ABBIAMO L’ANTI SALVINI! PAROLA DEL SINDACO GIUSEPPE SALA: ‘’IO LO VOGLIO BATTERE CON LE IDEE DIMOSTRANDO CHE SI PUÒ. LA CITTÀ DI MILANO VUOLE ESSERE PROTAGONISTA DEL MONDO NON CON LE SBRUFFONATE MA CON I FATTI. LE PAURE CE LE HANNO TUTTI. CE LE HO ANCH' IO. QUI LA PAURA PERÒ LA GESTIAMO, NON LA BUTTIAMO ADDOSSO AGLI ALTRI’’
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Fabio Poletti per La Stampa
ll ministro Matteo Salvini era stato pure invitato dal sindaco. Non è venuto, ma è come se ci fosse in questa chilometrica tavolata solidale che attraversa il Parco Sempione e riunisce diecimila persone da mezzo mondo. C' è nelle parole del sindaco Giuseppe Sala attovagliato con bicchiere di carta: «Sono l' anti Salvini a Milano, qui c' è un modello che può funzionare. Milano può essere il test per un piano nazionale: abbreviare i tempi per definire se un immigrato può restare qui e riflessione profonda sui lavori socialmente utili, la formula è integrare attraverso il lavoro».
E pure nelle parole dello scrittore Roberto Saviano, che dal palco del teatro Burri tra canti e balli multietnici, continua a polemizzare con il ministro dell' Interno che ha minacciato pure di togliergli la scorta: «E' terribile che un ministro parli pubblicamente di protezione. Non sa l' abc del suo mestiere... Salvini sa che più le spara grosse, dai rom ai migranti ai vaccini, più ha consenso. Ma sono solo balle, solo propaganda».
«Ricetta Milano: congiungi un posto a tavola», idea dell' assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino che voleva bissare il corteo dei centomila che a maggio dell' anno scorso avevano sfilato in città sotto la bandiera «Milano che accoglie». Si era pensato di farlo nella stessa data ma poi si è scoperto che c' era ancora il Ramadan. In tantissimi hanno risposto all' appello provocando la moltiplicazione dei tavoli che alla fine sono diventati più di 1300.
Ognuno poteva portare il cibo della propria terra da condividere solo nella propria cerchia per ragioni di sicurezza. Duecento le associazioni che hanno aderito sostenute da un pugno di sponsor che hanno garantito il cibo anche a chi non l' aveva. Oltre 160 le comunità straniere - cinesi, nigeriani, senegalesi, ghanesi - che hanno organizzato momenti di spettacolo.
Ma quello di ieri a Milano è diventato anche un evento politico. Con il sindaco di Milano Giuseppe Sala in pole position: «Il mio atteggiamento personale non sarà quello di demonizzare il ministro dell' Interno Matteo Salvini perché non mi interessa. Io lo voglio battere con le idee dimostrando che si può. La città di Milano vuole essere protagonista del mondo non con le sbruffonate ma con i fatti. Le paure ce le hanno tutti. Ce le ho anch' io. Qui la paura però la gestiamo, non la buttiamo addosso agli altri».
E se il mondo va in tutt' altra direzione il sindaco di Milano giura che non ci sono altre strade possibili: «Non saremo accondiscendenti al sentimento che sta dilagando, da Trump all' Ungheria. Dobbiamo tirare fuori le nostre idee, non vivere di superiorità morale».
Dal palco arriva pure la benedizione del cardinale Delpini: «Benedetta Milano per la tua gente di tutti i colori». Ma la scena è tutta per il sindaco Sala che dai microfoni di Radio Popolare quasi si sbilancia: «Lavoro da qui per creare la nuova classe politica del paese. Molti miei assessori potrebbero essere ministri».