1- MA QUALE CORRIERE O CONFINDUSTRIA, RIGOR MONTIS È STATO SCARICATO DALLA CITY - 2- SULLA PRIMA PAGINA DEL ‘’FINANCIAL TIMES’’ LA “SCALATA AL POTERE” DEL COMICO BEPPE GRILLO (IN QUESTO CASO “NOT FUNNY”) HA PRESO IL POSTO DI “THE FULL MONTI” - 3- LE ACCUSE AL “TECHNOCRAT PRIME MINISTER”: AUMENTARE LE TASSE NON È UN BUON METODO PER STIMOLARE LA CRESCITA. NON HA FATTO NIENTE SULLE PRIVATIZZAZIONI, NÉ SULLA VENDITA DEGLI IMMOBILI DELLO STATO. SULLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA È PRATICAMENTE FERMO, EPPURE GLI INVESTITORI NON VENGONO IN ITALIA ANCHE PERCHÉ LA GIUSTIZIA CIVILE HA TEMPI INFINITI, TRE ANNI IN MEDIA PER UN PROCESSO - 4- “TRA I MINISTRI ALCUNI HANNO AMBIZIONI POLITICHE (PASSERA), E QUESTO NON AIUTA MONTI” -
Paolo Bracalini per Il Giornale
Sulla prima pagina del Financial Times , specchio della finanza londinese, la «scalata al potere » del comico Beppe Grillo (in questo caso «not funny», anzi da prendere sul serio) ha preso il posto di «The Full Monti», gioco di parole simpatizzante con cui il quotidiano economico salutò l'arrivo del Professore al posto di Silvio Berlusconi. In un semestre le cose sono cambiate, molto (anche i poteri forti di Londra hanno girato le spalle a Monti?).
Il Ft è passato dall'entusiasmo per quel «rivoluzionario a tempo » (« parenthetic revolutionary ») che - scriveva a gennaio Peter Spiegel da Bruxelles - «cavalca l'onda del consenso popolare e in Europa è ammesso nell'esclusivo direttorio una volta aperto solo a Merkel e Sarkozy», ai timori per i primi inciampi del suo governo, fino alla delusione, che è l'attuale stato degli articoli su Mario Monti.
«La prossima settimana dovrebbe scrivere qualcosa su Monti il nostro direttore» ci anticipa il corrispondente a Roma del Financial Times , Guy Dinmore, che nell'ultimo pezzo descrive il premier italiano come un « technocrat prime minister », con la testa più a Bruxelles (le richieste dei partner Ue) che a Roma (i problemi degli italiani),immobilizzato tra«un gabinetto litigioso» e una «burocrazia inestirpabile».
«Parlo con molti economisti della City e lì ci sono valutazioni differenti su Monti, ma il senso generale è di delusione. Se c'è una linea del mio giornale sul governo italiano è che l'Europa ha bisogno di crescita, e aumentare le tasse non è un buon metodo per stimolarla. C'erano delle aspettative su di lui, ma finora le ha disattese. Monti non ha fatto niente sulle privatizzazioni, né sulla vendita degli immobili dello Stato. Sulla riforma della giustizia è praticamente fermo, eppure gli investitori non vengono in Italia anche perché la giustizia civile ha tempi infiniti, tre anni in media per un processo.
E infatti nell'ultimo report della Banca mondiale, Doing Business , l'Italia è all' 87esimo posto su 183 (e nel ranking sull'efficacia della giustizia è al 158esimo, ndr). Il livello delle tasse italiane è un altro elemento che allontana gli investitori, e Monti le ha alzate, certamente anche perché deve contrastare un debito pubblico altissimo».
Il Monti raccontato dal Ft somiglia ad un superburocrate europeo «concentrato sull'arena internazionale » più che sul fronte domestico, che per Monti sarebbe secondario - sostiene Dinmore citando una fonte di governo - rispetto al suo «crescente ruolo di coordinatore, all'interno della Ue e del G7, delle politiche di contrasto alla crisi del debito». Altro problema del Professore, la sua squadra: «Tra i ministri ci sono alcuni che hanno delle ambizioni politiche, e questo non aiuta Monti» (il nome a cui pensa è soprattutto quello di Passera).
Quel che ancora si riconosce al professore è un livello di credibilità internazionale più alto dei suoi « competitor politici». «In questo momento, sebbene la sua leadership sia deludente, non si vedono alternative dentro i partiti, e questo governo è ancora giudicato migliore dei precedenti» dice il giornalista del Ft .
«I mercati sanno bene che non spetta solo a Monti risolvere una crisi che è internazionale. L'Italia è in recessione, ma il primo trimestre ha segnato il ritorno nella recessione anche per la Gran Bretagna, e persino la Germania è ferma. Monti deve essere più ambizioso, soprattutto nel taglio della spesa. La spending review di Bondi e le privatizzazioni sono due operazioni molto importanti, che darebbero fiducia agli investitori internazionali».
Senza cambio di marcia su crescita e tagli, gli editoriali del Ft su Monti non torneranno più al registro iniziale.
E, una volta perse le speranze, si concentreranno sull'«italian Jiminy Cricket», il Grillo parlante: «Beppe Grillo ha capito che il sistema politico in Italia si è rotto, e dice quello che gli italiani pensano» (Grillo era sulla prima pagine del Ft , il 5 giugno). Essere spodestato da un comico, sulla bibbia dei banchieri europei, sarebbe davvero il colmo per Mario Monti.