L'IMPERATRICE VEDOVA FA SALTARE LA TREGUA COREANA - KIM YO-JONG OSCURA IL FRATELLO E FA DEMOLIRE IL PALAZZO DEI RAPPORTI INTERCOREANI, AL CONFINE: LA PUNIZIONE PER LE ATTIVITÀ DI PROPAGANDA DI SEOUL, CHE INVIA PALLONCINI CARICHI DI LIBRI, CHIAVETTE USB E DOLLARI PER CONVINCERE POTENZIALI DISERTORI, DEFINITI DA LEI ''SCORIE UMANE, BASTARDI E SPAZZATURA'' - È UNA TECNICA PER RIPORTARE TRUMP (O BIDEN) AL TAVOLO, CON IL NORD CHE DETTA LE REGOLE

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1 - YO-JONG, LA REGINA DI FERRO OSCURA IL FRATELLO KIM E ATTACCA IL NEMICO SEUL

Carlo Pizzati per “la Stampa

 

kim yo jong

Aveva promesso di farlo. E l'ha fatto. Voi ci mandate i palloncini con la propaganda dei dissidenti contro la Corea del Nord e noi facciamo saltare in aria il palazzo di rappresentanza dei rapporti intercoreani, al confine. Così aveva giurato Kim Yo-jong, sorella del leader Kim Jong-un, e così è stato. Poco prima delle 15 di ieri le sentinelle sudcoreane sentono un boato tremendo. Il grande palazzo in cemento e vetro alto quattro piani esplode in un'enorme nuvola di fumo nella zona demilitarizzata, confine largo quattro chilometri tra i più fortificati al mondo che dal 1953 divide il Nord dal Sud. Da entrambi i lati sono ammassate da decenni un milione di truppe.

 

Dal 2018 fino a gennaio, in quegli uffici convivevano i funzionari di entrambi i Paesi, lavorando a una promessa di unificazione lontanissima. Erano vuoti per il Coronavirus, ma si era già capito che quel palazzo sarebbe finito male. «Un gangster stupido» Il 5 giugno Kim Yo-jong minaccia di farlo chiudere. Accusa il governo sudcoreano di essere «un ragazzino bruciato che ha paura del fuoco e si comporta come un gangster stupido».

 

la corea del nord fa saltare in aria il palazzo dei rapporti intercoreani

Dice che i dissidenti nordcoreani fuggiti al Sud sono «scorie umane, bastardi e spazzatura». Chiede a Seul di metter fine all'invio di palloncini volanti legati a sacchi con cinquemila libretti di propaganda che accusano il leader Kim di essere un ipocrita, più mille memory stick con informazioni proibite nel Nord e duemila banconote da un dollaro. «Sono in violazione dell'impegno preso nel 2018 di cessare le azioni ostili».

 

Dialogo interrotto

Il presidente sudcoreano Moon Jae-in tenta di censurare le due organizzazioni di dissidenti, i Combattenti per la Corea del Nord Libera e il Centro Educativo Kuensaem, ma viene fermato dalle associazioni per i diritti umani e dalla legge, che garantisce libertà di espressione. Dal 9 giugno, a Pyongyang nessuno risponde più alla linea diretta con Seul. Tre giorni fa, Kim Yo-jong annuncia: «Tra poco tutti vedranno la tragica scena del collasso totale dell'inutile Ufficio di Relazioni tra il Nord e il Sud».

 

 Definisce il Sud «il nemico». Ieri, dopo il botto, il governo nordcoreano ha annunciato che spedirà nuove truppe al confine, che è in allerta. Eppure, appena due anni fa la possibilità di dialogo aveva ripreso ossigeno. Nell'ambito degli incontri tra Kim Jong-un, il presidente Trump e Moon, si era iniziato a costruire qualcosa. Alla firma dell'accordo, Moon e Kim si erano fatti riprendere mano nella mano mentre saltavano oltre la linea del confine. Kim Yo-jong era andata alla cerimonia d'apertura delle Olimpiadi invernali a Seul. Poi qualcosa si è inceppato. Kim contava in un allentamento delle sanzioni americane per dare speranza a un'economia zoppicante.

la corea del nord fa saltare in aria il palazzo dei rapporti intercoreani

 

Si aspettava che la Corea del Sud ridesse vita a un progetto di turismo inter-coreano nella vicina Montagna Diamante, riavviando anche la zona industriale condivisa proprio a Kaesong. Ma per riprendere questi progetti, Kim avrebbe dovuto prima denuclearizzare. In modo concreto, non con gesti simbolici. In quest' impasse, il bubbone si è incancrenito. Ad aprile, Kim scompare misteriosamente. Si rincorrono le voci false sulla sua morte. E cresce il ruolo della sorella. Ha 33 anni, sposata nel 2014, un figlio nel 2015. Da piccola condivideva una villa con il fratello a Berna, in Svizzera, dove studiavano sotto falso nome. Lì si è rafforzato il sodalizio tra il futuro leader e la sorellina. La chiamano l'Ivanka Trump della Corea del Nord. Il cervello dietro al fratello.

