1- UN PAESE CORROTTO? PARTITI MARCI? ECONOMIA INFETTA? NO! IERI SERA, GRAZIE A “PIAZZAPULITA” ABBIAMO FINALMENTE SCOPERTO QUAL E’ IL VERO PROBLEMA CHE AFFLIGGE ‘STO CAZZO DI PAESE: CASALEGGIO E LA MANCATA DEMOCRAZIA NEL MOVIMENTO 5 STELLE! - 2- LA BOMBA CONTRO GRILLO E’ UN AUDIO (DEMOCRATICAMENTE) “RUBATO” DI QUATTRO MESI FA DI GIOVANNI FAVIA, NIENTEMENO CONSIGLIERE REGIONALE GRILLINO DELL'EMILIA ROMAGNA - 3- IL “MOSTRO” CASALEGGIO NE ESCE ALLA GRANDE: “E’ UNA MENTE FREDDISSIMA. MOLTO ACCULTURATA E MOLTO INTELLIGENTE, CHE DI ORGANIZZAZIONE, DI DINAMICHE UMANE, DI POLITICA SE NE INTENDE” (ROBA DA CANDIDARLO SUBITO PREMIER, ALTRO CHE GRILLO!) - 4- MA SI PUO’ CERCARE LA PAGLIUZZA NELL’OCCHIO DEL GRILLISMO QUANDO LA CLASSE POLITICA ITALICA HA UN CANTIERE DI TRAVI NEL CULO? E QUESTO SAREBBE IL GRANDE SCOOP? -
http://video.corriere.it/casaleggio-vendicativo-qui-non-c-democrazia/d31167ce-f868-11e1-a29d-c7eff3c66a96
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«Casaleggio prende per il culo tutti perché da noi la democrazia non esiste. Grillo è un istintivo, lo conosco bene, non sarebbe mai stato in grado di pianificare una cosa del genere». Dagli schermi di "Piazza Pulita" su La 7 il consigliere regionale grillino dell'Emilia Romagna, Giovanni Favia, usa parole durissime per descrivere lo stato di salute del Movimento 5 Stelle.
L'intervista, che risale a maggio, registra frasi molto dure pronunciate "off the record" da Favia all'inviato di Corrado Formigli, a telecamera spenta, ma a microfoni accesi: «I politici, come Bersani, non capiscono. Non hanno capito che c'è una mente freddissima (Casaleggio, n.d.r.) molto acculturata e molto intelligente dietro, che di organizzazione, di dinamiche umane, di politica se ne intende», dice Favia nel fuorionda. È Casaleggio la vera mente del movimento?, incalza l'inviato.
«Il problema è in su - spiega e dice Favia -. Quindi o si levano dai coglioni oppure il movimento gli esploderà in mano. Ma loro stavano già andando in crisi con questo aumento di voti. Come si sono salvati? Con il divieto di andare in tv. Io con Santoro me la sono cavata, ma applicando un veto. Ho preso anche l'applauso ma mi è anche costato dire quello che non pensavo».
Favia, dopo aver ribadito che in 5 Stelle «la democrazia non esiste», non risparmia critiche all'ispiratore del movimento: «Lui (Beppe Grillo, n.d.r.) espellendo Tavolazzi ha soffocato nella culla un dibattito che stava nascendo in rete in contrapposizione alla gestione Casaleggio». Il consigliere ha spiegato infine come sulle linee guida e anche sulle iniziative pubbliche che prende il movimento per fare un referendum o non farlo «ha sempre deciso Casaleggio da solo» e non Grillo.
Casaleggio, continua, «ha sempre fatto così. Se lui non facesse il padre padrone, io il simbolo glielo lascerei anche: adesso in rete non si può addirittura più parlare, neanche organizzare incontri tipo quello di Rimini che non usavano il logo del movimento».
«Casaleggio controlla dall'alto tutta questa roba? Sì, tutta. Lui quando qualcosa non va telefona o fa telefonare Grillo. Il problema è che loro hanno messo in moto una macchina che sarebbe davvero un faro, potrebbe esserlo anche a livello mondiale se entrambi superassero quella complicità di sistema padronale che hanno. Sarebbe una bomba incredibile».
Al voto on line Favia non ci crede:«Tra gli eletti ci sono degli infiltrati di Casaleggio, quindi noi tutti dobbiamo stare molto attenti quando parliamo. Casaleggio è spietato, è vendicativo. Adesso vediamo chi manda in Parlamento, perché io non ci credo alle votazioni on line, lui ci manda chi vuole lui».
A tarda sera Favia ha provato a rimediare al clamoroso fuorionda: «Da ormai cinque anni sto dando la mia vita per il Movimento 5 Stelle, contribuendo alla sua nascita. Ora ci sono dei problemi, li chiariremo tutti insieme», si limita a dire il consigliere regionale emiliano. Dopo la messa in onda, il consigliere regionale, che è uno degli esponenti più noti del M5S, spiega le sue ragioni su Facebook.
«Il Movimento - scrive - è un grande sogno, non è Favia, non è Casaleggio. L'ultima occasione per questo paese, per riscattarsi. Mesi fa incontrai un giornalista, mi intervistò in merito alla democrazia interna nel livello nazionale. Tavolazzi (esponente espulso dal movimento, ndr) era stato un grande compagno di battaglie, come me, sin dagli inizi. Lo vidi piangere, dopo l'inibizione al logo. Ero arrabbiatissimo. In pubblico non ho mai voluto manifestare il mio disagio per non danneggiare la nostra battaglia»