''SONO ANDATO A MILANO DAVANTI ALL'ALBERO DEDICATO A GIUSEPPE PINELLI''. MARIO CALABRESI SULL'ANARCHICO CHE CADDE DALLA FINESTRA DELL'UFFICIO DI SUO PADRE: ''SO CON CERTEZZA CHE MORÌ DA INNOCENTE, COSÌ COME SAPPIAMO CHE MIO PADRE NON ERA IN QUELLA STANZA. MIA MADRE E LICIA PINELLI SONO DUE DONNE SERENE, CAPACI DI COMPRENDERSI. POCHI REDUCI, TRA LORO CHI PORTA LA COLPA DELL'OMICIDIO DI MIO PADRE, CONTINUANO A GETTARE FANGO, MA OGGI IO PENSO CHE…''
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Mario Calabresi su Facebook:
Ieri sera, appena tornato a Milano da Roma, sono andato a vedere l’albero che è stato piantato per ricordare Giuseppe Pinelli. È di fronte alla mia scuola media, a pochi metri da dove sono cresciuto. Le nostre vite continuano ad incrociarsi.
Giuseppe Pinelli, detto Pino, ferroviere anarchico, marito di Licia e padre di Claudia e Silvia, morì esattamente cinquant’anni fa, cadendo dalla finestra dell’ufficio di mio padre nella Questura di Milano. Una morte tragica e insensata che cambiò la vita della sua famiglia e della mia. So con certezza che Giuseppe Pinelli morì da innocente, così come sappiamo che mio padre non ha responsabilità nella sua morte e che non era in quella stanza. Molti erano lì ma non lui. Mezzo secolo dopo credo che finalmente si possa essere liberi di ricordare questi due uomini senza più contrapporli. Mia madre e Licia Pinelli sono due donne serene, capaci di comprendersi, la vita le ha segnate ma le ha anche rese delle persone notevoli.
Pochi reduci, tra loro chi porta la colpa dell’omicidio di mio padre, continuano a gettare fango e a spargere veleni, ma non vale la pena dare loro retta, meglio concentrarsi su ciò che serve a ricucire le ferite della nostra società.
Quell’albero, una quercia rossa, farà radici e vivrà più a lungo di tutti noi, ricordando a chi si fermerà nella sua ombra una persona mite e perbene.