''MI SENTO COME ZIO PAPERONE CON IL PRIMO DECINO'' - VIDEO: CON UNA PRESENTAZIONE COPIATA DA STEVE JOBS, LUIGINO DI MAIO E IL PREMIER CONTE SVELANO LA CARTA DEL REDDITO DI CITTADINANZA DA UNA CAMPANA DI VETRO. È UN NORMALE BANCOMAT, IL SITO È ATTIVO MA SOLO DAL 6 MARZO SI POTRANNO INVIARE LE DOMANDE - DUE MILIARDI ANDRANNO IN CAMPANIA, MA SUL TERRITORIO TEMONO CHE NON SI RIUSCIRANNO A CREARE POSTI DI LAVORO
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VIDEO - DI MAIO PRESENTA LA CARD DEL REDDITO DI CITTADINANZA: ''MI SENTO ZIO PAPERONE CON IL PRIMO DECINO''
1 - PARTE IL SITO DEL REDDITO UN QUARTO ALLE CASALINGHE
Paolo Baroni per “la Stampa”
E' online il sito sul reddito di cittadinanza: per adesso ha una funzione puramente informativa, ma dal 6 marzo servirà anche per inviare le domande.
«In sette mesi abbiamo trovato i fondi, fatto la legge, due cose a cui nessuno credeva, e ora si parte: stiamo rispettando perfettamente il cronoprogramma» ha annunciato Di Maio.
Via al nuovo sito Mentre dal Senato arriva una nuova sventagliata di critiche da parte di Confindustria, Confapi, Regioni ed Inps, ieri l' ala grillina del governo ha fatto partire il conto alla rovescia con una presentazione-show allestita all' auditorium romano dell' Enel.
Stando alle stime fornite dall' Istat questa misura costerà 6,6 miliardi l' anno, interesserà 1,308 milioni di famiglie (e non 1,7 milioni come sbandierato sinora) delle quali oltre la metà (57%) al Sud. Su un totale di quasi 2,8 milioni di beneficiari ben 679mila sono casalinghe (465 mila in età da lavoro, 26% del totale), 428mila risultano occupati ed altri 613 mila sono disoccupati. Gli under 15 sono 515 mila, 120mila i laureati.
«Siamo tutti orgogliosi, tutto il governo lo è. È una misura molto complessa, di equità sociale, frutto di un lavoro corale» ha spiegato il premier Giuseppe Conte. «Oggi abbiamo fatto un altro passo in avanti per smentire chi diceva che era un' illusione e una presa in giro per i cittadini italiani. È un giorno di grande orgoglio per me» ha dichiarato a sua volta il ministro del Lavoro Luigi Di Maio illustrando le prime funzionalità del sito e presentando subito dopo «la prima di oltre 3 milioni di card Postepay» che serviranno ad erogare i contributi mensili.
Che «prima» in realtà non è, dal momento che quella mostrata ieri riportava un numero di serie posticcio (il classico 1234 5678), ma che ad uso e consumo di telecamere e diretta web era tenuta sotto una campana di vetro «come il Decino di zio Paperone».
Entrando sul sito www.redditodicittadinanza.gov.it gli interessati possono conoscere in dettaglio tutti i requisiti per essere ammessi ai contributi, i passi da compiere (innanzitutto procurarsi presso un Caf o tramite l' Inps una dichiarazione Isee aggiornata, tetto massimo 9360 euro a famiglia) e la tempistica: entro il 6 marzo le domande (che potranno essere inoltrate anche attraverso le Poste o i Caf convenzionati), quindi entro maggio il versamento dei primi contributi.
L' accredito dell' Rdc sulla Postepay, senza nome o altri riferimenti «per evitare discriminazioni», arriverà il mese successivo alla presentazione della domanda. La card potrà essere usata per acquisti di beni di consumo e pagare le utenze, ma non per giochi e scommesse. Si potranno prelevare in contanti da 100 a 210 euro al mese a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare, e consentirà di effettuare un bonifico mensile per il pagamento del canone di affitto di casa fino a un massimo di 280 euro/mese oppure del mutuo (massimo 150 euro).
I bonifici mensili andranno utilizzati a pieno senza residui, altrimenti si rischia una decurtazione che può arrivare sino al 20% sul bonifico successivo.
