DAL 18 MAGGIO L’ITALIA POTREBBE ESSERE A ZERO (O QUASI) CONTAGI - LA STIMA DELLA TASK FORCE DI COLAO - SI IPOTIZZA LA RIAPERTURA DELLE AZIENDE A FINE APRILE. MA L’OTTIMISMO DEGLI ESPERTONI COZZA CON LA PRUDENZA DEL COMITATO TECNICO-SCIENTIFICO. QUALE DELLE DUE LINEE PREVARRA’? - E PER EVITARE IL SOVRAFFOLLAMENTO DEI MEZZI PUBBLICI L'IDEA DELL'EX NUMERO 1 DELLA VODAFONE E' MANDARCI TUTTI IN BICI (ELETTRICA)...
-Ilario Lombardo per la Stampa
Vittorio Colao consegnerà la relazione della task force nelle mani di Giuseppe Conte la prossima settimana. Con molta probabilità il 24 o 25 aprile, in modo che il premier possa valutarla e in base a quella rivedere le restrizioni che scadono il 3 maggio. Non è escluso, prima della consegna, ci sia un confronto tra Conte e gli esperti coordinati dall' ex numero uno di Vodafone.
Nella relazione, dovrebbe comunque esserci una previsione molto interessante che sta già guidando il loro lavoro in vista della Fase 2.
Osservando gli andamenti, è pensabile che la curva dei contagi sarà di fatto a zero entro la terza settimana di maggio. Un dato che proietta in avanti quello anticipato ieri: per la prima volta l' indice di contagio in Italia è sceso allo 0,8. Significa che ogni ammalato di Covid-19 contagia in media meno di un malato. È lo stesso numerino usato Angela Merkel per rassicurare i tedeschi sulle riaperture delle attività. Da qui a un mese l' Italia potrebbe essere a zero (o quasi) contagi. Una previsione che conforta gli esperti sulla possibilità di uscire compiutamente dal lockdown lunedì 18 maggio.
La data è relativa. Quel che è altamente probabile è che nella terza settimana di maggio l' Italia ritrovi la sua «nuova normalità», come la chiamano tutti. Fatta di restrizioni, distanziamento sociale, mascherine, nuova organizzazione del lavoro e della vita sociale. Ed è proprio su questo che sta lavorando la squadra di Colao. Conte incrocerà i risultati con le analisi e i suggerimenti del comitato tecnico-scientifico sempre molto orientato alla cautela. In questi ultimi giorni il manager ha tenuto riunioni in videoconferenza con diversi membri della task force.
Ieri c' è stata la plenaria tra tutti e 17 i componenti. I temi sono tanti, i problemi pure, a partire dalla lista delle aziende che sarebbero pronte a ripartire. Non prima del 27-28 aprile, però, e in ogni caso dovranno garantire il rispetto dei protocolli di sicurezza.
Ma allo studio di Colao ci sono altre questioni aperte che saranno cruciali da ora all' autunno: i trasporti alternativi, le categorie protette, gli asili nido e l' estate. Prima di tutto, però, va risolto il nodo che più degli altri preoccupa Conte: il ruolo delle Regioni. Il premier e Colao sono d' accordo: «Servono linee guida uniche, nazionali» per evitare che ogni Regione faccia per sé. I governatori scalciano.
L' idea, spuntata in giornata, di dividere il Paese in macroaree, Nord (il più colpito dal virus), Centro e Sud, in modo da scaglionare le riaperture, non li fa impazzire. Ma non si può neanche immaginare una Fase 2 se le Regioni si muovono in autonomia, come annunciano di fare da 48 ore. La app per il tracciamento dei contagi, chiamata "Immuni", deve valere per tutti.
Inaccettabile, per gli esperti che qualcuno, come la Toscana, se ne faccia una per sé.
Stesso discorso per i test sierologici: le decisioni, soprattutto quelle che disciplinano la gestione della prevenzione, vanno uniformate. Il premier non ha gradito le fughe di notizie e ha ricordato l' impegno alla riservatezza firmato dai membri della task force.
Nella squadra di Colao si cerca di capire come aiutare le persone più fragili a lavorare quando le attività saranno ripartite: gli ipovedenti, ora senza accompagnatore, gli immunodepressi, o altri malati. Non tutti potranno tornare al lavoro, e potranno farlo nelle condizioni di prima. Ma per quanto tempo?
Tutti sognano l' estate ma pochi ricordano che nella stagione delle vacanze tanti lavorano. E se hanno figli li mandano all' asilo. La questione è stata affrontata dalla task force: perché se non verrà garantita la loro apertura l' Italia rischia di ritrovarsi con le famiglie più benestanti che possono permettersi una baby sitter e le famiglie più deboli che, senza smart working, saranno costrette a scegliere tra rimanere a casa o andare a lavoro.