''UN CAZZARO PROFESSIONISTA'' - BONINI E FOSCHINI DI ''REPUBBLICA'' SULLE TRACCE DI MIFSUD, DA MALTA DOVE C'È UNA EX MOGLIE CHE NON VUOLE AVERE NIENTE A CHE FARE CON LUI, PASSANDO PER AGRIGENTO, LA LINK E POI LA SLOVENIA, TUTTI POSTI DOVE È STATO UN NON-PROFESSORE, SPESSO ALLONTANATO PER AVER SPESO TROPPO SENZA PORTARE RISULTATI
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Carlo Bonini e Giuliano Foschini per “la Repubblica”
C' è un solo luogo in Occidente dove Joseph Mifsud, l' uomo chiave del Russiagate cui è appeso il destino di Donald Trump, e, in misura minore, quello di Giuseppe Conte, non è chiamato Professore: l' isola di Malta. Casa sua, dove è nato nel 1960. «Il professor Joseph Mifsud? - chiedono con sorriso sarcastico al rettorato dell' università di Malta - Qui non c' è mai stato un professore Joseph Mifsud. Conosciamo e abbiamo avuto un Joseph Mifsud, certo, ma professore non lo è mai stato né ha mai provato a diventarlo. Deve essere una delle sue storie da zatat . Nell' isola lo sanno tutti che è un tipo così».
Zatat , in lingua maltese, potrebbe essere tradotto come fanfarone, millantatore. Ma in verità, nel termine, c' è una punta di più greve e sincero disprezzo. Perché quando se ne chiede la traduzione in lingua inglese, ne esce un «professional bullshitter». Un cazzaro professionista.
Diciamo pure che non è un buon inizio per l' uomo che si vuole, alternativamente: a) agente di Mosca, accreditato alla corte di Trump, con il compito di consegnare nel 2016 il kompromat raccolto nelle mail rubate alla candidata democratica Hillary Clinton; b) agente provocatore a libro paga dei governi inglese e italiano per far deragliare la campagna repubblicana delle presidenziali Usa 2016 avvelenandola con materiale raccolto da Mosca. E, tuttavia, è un inizio fecondo e non necessariamente contraddittorio con il profilo di uomo nella manica di qualche Intelligence.
Perché è qui, a Malta, che Joseph Mifsud ha cominciato a lavorare alla sua maschera, a indossarla con sempre maggior disinvoltura fin quasi a convincersi di essere davvero quello che non era mai stato.
Se si fa qualche altra domanda al Rettorato sul conto dello zatat , ne esce fuori la fotografia di un' alba gonfia di speranze. Metà degli anni '90, il primo Rinascimento di Malta. Una generazione di giovani isolani che torna a casa per scrivere un futuro diverso da quello dei loro padri. Joseph Mifsud rientra da Belfast, dove è arrivato dopo un periodo all' università di Padova. In Irlanda del Nord, ha ottenuto alla Queens University, che i pettegoli dicono ateneo in odore di massoneria internazionale, un Phd in "Managing Educational Reforms".
Il ragazzo - ricordano - allora poco più che trentenne è un "eloquent speaker", "forward looking", un affabulatore capace di intuire il futuro. Trova così un posto da "senior lecturer", qualcosa di meno di un ricercatore, all' università di Malta dove comincia a occuparsi di relazioni internazionali. È il primo equivoco. Perché, quella definizione, non indica alcuna competenza o mansione geopolitica o in affari diplomatici (l' uomo, del resto, ha studiato formazione).
Al contrario, un banale ruolo di ambasciatore dell' università presso altri atenei dell' Occidente. Il Professore, che tale non è, conosce in questo periodo anche la donna che oggi porta in silenzio, e con grande compostezza, la mortificazione di un cognome - Mifsud - che ha avuto da sposata e ora alla berlina internazionale. Si chiama Janet. E lei sì, è davvero un' accademica. Insegna all' università di Malta biochimica e con Joseph mette al mondo una figlia, Giulia, oggi maggiorenne.
I due - sono i primi anni 2000 - trasmettono l' immagine di una giovane coppia di accademici dalla vita modesta, come i loro salari. Vivono a Swieqi, borgo incastrato tra Saint Julian e il promontorio di Penbroke, in una piccola "terrace house", un condominio.
In cui il Professore non metterà più piede quando annuserà la high life dei salotti londinesi, della Roma monumentale, della Mosca di Putin. E dove Janet continuerà a vivere da sola, come un' appendice non più utile alla causa. Oggi, la Professoressa, lei sì, fa sapere di non avere la più pallida idea di che fine abbia fatto l' uomo da cui è separata da tempo. E di cui, con tutta evidenza, da tempo non vuole più sapere nulla. Quantomeno da quando cominciò a farsi vedere con una giovane fidanzata ucraina di 26anni, Anna. Ma anche lei, come chiunque altro sull' isola, esclude che Joseph possa anche solo immaginare di nascondersi da qualche parte sull' isola.
Troppo piccola per passare inosservato. Troppo affollata di spie occidentali e agenti della Cia che qui hanno il loro più importante occhio e orecchio nel Mediterraneo.
