''POSA CAVO SBAGLIATO, TANTO SI NOTA SOLO IN CASO DI INCIDENTE'', È UNA DELLE FRASI INTERCETTATE NELL'INCHIESTA SULLA METRO DI MILANO, MENTRE SONO IN CORSO ACCERTAMENTI ANCHE SULLE BRUSCHE FRENATE DI EMERGENZA DEI TRENI CHE AVEVANO PORTATO AL FERIMENTO DI MOLTI VIAGGIATORI - CASELLI: ''LE PRIME PAGINE DEI GIORNALI SONO LEGATE AL CASO EMILIO FEDE E POCHISSIME AL CASO CORRUZIONE DI MILANO, CHE RICORDA TANGENTOPOLI E CHE AVREBBE MERITATO MOLTO PIÙ SPAZIO''

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1. IL GIORNO DELLA MARMOTTA... TANGENTI SULLA METRO DI MILANO

Frank Cimini per ''il Riformista''

 

la metro dopo la riapertura a milano

Tredici arresti per tangenti sui lavori della metropolitana di Milano per 150 milioni di euro. Il gip Laura Pasquinellli che ha firmato le misure cautelar i scrive che gli elementi raccolti evidenziano come gli indagati agissero "con grandissima disinvoltura". Il procuratore capo Francesco Greco aggiunge che si tratta di un sistema di metodica alterazione di gare a evidenza pubblica.

 

Tangenti sulla metropolitana di Milano. Fu il titolo dei giornali agli albori di Mani pulite, ormai quasi 30 anni fa. Sembra di tornare al 1992.

Ma si tratta solo di apparenza.

 

beppe sala legge se stesso

Adesso non esiste neanche l' ombra di soldi finiti nelle casse dei partiti che allora furono coinvolti tutti, compresi quelli di opposizione a livello nazionale proprio mentre tifando per i pm puntavano a ottenere vantaggi dalla bufera giudiziaria. È invece la corruzione diffusa quella che proprio Mani pulite, insieme alla politica e alla cosiddetta società civile tanto evocata allora come onesta, non è riuscita a sconfiggere. E il giudice per le indagini preliminari scrive anche che il sistema degli appalti era vulnerabile, lasciava e ovviamente lascia tuttora molto a desiderare.

 

Insomma non c' erano e non ci sono gli anticorpi nella pubblica amministrazione affinché non si ripetano episodi corruttibili che durano da decenni. Il sindaco Giuseppe Sala invoca pene esemplari per i responsabili dei misfatti, aggiunge che proprio non ci voleva un fatto del genere mentre si cerca di uscire dalla crisi del Covid 19.

Atm arriva addirittura a minimizzare spiegando che si tratta solo di comportamenti individuali.

 

L' azienda si dichiara "del tutto estranea ai fatti" scaricando le colpe sui due principali indagati, i funzionari Paolo Bellini e Stefano Crippa. L' opposizione di centrodestra a Palazzo Marino afferma che ci vogliono maggiori controlli sulle società partecipate.

Matteo Salvini invita il primo cittadino Sala "a chiarire".

incidente metro milano 1

 

«Posa cavo sbagliato, tanto si nota solo in caso di incidente», è una delle frasi intercettate mentre dalle carte dell' inchiesta emerge che sono in corso accertamenti anche sulle brusche frenate di emergenza dei treni del metrò che recentemente avevano portato al ferimento di molti viaggiatori.

 

Le cimici hanno captato le parole di Paolo Bellini che si proclama socio occulto di una società, la Ivm, dicendo: «Chiunque venga mi darà il lavoro sono sicuro».

 

Insomma emerge lo spaccato di una corruzione diffusa, anche se ovviamente le responsabilità dovranno essere accertate dagli sviluppi futuri dell' indagine e dal processo. Ma c' è materia di riflessione per tutti. Da molti commenti invece purtroppo sembra non sia così. C' è un generale orientamento a tirarsi fuori che non promette nulla di buono.

Mani pulite e la politica continuano, ognuno dal suo canto, a fallire l' obiettivo. Il problema come sempre è politico e nessuna inchiesta nessun processo lo risolverà.

