L'ASSE FRANCO-TEDESCO VIENE DATO IN TESTA AI GIUDICI DI KARLSRUHE: 'LA SENTENZA NON È NECESSARIA E ANZI È PERICOLOSA''. IL MINISTRO DELL'ECONOMIA FRANCESE LE MAIRE E IL GOVERNATORE DELLA BANCA CENTRALE VILLEROY DE GALHAU RIGETTANO LA DECISIONE, VISTO CHE LA FRANCIA SEGUE L'ITALIA NELLA CLASSIFICA DI ACQUISTO BOND: ''LA BCE È L'UNICA A GIUDICARE COSA È NECESSARIO NELLA POLITICA MONETARIA, E OPERA SOTTO LA SUPERVISIONE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA''
-Claudio Paudice per www.huffingtonpost.it
“Non è un elemento di stabilità”, “non è necessaria e anzi è pericolosa”. E’ da Parigi che arriva la prima aspra reazione all’invasione di campo dei giudici costituzionali tedeschi nei poteri della Bce e della Corte di Giustizia europea. Prima il Governatore della Banca centrale francese e poi il ministro dell’Economia hanno risposto duramente alla sentenza emessa dalla Corte di Karlsruhe con cui si dà un ultimatum di tre mesi all’Eurotower per “chiarire” come avrebbe applicato il principio di proporzionalità con il Qe di Mario Draghi e con cui viene apertamente criticata la decisione dei giudici del Lussemburgo che nel 2018 stabilirono la legalità dello strumento di politica monetaria, il cosiddetto “bazooka”.
Il tempismo delle dichiarazioni rende difficile credere non siano coordinate. Ma il punto è la loro durezza a difesa degli organi dell’Unione Europea. Per il ministro Bruno Le Maire la sentenza “non aiuta la stabilità”, ma rivendica soprattutto come siano “i trattati europei a garantire l’indipendenza della Bce a cui tutti siamo legati”. Le Maire insiste sul punto: “E’ importante ricordare l’indipendenza della Bce, che è sola nel giudicare ciò che è necessario in termini di condotta della politica monetaria”. Infine ricorda che opera sotto la supervisione “della Corte di Giustizia europea al servizio degli interessi dei Paesi membri”.
I toni per nulla clementi rivolti al massimo organo giurisdizionale della Germania sono la prova che l’autonomia e la reputazione delle istituzioni Ue non sono carne da cannone. E che Parigi non intende soprassedere sulla frattura provocata dai giudici di Karlsruhe, così profonda da aver costretto il Consiglio Direttivo a riunirsi d’urgenza e la Commissione Europea a ribadire la “primazia del diritto Ue”. Toni ben diversi da quelli più accomodanti usati dall’Italia, con il premier Giuseppe Conte che ha ricordato come “l’indipendenza della Bce è il fulcro dei trattati e nessuna Corte costituzionale può dirle cosa può o non può fare”. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri invece ha minimizzato: “La sentenza sulla Bce non ha conseguenze pratiche”.
Non si direbbe: perché più che una sentenza è un atto d’accusa da disinnescare non solo al più presto ma anche tutelando l’immagine di tutte le istituzioni coinvolte, nazionali e sovranazionali, nonostante siano tra loro in aperto contrasto. Il rischio, al momento remoto, è che la Bundesbank (prima azionista della Bce) si debba chiamar fuori dai programmi d’acquisto dell’Eurotower.
La sentenza investe il vecchio Qe di Draghi, ma è chiaro che va letta alla luce del nuovo Pepp lanciato dalla francese Christine Lagarde. Un programma di acquisti di titoli da 750 miliardi che ha messo da parte - solo per il periodo dell’epidemia - una serie di limiti auto-imposti alla sua azione che, a quanto scrivono i giudici tedeschi, sono e restano imprescindibili per mantenere la Banca Centrale all’interno del suo mandato. E’ per questo che diversi osservatori hanno sottolineato, anche sulla stampa tedesca, la portata politica della sentenza.
E che la questione sia appunto politica lo si capisce anche dalle parole del Governatore della Banca Centrale Francese, François Villeroy de Galhau. “Come ha detto la Corte di giustizia dell’Unione europea, le nostre azioni passate sono certamente proporzionate al nostro mandato, e la nostra determinazione nell’onorare in futuro quel mandato è totale”, ha dichiarato alla Commissione Finanze dell’Assemblea nazionale. “Criticare l’indipendenza della Bce e l’attenzione alla stabilità dei prezzi, i due pilastri della banca centrale, mi sembra non solo non necessario ma anche pericoloso”. Perché sono “il fondamento della fiducia degli europei nella loro valuta”.
Infine ha lasciato intendere ciò che molti analisti si aspettano dalle prossime mosse dell’Eurotower: un ampliamento del programma. “In nome del nostro mandato, saremo in grado di andare oltre - e molto probabilmente lo faremo - per sostenere la ripresa”, ha aggiunto Villeroy. Insomma, serviranno nuovi stimoli monetari per combattere l’impatto del Covid sulla crescita dell’Eurozona, che la Commissione nelle sue previsioni di primavera stima in calo del 7,7%. La Francia, secondo i calcoli di Palazzo Berlaymont, è quarta nella classifica delle economie più colpite dal coronavirus, dopo quella greca, italiana e spagnola, e perderà l′8,2%. Anche per questo non intende arretrare di fronte al verdetto di Karlsruhe.