 

 L'«imperatrice vedova» che reggerà il potere di famiglia fino a quando il figlio dodicenne di un Kim fumatore e sovrappeso erediterà la leadership di un Paese dove il confucianesimo consolida regole patriarcali che impediscono a una donna di occupare il potere.

 

 

palloncini con materiale anti corea del nord

Ma la giovane Kim scatena le fantasie di Internet, ha un understatement algido e crudele, un aspetto da elfo cattivo che manda in visibilio Tik Tok e YouTube dove abbondano i video della leader come cattivona versione manga. Ma il gioco è serissimo. La sorella di Kim è incaricata del «progetto di idolizzazione», il culto della personalità del fratello. Il suo titolo ufficiale è vicedirettrice di dipartimento del Comitato Centrale del Partito dei Lavoratori coreani.

 

Ma è anche nel Politburo. E la sua statura politica lievita. Come interpretare questa sua mossa esplosiva? Al regime serve un capro espiatorio per distrarre l'attenzione dalle difficoltà economiche. Niente di meglio del governo Moon, bloccato tra le sanzioni americane e l'accordo del 2018 per pace, prosperità e riunificazione. Pyongyang sta cercando di costruire un clima di crisi per aumentare la pressione su Seul nel contesto del negoziato nucleare con Washington, al momento in stallo. Quella nuvola di detriti a Kaesong non è altro che un segnale di fumo per Trump che, tradotto, significa: togli le sanzioni, torniamo a trattare o faremo ancora rumore.

 

 

2 - "COSÌ PYONGYANG VUOLE PROVOCARE TRUMP E COSTRINGERLO A RIPRENDERE I NEGOZIATI"

il confine tra corea del nord e cina sul fiume tumen

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

«La Corea del Nord si sta posizionando, per riprendere il negoziato con Trump, o mandare segnali a Biden, nel caso vinca le presidenziali di novembre. In questo clima però non possono essere esclusi errori di calcolo, che rischiano di far precipitare la situazione verso un conflitto». E' il giudizio di Michael Madden, analista dello Stimson Center e di 38 North.

 

Perché Pyongyang ha deciso di far esplodere l'ufficio di collegamento?

«E' un segnale di insoddisfazione. Dopo l'apertura al dialogo, Kim si aspettava che la Corea del Sud facesse molto di più, tanto in termini di concessioni dirette, quanto di mediazione con gli Usa. Non è successo, e lui fa capire che è pronto a far saltare tutto».

 

Quindi è un messaggio indirizzato a Washington, più che a Seul?

«Ad entrambi, perché la Corea del Nord si aspettava di fare passi avanti con gli Usa e con il Sud. La distruzione dell'ufficio di Kaesong è il fatto del giorno, ma rientra in una strategia che ormai va avanti da diversi mesi, e ha compreso anche l'annuncio della volontà di potenziare l'arsenale nucleare».

 

Dunque Kim provoca Trump, ma in realtà vuole spingerlo a tornare al tavolo delle trattative?

kim yo jong

«Sì, ma non in questo momento. Pyongyang vuole prima far salire la tensione, per far capire quanto sia pericolosa, e poi ritornare a discutere da una posizione di vantaggio».

 

Non esiste il rischio di un errore di calcolo che provochi un conflitto armato?

«Questo rischio c'è sempre, ma in genere la Corea del Nord è molto prudente. Quando lancia una provocazione, poi si ritira. Vedrete che adesso allenterà la tensione fino all'estate, per poi tornare a farla salire quando ci avvicineremo alle elezioni americane, le esercitazioni congiunte tra Washington e Seul, e l'anniversario della fondazione del Partito comunista nordcoreano in ottobre».

 

Così Kim spera di costringere Trump a fare concessioni?

«Si posiziona, mostrando la sua forza e la sua pericolosità. Se Trump vince, all'inizio del 2021 riprenderà il dialogo; se perde, potrebbe essere interessato a concludere un accordo nella fase finale del mandato, per passare alla storia. Nello stesso tempo Kim manda anche un segnale a Biden, per sondare la sua reazione, nel caso a novembre diventasse presidente».

 

Perché Kim qualche tempo fa è sparito?

kim jong un

«Lo ha fatto per proteggersi dall'epidemia di Covid».

 

Perché gli annunci sono stati fatti dalla sorella, Kim Yo Jong?

«Sta costruendo la sua carriera, in costante ascesa».

 

E' la candidata alla successione?

«Le sue manovre avvengono in accordo col fratello, che già la considera il consigliere più affidabile. Se poi a lui accadesse qualcosa, lei potrebbe emergere come nuova guida, o come gestore del leader designato dietro le quinte».

 

kim jong un con la sorella kim yo jong 1
kim jong un con la sorella kim yo jong
kim yo jong
kim yo jong con il presidente sudcoreano moon jae in
donald trump guarda la corea del nord dalla zona demilitarizzata
kim yo jong cammina davanti al fratello e al presidente sud coreano moon jae in