LA ''DISINFORMAZIA'' 4.0 - LA COMMISSARIA EUROPEA ALLA GIUSTIZIA (USCENTE) È CONVINTA: LA RUSSIA HA CERCATO DI INQUINARE ANCHE IL VOTO EUROPEO DELLO SCORSO MAGGIO. NEL REPORT SULLA BREXIT, SI PARLA DI M5S E LEGA: ''PARTITI SONO FORTI SOSTENITORI DELLE POLITICHE PRO CREMLINO, E HANNO USATO ESTENSIVAMENTE LE FAKE NEWS E LE TEORIE COSPIRATIVE NELLE LORO CAMPAGNE MEDIATICHE, SPESSO PRENDENDOLE DAI MEDIA RUSSI DI PROPRIETÀ STATALE''. INSOMMA ANCHE DA NOI È COLPA DEI RUSSI SE GLI ELETTORI NON VOTANO IL PARTITO DEMOCRATICO
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Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Le interferenze russe nei processi elettorali democratici degli Usa, e di altri Paesi occidentali come l' Italia, sono ormai un fatto ampiamente dimostrato. Per chi fosse disposto ad accettarlo, si tratta solo di guardare le prove senza pregiudizio.
L’inchiesta sul Russiagate condotta dall' ex direttore dell' Fbi Robert Mueller non ha provato la «collusione» tra la campagna elettorale di Trump e Mosca, ma ha confermato senza ombra di dubbio che il Cremlino ha cercato di influenzare il voto del 2016, perché voleva boicottare Hillary che considerava una nemica.
L'operazione è stata condotta attraverso le incursioni digitali come quelle lanciate per rubare le mail del Partito democratico e della sua candidata alla Casa Bianca, ma anche con l' apparato gestito dall' Internet Research Agency di San Pietroburgo, che ha creato bot e siti per condizionare l' opinione pubblica americana, spesso diffondendo informazioni false. Di questo fatto ormai sono convinte tutte le agenzie di intelligence degli Stati Uniti, e lo riconoscono anche la maggior parte dei politici repubblicani.
L'unico che continua ad esprimere dubbi è Trump, ma questa è una posizione legata ai suoi interessi personali, più che ai fatti. Anche se non aveva affari o questioni che lo esponevano ai ricatti della Russia, e anche se non fosse avvenuta la «collusione» o il coordinamento per una collaborazione volontaria, comunque accettare la conclusione di essere stato aiutato a vincere le elezioni da una potenza quanto meno concorrente degli Usa macchierebbe il suo mandato.
I professionisti del settore però non hanno dubbi, così come molti repubblicani, e le indagini riguardano anche potenziali tentativi di corrompere il sistema o finanziare illegalmente la campagna, come il caso di Maria Butina, condannata a 18 mesi di prigione per aver cercato di penetrare i circoli conservatori, come la lobby dei produttori di armi National Rifle Association, senza rivelare di essere un agente del Cremlino. Ancora da chiarire invece il ruolo giocato dall' Ucraina, al centro ora dell' inchiesta per l' impeachment del presidente.
Alla vigilia delle ultime elezioni europee abbiamo incontrato a Washington l' allora Commissaria per la Giustizia Vera Jourová, che ci aveva confermato non solo le interferenze passate della Russia nei processi democratici di vari paesi della Ue, ma anche il sospetto che tali attività fossero ancora in corso per condizionare la consultazione del maggio scorso.
Le operazioni lanciate per condizionare il referendum britannico sulla Brexit sono state documentate da un rapporto pubblicato il 10 gennaio 2018 dalla Commissione Esteri del Senato americano, guidata allora dal repubblicano Bob Corker. Il titolo dello studio era «Putin' s asymmetric assault on Democracy in Russia and Europe».
L'Italia figurava a pagina 137, dove il rapporto notava che la linea favorevole alla Russia scelta da Lega e M5S esponeva il Paese alle interferenze: «Alcuni di questi partiti sono forti sostenitori delle politiche pro Cremlino, e hanno usato estensivamente le fake news e le teorie cospirative nelle loro campagne mediatiche, spesso prendendole dai media russi di proprietà statale». Quindi a pagina 138 aggiungeva: «Alcuni osservatori sospettano anche che la Lega possa aver ricevuto fondi dai servizi di sicurezza del Cremlino», e questo prima che emergesse il caso Savoini-Metropol, ora al vaglio dei magistrati italiani.
I professori americani della Clemson University John Walker e Darren Linvill hanno poi analizzato circa 3 milioni di tweet riconducibili all' Ira, pubblicati tra il giugno del 2015 e il dicembre del 2017, individuandone circa 18 mila relativi all' Italia. Durante la sua visita alla Casa Bianca nell' ottobre 2016, l' allora premier Renzi aveva denunciato le interferenze a Barack Obama, che aveva incaricato il consigliere Ben Rhodes di investigare.
Il rapporto del Senato Usa denunciava interferenze russe anche in Ucraina, Georgia, Montenegro, Serbia, Bulgaria, Ungheria, Lituania, Lettonia, Estonia, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia, Olanda, Germania, Spagna e Francia, dove lo stesso FN di Marine Le Pen ha ammesso di aver ricevuto un prestito da 9 milioni di euro dalla First Czech-Russian Bank di Mosca. Questi sono tutti fatti già appurati, a disposizione di chi avesse la voglia, il coraggio e l' onestà di guardarli.