L'AMIKO AMERICANO - ''PUNTIAMO SU AMENDOLA E GUERINI''. IL DISPACCIO RISERVATO DELL'AMBASCIATORE USA IN CUI SI INDICANO I MEMBRI DEL GOVERNO FEDELI ALL'ALLEANZA ATLANTICA. SCARSA LA CONSIDERAZIONE PER I 5 STELLE: SOLO DI MAIO SI SALVA - GUERINI È IL CLASSICO CHE TORNA DI MODA: DEMOCRISTIANO, CATTOLICO, AMERICANO. DOPO LE SBANDATE RUSSE E SOPRATTUTTO CINESI DEL GOVERNO CONTE I E LA PERIGLIOSA POLITICA ESTERA DI SALVINI, L’ITALIA SI È RIALLINEATA…
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Estratti dall'articolo di Carlo Tecce per https://espresso.repubblica.it/
"PUNTIAMO SU AMENDOLA E GUERINI": IL DISPACCIO SEGRETO DELL'AMBASCIATORE USA
Un documento riservato dall’Ambasciata di Roma inviato a Washington indica i fedelissimi su cui la Casa Bianca può contare. Scarsa la considerazione per i 5 Stelle: solo Di Maio si salva
Alla fine li hanno messi assieme, un ex democristiano e un ex comunista: Lorenzo Guerini, ministro della Difesa e Vincenzo detto Enzo Amendola, ministro agli Affari europei. Per gli americani i due esponenti del Pd sono i ministri più “affidabili” del governo giallorosso di Giuseppe Conte. Lewis Michael Eisenberg, l’ambasciatore americano a Roma, l’ha riferito più volte a Washington e l’ha ripetuto nell’ultimo dispaccio - di cui l’Espresso ha notizia da più fonti qualificate - inviato al dipartimento di Stato alla vigilia delle elezioni per la Casa Bianca. Una sorta di documento di congedo con dettagliate annotazioni sull’esecutivo italiano.
Carriera a Wall Street con un passaggio a Goldman Sachs, capo dell’autorità portuale di New York, tesoriere del comitato nazionale dei Repubblicani e poi del fondo per la candidatura di Donald Trump, 78 anni compiuti, Eisenberg era già pronto al ritorno a casa per il prossimo gennaio, ora scontato con la vittoria di Joe Biden.
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Il titolare della Difesa parla poco, ma il suo potere sta crescendo. E con la pandemia ha ritagliato per l’esercito un ruolo chiave, facendosi amico l'alleato americano. Mentre l'ex ministra Trenta gli manda lettere furibonde
Non si sa molto di Lorenzo Guerini, solo che si tratta di un democristiano. Questo vuol dire, forse, che si sa tutto. Gli americani l’hanno notato tempo fa. Ancora prima che il 5 settembre 2019, di ritorno da un viaggio di famiglia negli Stati Uniti, venisse nominato ministro della Difesa.
Guerini è il classico che torna di moda: democristiano, cattolico, americano. Dopo le sbandate russe e soprattutto cinesi del governo Conte I e la perigliosa politica estera dei vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio, l’Italia si è ridata quel contegno che l’ha segnata sin dall’epoca di Alcide De Gasperi: Washington indica, Roma avanza. Guai a dirazzare. (…)