1- SUL VATICANO SI ALLUNGA L’OMBRA DELLA MASSONERIA: “AFFILIATI ANCHE DEI CARDINALI” - 2- LA PAROLA UFFICIALMENTE VIETATA, L’HA PRONUNCIATA QUASI IN LACRIME UNO DEI TRE FUNZIONARI VATICANI CHE ORA RISCHIANO L’ARRESTO RIVELANDO DI “ESSERE AL SERVIZIO DI UNA LOGGIA MASSONICA CHE OPERA DENTRO IL VATICANO E DELLA QUALE FANNO PARTE ANCHE DEI CARDINALI”, ANSIOSA “DI ARRIVARE ALLA SOSTITUZIONE DI BERTONE, ALLA GUIDA DELLA SEGRETERIA DI STATO”, IL CUI MANDATO SCADE A DICEMBRE - 3- A BENEDETTO XVI RIPORTATI ANCHE I NOMI DI ALCUNI CARDINALI IN ODORE DI “GREMBIULINO E COMPASSO”, SUI QUALI SAREBBERO IN CORSO ACCERTAMENTI ASSAI “DISCRETI” - 4- I MANDATI DI ARRESTO PER TRE LAICI CHE LAVORANO NELLA SEGRETERIA DI STATO, NON ESEGUITI PERCHÉ SI TRATTA DI PERSONE CHE HANNO SOLO LA CITTADINANZA ITALIANA -


Francesco Bonazzi per Il Secolo XIX

TARCISIO BERTONE

La parola ufficialmente vietata, una sorta di arma finale contro la fronda interna contraria al cardinal Bertone, l'ha pronunciata quasi in lacrime uno dei tre funzionari vaticani che ora rischiano l'arresto: "massoneria". Interrogato nei giorni scorsi dalla commissione d'inchiesta sulle fughe di notizie, l'uomo ha ammesso di "essere al servizio di una loggia massonica della quale fanno parte anche dei cardinali", ansiosa di "mettere fine, per il bene della Chiesa, all'attuare situazione di anarchia".

JULIAN HERRANZ DELL OPUS DEI

Anarchia che sarebbe colpa dell'attuale gestione della Segreteria di Stato, affidata a Tarcisio Bertone. Questo racconto è già stato prontamente riferito al Papa, con tanto di nomi dei possibili porporati con doppia - e incompatibile - "affiliazione". Visto che l'appartenere alla massoneria, anche se non è più esplicitamente sanzionato con la scomunica, è comunque un peccato mortale. E quindi impedisce al cattolico di accostarsi ai sacramenti.

E' ormai da un mese che lavora a ritmi serrati la commissione voluta da Benedetto XVI per scoprire chi c'è dietro il continuo esodo di documenti riservati fuori dalla Mura leonine. I tre cardinali incaricati sono lo spagnolo Juliàn Herranz, ex segretario del fondatore dell'Opus Dei Escrivà de Balaguer, il prefetto emerito di Propaganda Fide Jozef Tomko e l'ex arcivescovo di Palermo, Salvatore De Giorgi.

Monsignor Escrivá de Balaguer

Ma negli ultimi giorni, di fronte alla gran mole di interrogatori che ha fatto seguito al fermo di Paolo Gabriele, il maggiordomo del pontefice accusato di essere uno dei cosiddetti corvi, i tre cardinali si sono spesso dovuti dividere e si sono avvalsi sempre più anche degli uomini di fiducia di Domenico Giani, il capo della gendarmeria vaticana.

Ebbene, proprio a cavallo del finesettimana, si sarebbe aggravata la posizione di tre laici che lavorano nella Segreteria di Stato, per i quali sono pronti altrettanti ordini d'arresto. Mandati non eseguiti perché, a differenza di Gabriele, si tratta di persone che hanno solo la cittadinanza italiana e vivono fuori dal Vaticano.

DOMENICO GIANI jpeg

Uno di loro, durante l'interrogatorio, ha inquadrato la propria partecipazione alla fuga di notizie in uno scenario ancora più romanzesco di quanto già non appaia la vicenda del maggiordomo-corvo. Il funzionario ha aperto uno squarcio sui mandanti e, quasi piangendo, ha dichiarato: "Mi sono messo al servizio di una loggia massonica che opera dentro il Vaticano e della quale fanno parte anche dei cardinali. Scopo della nostra azione, portata avanti nella convinzione di fare il bene della Chiesa, è quello di mettere fine all'attuale situazione di anarchia che mette a rischio la cristianità".

E nell'immediato, ha spiegato che il primo obiettivo "era quello di arrivare alla sostituzione del cardinale Tarcisio Bertone, alla guida della Segreteria di Stato", il cui mandato scade a dicembre.

PAOLO GABRIELE

Una confessione da prendere con le dovute cautele, anche perché filtra dalle Mura leonine proprio mentre è in discussione la conferma di Bertone, che da queste rivelazioni ottiene due indubbi vantaggi. Il primo è che viene così trovata una giustificazione particolarmente diabolica al fatto che parte della documentazione riservata, oggettivamente, sia uscita proprio dalla "sua" Segreteria di Stato.

Il secondo è che questo presunto complotto massonico contro il papa avrebbe un primo, precisissimo obiettivo personale: far fuori il cardinal Bertone dal governo della Chiesa. Quanto basta a ‘blindarlo" nel suo incarico con una proroga.

Non è da trascurare, però, il fatto che quella di una presunta loggia massonica infiltrata nel cuore del Vaticano è più che una semplice diceria. Anzi, da oltre trent'anni è una ferita ancora aperta la storia della fantomatica "Loggia Ecclesia" raccontata dal giornalista Mino Pecorelli sul suo "Op", poco prima di essere ucciso.

Mino Pecorelli

Non solo, ma la presenza di un buon numero di massoni nello scandalo Ior-Sindona traccia suggestivi parallelismi con uno scontro di potere come quello odierno che, ancora una volta, sembra nascere dai segreti della banca vaticana.

Pur sospese tra leggenda e realtà, rivelazioni tanto gravi non potevano essere taciute al pontefice e gli sono quindi state immediatamente riferite dai tre cardinali che egli stesso ha scelto per la pre-inchiesta personale. L'inchiesta giudiziaria vera e propria, infatti, arriverà in una seconda fase. Non solo, ma a Benedetto XVI sono stati riportati anche i nomi di alcuni cardinali in odore di "grembiulino e compasso", sempre riferiti dal funzionario pentito, sui quali sarebbero in corso accertamenti assai "discreti".

JOSEPH RATZINGER PAPA BENEDETTO XVI

Indagare sui prìncipi della Chiesa, del resto, non è semplice e non è neppure previsto dalle norme canoniche. Di sicuro, i porporati non possono essere pedinati o intercettati, come invece pare sia avvenuto in queste settimane anche fuori dal Vaticano nei confronti di un buon numero di funzionari sospettati.

Ma chi ha voluto tutti questi interrogatori di massa ritiene probabilmente che sia in gioco la sopravvivenza stessa della Chiesa, e allora sono ammesse un po' di eccezioni. Anche di segno diverso. Così, a coloro che stanno collaborando con l'inchiesta è stata prospettata addirittura l'ipotesi di "una grazia concordata". Che tradotta in termini profani sarebbe una sorta di amnistia per chi aiuterà il Vaticano "a fare pulizia al proprio interno". Sempre che i cosiddetti corvi siano "lo sporco" della Chiesa, e non una semplice fronda o resistenza interna.