L'ADDIO DI SGARBI APRE LE DANZE NEL GOVERNO – AL PASSO INDIETRO FORZATO DEL CRITICO D’URTO POTREBBE SEGUIRE UN “MINI-RIMPASTO” A COLPI DI SOTTOSEGRETARI – LUPI, CHE LAMENTA DI ESSERE SOTTORAPPRESENTATO NELL’ESECUTIVO, VUOLE PIAZZARE AL TESORO L’EX GIORNALISTA MEDIASET ILARIA CAVO – AI RAPPORTI CON IL PARLAMENTO POTREBBE AGGIUNGERSI LA FEDELISSIMA DI FAZZOLARI, SARA KELANY, IN GRANDE ASCESA IN FDI – SEMPRE IN ATTESA DI CAPIRE IL DESTINO (GIUDIZIARIO E POLITICO) DI DANIELA SANTANCHÉ…
-Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per “il Fatto Quotidiano”
“Non è detto che si debba sostituire il sottosegretario”, ha ripetuto nelle ultime settimane il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano in attesa della quasi scontata decisione dell’Antitrust sulle consulenze in conflitto d’interessi di Vittorio Sgarbi raccontate dal Fatto. E così sarà.
Dopo le dimissioni annunciate venerdì pomeriggio, Sgarbi per il momento non sarà sostituito al ministero della Cultura. Ieri la lettera di dimissioni non era ancora arrivata alla presidenza del Consiglio e non arriverà prima di domani quando sarà ufficializzata la lettera dell’Antitrust sulle consulenze di Sgarbi.
Ma le deleghe ai musei, all’architettura e alla sicurezza del patrimonio culturale che erano del sottosegretario passeranno ad interim nelle mani di Sangiuliano. Come nel caso della sottosegretaria all’Università di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, costretta a dimettersi a febbraio dello scorso anno per la condanna in via definitiva per peculato, Sgarbi per il momento non sarà sostituito.
Il suo passo indietro però apre le porte a un nuovo “mini-rimpasto” per alcuni sottosegretari che potrebbe concretizzarsi nei prossimi mesi. I due ministeri dove potrebbero arrivare nuovi innesti sono quello dell’Economia e dei Rapporti col Parlamento: entrambi dovranno occuparsi dei dossier più importanti per Giorgia Meloni, cioè la manovra (chissà se ci sarà bisogno di farne una correttiva dopo le europee) e le riforme costituzionali.
[…] Noi Moderati, il gruppo di Maurizio Lupi di cui era espressione Sgarbi, si sente sottorappresentato nel governo e rivendica almeno una poltrona da sottosegretario all’Economia dove manca un esponente centrista. Si fa il nome di Ilaria Cavo, ex giornalista Mediaset in ascesa per un posto al governo.
Inaccessibile per lei il ministero della Cultura in quanto espressione di Mediaset.
L’altro ministero che il governo vorrebbe rafforzare è quello dei Rapporti col Parlamento. Il ministro di FdI Luca Ciriani in questi mesi non è riuscito sempre ad arginare le riottose forze politiche di maggioranza e le due sottosegretarie Matilde Siracusano (Forza Italia) e Pina Castiello (Lega) non vengono considerate in grado di gestire i rapporti con i partiti di maggioranza in un momento così delicato.
Nell’inner Circle di Meloni si è parlato del possibile ingresso di Sara Kelany, deputata molto vicina al sottosegretario Giovanbattista Fazzolari e in grande ascesa in FdI. Tant’è che sta sommando incarichi su incarichi: responsabile immigrazione del partito e commissaria a Vercelli per sostituire Emanuele Pozzolo.
Servirebbe a Meloni per avere un braccio politico in Parlamento per gestire il rapporto con i gruppi. Ma non è detto che Fazzolari sia d’accordo: per lui Kelany è preziosa all’Ufficio studi del partito che ogni giorno sforna le note informative per dare la linea ai parlamentari. I tempi del “mini-rimpasto” non sono chiari.
Anche perché Meloni è in attesa di capire la posizione della ministra del Turismo Daniela Santanchè che rischia il rinvio a giudizio per le vicende delle sue aziende. Ma a Palazzo Chigi considerano le due partite separate: i sottosegretari sono nominati dalla premier, i ministri dal Presidente della Repubblica, è la linea.