Ma torniamo a quei primi anni 2000. Lo zatat cova ambizioni in silenzio, protetto dal lassismo che in quel tempo regna sovrano all' università di Malta. Non è mai al dipartimento. Non si sa che diavolo faccia. A che titolo, dunque, prenda i quattro soldi che pure intasca a fine mese. Deve arrivare un nuovo rettore, Juanito Camilleri, professore di informatica dall' intelligenza vivacissima, per dare un taglio a quella storia.
Camilleri scopre, grazie anche al lavoro di revisione contabile di PricewaterhouseCoopers, che, nelle pieghe dell' autonomia finanziaria riconosciuta all' ufficio di Relazioni internazionali dell' Università, Mifsud si è ritagliato un fondo che usa come fosse un conto spese personale. Per carità, non più di diecimila euro. E, tuttavia, è il battesimo di un format che replicherà nei 10 anni a seguire.
L' università avvia la procedura di licenziamento, composta da Mifsud con una lettera di dimissioni irrevocabili dalla sua mansione di "senior lecturer" dell' università. Del resto, ha già trovato dove andare. Perché il caso, o forse no, gli ha portato in dote nuove amicizie. L' università di Malta ha siglato un accordo con la Link University di Roma, dell' ex ministro Vincenzo Scotti. È un ateneo ancora poco noto che, nelle intenzioni della partnership deve funzionare come succursale a Roma dell' università di Malta. I progetti della Link, in realtà, come quelli di Mifsud, che di questa unione è il facilitatore, sono tuttavia altri.
La Link apre in Italia corsi che l' università di Malta non tiene - di intelligence e security, per dire - in materie e con professori su cui non è possibile esercitare alcun controllo di qualità. E infatti il matrimonio si scioglie presto. Amichevolmente, ma presto. Nel 2008, quando ritroviamo il nostro Joseph nel gabinetto dell' allora ministro degli Esteri del partito nazionalista, Michael Frendo.
Frendo, che di mestiere è avvocato, è uomo colto e mite. Mifsud riesce a farlo fesso per qualche mese. Nel gabinetto del ministro, dove è planato grazie alla assidua frequentazione delle cene che Frendo ha organizzato nella sua campagna elettorale, gli viene affidato l' incarico di sovrintendere agli impiegati delle segreterie. Si è venduto la storiella di essersi occupato a Malta di gestione dei fondi europei, cosa che non ha mai fatto.
E, appena messo piede al ministero, comincia a fregiarsi di un titolo, "capo di gabinetto", che non ha nulla a che vedere con ciò che fa. Perché il vero capo di gabinetto si chiama Cecilia Attard Pirotta, oggi ambasciatrice maltese in Israele. È lei che nel giro di poco tempo scopre di che grana è fatto quel tipo. «He did not deliver. He cannot deliver», dice a Frendo. «Non è grado di portare a termine nulla di ciò che gli viene affidato». In compenso, squaglia il cellulare di servizio con bollette che convincono il ministro ad allontanarlo.
Ma lui ha ottenuto ciò di cui aveva bisogno. Un' altra riga, tutto sommato non troppo farlocca, nel suo curriculum, che gli apre le porte dell' università di Agrigento, in Sicilia. Dove in poco tempo, prima che lo caccino, riesce a distrarre fondi dell' Ateneo per poco meno di 50mila euro, per i quali la Corte dei conti italiana ancora lo insegue.
Il capolavoro del professore che professore non è, è del resto a un passo. Per ragioni di cui ancora oggi nessuno all' università di Malta si capacita, e che nessuno nei Balcani è in grado di spiegare, diventa presidente della nuova "University of the Eastern Mediterranean", la Emuni, la punta di diamante di un nuovo progetto di alta istruzione che i paesi dell' Unione si sono contesi. E che è stato, alla fine, assegnato alla piccola Slovenia, nella città costiera di Piran.
È il 2008-2009, nessuno sa o è in grado di spiegare per quale diavolo di motivo, tra tanti premi Nobel e accademici di vaglia in giro per l' Europa, venga scelto questo carneade maltese. Forse, azzarda qualcuno, perché in quella metà degli anni 2000 Mifsud si è agganciato a un uomo che pesa molto nei paesi dell' ex Jugoslavia. Miomir Zuzul, già ambasciatore croato negli Stati Uniti dal '96 al 2000 (vive tuttora a George Town), cattolico praticante. Ma, soprattutto, cavaliere dell' Ordine di Malta.
È un fatto che a Piran Mifsud cominci a farsi chiamare da tutti Professore. Professore di un' università, la Emuni, che nelle intenzioni dovrebbe raccogliere studenti provenienti dai paesi del Nord Africa e del Levante ma che, in quegli anni, non ha né studenti né una sola facoltà, se si eccettua una summer school frequentata da venti tunisini. Anche qui il gioco dura finché i pazienti ma disciplinati sloveni non scoprono che lo zatat si è fumato 39mila 332 euro in pranzi, cene e bollette telefoniche.
È il 2013, il Professore si dà nuovamente alla macchia per riapparire d' incanto a Londra dove lo attende qualche buon amico e una nuova vita. La terza, verrebbe da dire. In realtà, come la storia dimostra, la prima, la più importante. Quella che lo porta dritto a Mosca.