C'ERAVAMO TANTO ODIATI – QUEGLI INCONTRI TRA NEMICI ALL'OMBRA DEL QUIRINALE: CONTE, CHE NEL 2019 LO AVEVA SPEDITO A CASA, TORNA A PARLARSI CON SALVINI. LETTA E RENZI, CHE SI EVITAVANO DA TEMPO, SI SONO RIVISTI – CECCARELLI: "LA LITIGIOSISSIMA INCONCLUDENZA DEI LEADER A POCHE ORE DALL'INIZIO DELLE VOTAZIONI ILLUSTRA IL BUIO, LA NEBBIA, LO STALLO, L'IMPASSE, L'ARIA FRITTA, LE SABBIE MOBILI E IL CAOS DI CUI SALVINI E CONTE, LETTA E RENZI, MA ANCHE TUTTI GLI ALTRI HANNO UNA RELATIVA RESPONSABILITÀ"
-Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”
Sia pure con le mascherine, sembra che Conte e Salvini l'altro giorno si siano sorrisi; mentre è sicuro che ieri Letta e Renzi si sono guardati negli occhi. E sarebbe bello poter dire: i miracoli del Quirinale; oppure, gli effetti di un'inattesa e felice congiunzione lunare. "Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna?".
Si è aperta proprio l'altro giorno a Roma una mostra fotografica di presidenti della Repubblica; s' intitola "Il colle più alto", ma assieme agli scatti di Carlo e Maurizio Riccardi, photo reporter padre e figlio, a proposito di influssi ospita anche una straordinaria immagine, realizzata dall'astrofisico Gianluca Masi lo scorso 22 agosto, in cui si vede sorgere la luna più piena dell'anno sul Palazzo del Quirinale.
Con malizia retrospettiva si può ricordare che proprio quella notte Salvini e la fidanzata erano ospiti a Villa La Certosa; e magari ci sarà anche scappato qualche romantico sospiro sul plenilunio. Qualche giorno dopo, a freddo, Salvini accennò alla possibilità di eleggere Berlusconi presidente della Repubblica: "Ha dato tanto a questo Paese" eccetera.
A cinque mesi di distanza, il Capitano non ha fatto una piega quando Conte, con cui non parlava da anni, gli ha detto: tutti ma non il Cavaliere; che poi era quello che voleva sentirsi dire dall'uomo che nell'estate del 2019 non solo l'aveva spedito a casa, ma pure con un certo stile, appoggiandogli condiscendente una mano sulla spalla mentre lo bastonava in pieno Parlamento.
Anche Letta e Renzi si evitavano da tempo, avversione risalente addirittura al 2014. Pure in quel caso, più che dalle parole, il livore plasticamente s' impresse nell'immaginario con la scena del campanello, che il primo aveva consegnato al secondo con la stessa espressione di chi tiene per la coda un topo morto. Per quanto la campagna per la conquista del Quirinale sia una matassa di bugie nella quale i protagonisti precipitano come nella trama di un romanzo, il risentimento resta un motore che difficilmente si spegne per volontà di chi ne è vittima.
A differenza dalla Prima Repubblica, che aveva le sue inimicizie e rivalità ma riusciva a contenerle all'interno del sistema dei partiti, senza troppi sforzi si potrebbe raccontare la recente storia politica, diciamo da Mani Pulite in poi, come una ininterrotta catena di acredini, ruggini, vendette, sgambetti, ripicche, dispetti, vittimismi - ciò che così spesso fa pensare ai politici come a dei bambini cattivi che litigano sempre. Con tale premessa si capisce perché quando i più acerrimi nemici, sia pure in via provvisoria e con reciproche convenienze, smettono di esserlo la circostanza diventa una notizia.
Ma le ragioni profonde che hanno fatto trionfare questo andazzo, beh, quelle rimangono tutte e in gran parte spiegano la litigiosissima inconcludenza che a poche ore dall'inizio delle votazioni illustrano il buio, la nebbia, lo stallo, l'impasse, l'aria fritta, le sabbie mobili, Babele e il Caos di cui Salvini e Conte, Letta e Renzi, ma anche tutti gli altri hanno una relativa responsabilità. Grosso m odo succede quando la res publica è cancellata dalla convinzione che i valori collettivi e il Bene Comune siano il prodotto delle pulsioni interiori e dei sentimenti individuali. Di qui i leader come i Principi del loro preziosissimo ego. Nel frattempo la foto della luna blu è stata promessa in dono a Sergio Mattarella.