 

 

 

2. CASELLI: “LE PRIME PAGINE DEI GIORNALI DI OGGI SONO TUTTE LEGATE AL CASO EMILIO FEDE E POCHISSIME AL CASO CORRUZIONE DI MILANO, CHE RICORDA TANGENTOPOLI E CHE AVREBBE MERITATO MOLTO PIÙ SPAZIO''

Da ''Radio Cusano Campus''

 

Il magistrato Gian Carlo Caselli è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

 

frenata improvvisa nella metro di milano 3

Sul caso corruzione a Milano. “Se guardiamo le prime pagine dei giornali di oggi sono tutte legate al caso Emilio Fede e pochissime al caso corruzione di Milano, che ricorda Tangentopoli e che avrebbe meritato molto più spazio. La corruzione purtroppo c’è sempre stata e sempre ci sarà, il problema è cercare di contrastarla sempre più efficacemente. Molti pensano che il post Covid potrebbe comportare un aumento della corruzione perché la crisi può avere effetti criminogeni. E questi casi sono già sotto la lente d’ingrandimento di molte procure italiane. Il fenomeno ha proporzioni globali che non sfuggono a Strasburgo.

 

GIAN CARLO CASELLI

 C’è un organismo che si chiama Greco nel Consiglio Ue e che ha dato delle linee guida agli stati membri per prevenire la corruzione. Il rischio corruzione interessa soprattutto il settore sanitario pubblico e privato. L’allarme è stato lanciato anche dall’Ocse, che ha sottolineato come la corruzione possa travalicare i confini nazionali. C’è anche il controcanto. Sono in azione, in perfetta buonafede, agguerriti sostenitori dei sistemi snelli e veloci.

 

Si sentono proclami del tipo: se dobbiamo seguire tutte le procedure è finita, l’attuale codice degli appalti va derogato. Come ha scritto il Prof. Vannucci, premesso che le farraginosità dell’apparato burocratico sono frutto di politiche scientemente perseguite, va detto che la scelta pubblica in deroga a norme e disposizioni vigenti, figlia primogenita di qualsiasi emergenza, è la via maestra della corruzione e dell’infiltrazione mafiosa”. 

 

Sul caso Palamara. “Io sono in pensione, ma mi sento ancora magistrato. Questo spettacolo è orrendo. Questo contesto di manovre, di baratti, di scambi fa del male all’intero Paese, alla nostra immagine, ma soprattutto alla magistratura che nella sua stragrande maggioranza è formata da persone per benissimo. L’unico punto di riferimento del magistrato non può che essere il rispetto delle regole, il rispetto della Costituzione, che è la stella polare del magistrato. Occorre in tutta la magistratura uno scatto d’orgoglio  e mettere in campo antidoti completi che funzionino davvero contro questo suk che è venuto fuori.

 

luca palamara

Nel mio carniere ho due proposte. Se il problema sono le correnti, la degenerazione dei correnti, occorre cambiare i sistemi di nomina, di elezione dei componenti del Csm togati. Bisognerebbe partire da una consultazione preliminare prima delle elezioni. Si potrebbe formare una rosa di magistrati ordinari, onorari, ma anche tutto il personale amministrativo ed una robusta rappresentanza dell’avvocatura, entro la quale poi scegliere le persone giuste, non quelle nominate ed indicate dalle correnti sulla base dell’appartenenza. Poi, quando si è formato il Csm e si tratta di nominare i dirigenti, si tratta di valutare le capacità e la valutazione è una vera e propria scienza.

 

Propongo una struttura di consulenza formato da professori universitari, tecnici della valutazione, che dovrebbero fare una vera e propria istruttoria, compilando delle schede con tanto di valutazioni scientificamente eseguite che il Csm dovrà tenere in conto quando si tratterà di scegliere i dirigenti. La separazione delle carriere secondo me è una vera e propria sciagura. Quando ero procuratore di Palermo, mi hanno invitato a Vienna i magistrati austriaci dell’anticorruzione. Lì c’è la separazione delle carriere e il pm dipende dall’esecutivo, deve ubbidire agli ordini del ministro della Giustizia.

frenata improvvisa nella metro di milano 1

 

Quando sono andato a Vienna ho trovato i miei colleghi entusiasti, euforici, perché era successa una cosa che per loro rappresentava una rivoluzione positiva, era entrata in vigore una norma che imponeva al ministro di dare ordini ai pm ma per iscritto, affinché ne rimanesse traccia nei fascicoli. Vogliamo arrivare a questo? Ma ci conviene? Secondo me no, perché significherebbe la fine dell’indipendenza della magistratura, che è un bene irrinunciabile. In alcuni Paesi la separazione delle carriere funziona, ma attenzione, in quei Paesi la politica funziona in un certo modo, ha saputo bonificarsi”.