L’ACCIAIO BRUCIA A SINISTRA - SE BERSANI & VENDOLA SONO SOTTO TIRO PER L’ILVA E I RAPPORTI CON I RIVA, HOLLANDE SOFFRE PER MITTAL - IL RE DELL’ACCIAIO INDIANO VUOLE CHIUDERE DUE ALTOFORNI E LICENZIARE 629 PERSONE - IL MINISTRO MONTEBOURG: “NON VOGLIAMO PIÙ MITTAL IN FRANCIA, NON RISPETTA I PATTI” - MA SE L’INDIANO SBARACCA, A CASA 20MILA LAVORATORI - ORGOGLIO GALLICO: IL GOVERNO DISPOSTO A NAZIONALIZZARE PER SALVARE I POSTI DI LAVORO…


1- NON PIÚ I BENVENUTI? - DESTINO DI DUE ALTOFORNI

OPERAI ARCELOR MITTAL

Da "Il Sole 24 Ore" - Da alcuni mesi il Governo socialista di François Hollande è impegnato in un confronto con ArcelorMittal sul destino di due altoforni a Florange, in Lorena: il colosso indiano della siderurgia, che in Francia dà lavoro a 20mila persone, intende chiuderli licenziando 629 persone. A meno di non trovare un acquirente entro il 1° dicembre. Nei giorni scorsi il ministro dell'Industria, Arnaud Montebourg, ha accusato l'ad Lakshmi Mittal di tradire un impegno preso nel 2006: non chiudere gli impianti e non considerare eventuali offerte di takeover. «Non vogliamo più Mittal in Francia perché non hanno rispettato la Francia», ha detto Montebourg.

LAKSHIMI MITTAL


2- ULTIMATUM DI HOLLANDE A MITTAL - IL GOVERNO INSISTE SULL'IPOTESI NAZIONALIZZAZIONE PUR DI SALVARE I POSTI
Marco Moussanet per "Il Sole 24 Ore"

Tre giorni. È il tempo che il presidente francese François Hollande e Lakshmi Mittal, presidente dell'omonimo gruppo indiano, si sono dati per cercare di trovare un acquirente dell'impianto siderurgico di Florange, in Mosella, e provare quindi a evitare lo scontro, il braccio di ferro, la nazionalizzazione.

L'incontro è durato un'ora, dalle 18 alle 19. E al termine l'Eliseo ha rilasciato un comunicato di sei righe: «Il presidente ha ribadito la volontà di garantire i livelli occupazionali del sito e ha presentato al signor Mittal le varie opzioni possibili. Ha chiesto che le discussioni tra lo Stato e la società proseguano fino al termine del periodo che era stato concordato per la ricerca di un eventuale acquirente». Che scade appunto venerdì a mezzanotte.

IMPIANTO ARCELOR MITTAL

Poiché ci sarebbero un paio di offerte - ma per l'intero impianto ArcelorMittal e non solo per l'area a caldo di cui il gruppo ha annunciato la chiusura - e l'ipotesi della nazionalizzazione temporanea formulata dal ministro Arnaud Montebourg ha raccolto consensi a sinistra e a destra - una sorta di unità nazionale in nome del patriottismo economico - è presumibile che Hollande abbia messo sotto pressione Mittal (nel pomeriggio il presidente aveva detto che «la nazionalizzazione avrebbe fatto parte della discussione») cercando di strappare il consenso a vendere l'intero stabilimento.

il ministro arnaud montebourg fa un mega marchettone al made in france

Anche se nei giorni scorsi Mittal aveva escluso una simile soluzione sostenendo che la perdita dell'area a freddo, alimentata dagli altoforni di Dunkerque, potrebbe creare problemi all'intera filiera del gruppo in Francia (dove Mittal ha 20mila dipendenti e produce due terzi del proprio acciaio europeo).

Nel frattempo si è ovviamente aperto il dibattito sulla legittimità dell'eventuale nazionalizzazione. Montebourg e i suoi numerosi sostenitori hanno ricordato quelle dell'auto negli Stati Uniti e quelle bancarie in Gran Bretagna, dimenticando che in entrambi i casi si trattava di vere e proprie emergenze nazionali. Dove peraltro l'intervento dello Stato si è tradotto in drastiche ristrutturazioni con importanti tagli occupazionali.

ARNAUD MONTEBOURG

Altri hanno citato quelle dei socialisti nel 1982 e la decisione con cui la Corte costituzionale convalidò l'operazione a tre condizioni: che ci sia effettivamente un interesse generale, che si faccia una legge ad hoc e che l'imprenditore privato venga adeguatamente indennizzato.

Il commissario europeo Michel Barnier, francese, ha escluso che ci possano essere problemi con Bruxelles e lodato il "volontarismo pubblico" del Governo, purché si faccia attenzione «a non perdere l'immagine di Paese aperto agli investimenti internazionali».

FRANCOIS HOLLANDE

Esercizio delicato. Come confermano le dichiarazioni, ieri a New Delhi davanti a una platea di imprenditori, del sindaco di Londra Boris Johnson: «Vedo che i sanculotti, i rivoluzionari, hanno conquistato il potere a Parigi. Dove un ministro stravagante invita un grande investitore indiano a lasciare il Paese. E io allora vi dico venite a Londra, amici miei, venite nella capitale mondiale degli affari».