ACCA' NISCIUNO È FESS', MA QUALCUNO E' FS - DI MAIO: ''SU ALITALIA ABBIAMO TROVATO LA QUADRA''. OVVERO APPIOPPARLA ALLE FERROVIE. CHE TOGLIERANNO LE GIA' SCARSE RISORSE AI TRENI DEI PENDOLARI PER METTERLE NEL BUCO NERO CON LE ALI - 'STARTMAG': ''IL PIANO DEL GOVERNO: OFFERTA DI FERROVIE ENTRO LA FINE DEL MESE SUL 100% DI ALITALIA; ENTRO LA FINE DELL’ANNO UN CONSORZIO DI FS CON UN PARTNER INDUSTRIALE IN MINORANZA (E FORSE CON PARTECIPAZIONE DEL MEF)

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ALITALIA: DI MAIO, ABBIAMO TROVATO LA QUADRA

FEDEZ ALITALIA FERRAGNEZ

 (ANSA) - "La partnership con FS è il punto di partenza, gli investitori arrivano perché abbiamo contatti importantissimi e ci sono tantissimi interessati ad Alitalia". Così il vicepremier Luigi Di Maio uscendo dal Mise. A chi gli chiedeva se ne avesse parlato con il ministro Tria, ha risposto: "C'è stata una riunione tra il premier Conte, il ministro Tria, Toninelli, Salvini e me stesso e abbiamo trovato la quadra. Si procederà in tal senso".

 

 

Michele Arnese per www.startmag.it

 

“Zero euro dello Stato in Alitalia”. E’ il mantra che si ascolta in questi giorni fra chi nel governo segue il dossier della compagnia aerea.

Zero euro dello Stato? Ma di chi è Fs? Dello Stato, ovvero dal ministero dell’Economia. E saranno proprio le Ferrovie ora guidate dal nuovo amministratore delegato, Gianfranco Battisti, ad andare in soccorso di Alitalia.

 

ECCO IL PIANO DEL GOVERNO SU ALITALIA

Il piano in fieri dell’esecutivo prevede questo, secondo le indiscrezioni raccolte da Start Magazine: smantellamento della strategia dei passati governi di vendere Alitalia a un gruppo straniero; critiche alla gestione dei commissari voluti dal precedente governo; offerta di Ferrovie Italiane entro la fine del mese sul 100% di Alitalia; ed entro la fine dell’anno un consorzio di Fs con un partner industriale in minoranza (e forse con una partecipazione del Mef) che dia una configurazione stabile all’assetto azionario della compagnia aerea.

SALVINI DI MAIO

 

IL DOSSIER PRESTITO-PONTE PER ALITALIA

Le critiche serrate ai passati governi in queste ore si concentrano dal punto di vista tecnico sulle modalità del prestito-ponte, anche sulla base delle ultime dichiarazioni dei commissari che non sono state accolte per nulla con favore negli ambienti del governo.

 

I COMMISSARI NEL MIRINO DEL GOVERNO

Il commissario di Alitalia, Luigi Gubitosi, ha detto nei giorni scorsi che ci sono ancora in cassa, oppure depositati in garanzia, 770 milioni, dei 900 iniziali del finanziamento deciso dal governo a guida Pd. Ma l’importo da restituire allo Stato – secondo i tecnici – non si limita ai 900 milioni ma include anche l’interesse, al tasso di circa il 10%, per l’anno e mezzo di durata del prestito, per una somma totale che si avvicinerà a fine anno ai 1.030 milioni.

 

Gianfranco Battisti

I DUBBI E GLI INTERROGATIVI

I dubbi del governo (sono stati pagati gli interessi sul prestito?) sono stati suffragati dai rilievi giunti con una lettera da parte della Commissione europea: “Se uno Stato è creditore e rinuncia o non rivendica gli interessi dovuti sul prestito, tale comportamento potrebbe comportare un aiuto di Stato”, ha messo per iscritto la commissaria Margrethe Vestager.

 

CHE COSA FARANNO LE FERROVIE IN ALITALIA

La tempistica delle prossime mosse del governo Conte è la seguente: entro la fine di ottobre, sarà formalizzata l’offerta di Ferrovie per rilevare il 100% di Alitalia (mentre molti economisti esperti di trasporti, come Andrea Giuricin, criticano la bontà industriale del connubio), ed entro la fine del mese si darà un assetto azionario stabile con un partner industriale (il Messaggero scrive dell’ipotesi Lufthansa o Delta) e una società del Mef (Cdp o una sua controllata, ma lo statuto della Cassa lo impedisce, quindi la Cdp potrebbe figurare come finanziatrice della compagnia) o direttamente il Tesoro (se verranno superate le perplessità delle strutture di vertice del dicastero condivise dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria).

Vestager

 

Il nodo del contendere sarebbe in particolare la possibilità di convertire in azioni parte del prestito ponte. Da Bruxelles fanno trapelare – ha scritto il Corriere della Sera – che l’ingresso diretto del Tesoro non sarebbe giustificabile per la normativa Ue.

 

luigi gubitosi