercito russo e aver incitato a proteste "illegali". Nella lista degli "agenti stranieri" Mosca ha anche inserito una delle leader del gruppo, Maria Andreyeva, che ha fatto sapere all'Afp di ritenere ingiusto il provvedimento e di volerlo impugnare.
Nella lista è stata aggiunta anche la testata Sota - con la motivazione secondo cui è critica verso l'invasione dell'Ucraina - e l'attivista per i diritti umani Marina Litvinovich. Il registro degli "agenti stranieri" è la lista nera con cui il Cremlino prende di mira oppositori e attivisti per i diritti umani, ma anche ong e organizzazioni che criticano il governo. L'inserimento nell'elenco impone un severo controllo amministrativo e obbliga a presentarsi con questa etichetta, cosa che ha di fatto costretto diversi enti alla chiusura.
Nel 2022 la Corte europea dei diritti dell'Uomo ha condannato la Russia per aver promulgato nel 2012 la legge sugli "agenti stranieri" spiegando che questa viola il diritto alla libertà d'associazione e quello alla libertà d'espressione. Il regime russo sta inasprendo la repressione del dissenso e in Russia vige anche una legge bavaglio che prevede fino a 15 anni di reclusione per chi si schiera contro l'invasione dell'Ucraina.