Nuove critiche Nuovi i dubbi su questi sussidi sono stati sollevati soprattutto dal presidente dell' Inps Tito Boeri. A suo parere «il 50% dei beneficiari sarebbero nuclei tra i quali si celano anche evasori» e, visto che «non esistono strumenti di verifica del patrimonio immobiliare, almeno 100mila famiglie» rischiano di vedersi chiedere indietro i sussidi percepiti impropriamente.
Inoltre il reddito di cittadinanza non solo «rischia di penalizzare le famiglie più numerose» ma anche di «produrre effetti rilevanti di scoraggiamento al lavoro». Punto quest' ultimo condiviso anche da Confindustria. Le Regioni invece rilanciano il rischio di incostituzionalità relativo all' assunzione senza concorso dei 10mila navigator e lanciano un nuovo avvertimento al governo: «Senza confronto tutto il meccanismo non funzionerà».
2 - DUE MILIARDI VANNO IN CAMPANIA MA NON CI SONO I POSTI DI LAVORO
Roberto Giovannini per “la Stampa”
Ieri, parlando a Pomigliano d' Arco, il vicepremier Luigi Di Maio ha anticipato che una bella fetta del monte totale a disposizione per il reddito di cittadinanza verrà speso in Campania. Due miliardi di euro circa che verranno erogati a tantissimi cittadini, che teoricamente prima o poi dovranno essere inseriti concretamente dai «rivitalizzati» servizi dell' impiego nel mondo del lavoro.
Ma riuscirà l' economia e il sistema produttivo della Campania a generare una straordinaria quantità di posti di lavoro? I dubbi sono legittimi, a guardare i numeri. Anche se c' è stato un certo effetto di ripresa negli ultimi mesi - pochi sanno che la Campania è la quinta regione in Italia per presenza di start-up innovative nel 2018, 733, ovvero il 7,6% di quelle italiane e il 30,9% di quelle del Sud - l' economia della Campania è ancora lontana dai livelli che aveva raggiunto prima dell' inizio della crisi economica. Sono 3359 le imprese che hanno subito crisi industriali tra il 2012 e il 2018; sono solo 175 le aziende partecipate da società estere, davvero pochissime.
«Solo a Napoli ci sono 250mila famiglie con reddito Isee inferiore ai 9300 euro - spiega Walter Schiavella, segretario della Cgil partenopea - e in Regione il tasso di disoccupazione giovanile è del 25%». Del resto, gli investimenti nella Regione sono fermi, sia quelli pubblici che quelli privati, e malissimo va l' edilizia, normalmente settore trainante sul piano occupazionale.
Scarso è l' effetto atteso di quota 100 in Regione, se non nel settore pubblico. Effettivamente ci potrebbero essere opportunità nel pubblico, dicono alla Cgil: 10mila posti nella pubblica amministrazione e altri 10mila negli enti locali. Peccato che molti Comuni siano in stato di dissesto o predissesto, e dunque impossibilitati ad assumere. «Che una misura sociale per rispondere a povertà ed emarginazione fosse utile siamo d' accordo - conclude Schiavella - soltanto che questa, finalizzata teoricamente al lavoro, sottrae risorse alle politiche di investimento destinate a creare occupazione».
La pensa allo stesso modo Michele Lignola, direttore generale di Confindustria Campania. «Certo che il problema del disagio sociale merita attenzione - dice - e questa misura può essere opportuna. Il problema è che il mercato del lavoro è tutt' altra cosa. I posti di lavoro li creano gli investimenti, non le misure sociali. E qui in Campania c' è assoluto bisogno di far partire gli investimenti, che siano pubblici, privati, locali o internazionali».
Uno dei problemi più gravi della Regione, chiarisce il dirigente di Confindustria, è lo scarto tra le competenze richieste dalle imprese, che non riescono a trovare i profili adeguati, «e l' enorme quantità di persone che cercano un posto senza trovarlo. Speriamo che i Centri per l' impiego acquisiscano le capacità di formare le persone e identificare attitudini. Capacità che oggi non hanno».
Pasquale Giglio, direttore di Confesercenti della Campania, concorda: difficile generare posti di lavoro in questo momento. «Ci hanno spiegato che noi commercianti saremo i primi beneficiari quando il reddito di cittadinanza verrà speso, rilanciando i consumi. Ma per creare occasioni di lavoro a noi delle piccole imprese, nel commercio e nel turismo, serve soprattutto un drastico taglio del costo del lavoro».