ADDIO AL PATTO DELLA PROSTATA? - IL BANANA È GIÀ CAMPAGNA ELETTORALE E RICICCIA IL BAU BAU DEI COMUNISTI (MA NON ABBIAMO UN GOVERNO DI BANCHIERI?): “CONTINUO A COMBATTERE PER LA LIBERTÀ E CONTRO I COMUNISTI. L’ALLEANZA CON LA LEGA È SOLIDA” - CALDEROLI LO STRONCA: “L’ALLEANZA A LIVELLO NAZIONALE NON ESISTE PIÙ” - ALFANO “NON CREDE” CHE L’ICI RINASCA COME PRIMA, MA NON ESCLUDE LA PATRIMONIALE TANTO DETESTATA (IL PDL LA VOTEREBBE?)…
Francesca Schianchi per "La Stampa"
Applausi, cori "Silvio, Silvio" e toni da campagna elettorale. Berlusconi torna su un palco per la prima volta dopo le dimissioni da premier e si riprende la scena: promette di continuare «a combattere per la libertà» contro i «comunisti», attacca il Pd e garantisce che «l'alleanza con la Lega è solida». Convinzione bruscamente smentita però dal leghista Calderoli: altro che solida, «l'alleanza a livello nazionale non esiste più». E per il futuro, bisognerà vedere come il Pdl si «comporterà in Aula» sulle proposte del governo. Quelle economiche, svela il segretario Alfano, saranno presto illustrate dal premier ai leader dei partiti che lo sostengono, prima di approdare in Consiglio dei ministri.
Non cita l'esecutivo Monti, il Cavaliere, nel suo discorso di pochi minuti a un convegno organizzato a Verona da Giovanardi: attacca però uno dei provvedimenti possibili, l'abbassamento della soglia di tracciabilità dei contanti, «una norma che ha insito il pericolo di uno stato di polizia tributaria».
Usa toni da campagna elettorale, che «non so se sarà lunga» ma «dobbiamo essere pronti, io lavorerò dietro le quinte», ma raddoppiando l'impegno per il partito, già si sta «lavorando per creare i team elettorali in tutte le sezioni d'Italia», mentre nel centrosinistra «non c'è una maturazione democratica». E con il Carroccio «saremo certamente alleati anche alle prossime amministrative».
Una certezza non altrettanto granitica fra i padani: «L'alleanza non c'è più», è tranchant Calderoli, e pure per il futuro si vedrà perché «possibilità per le future alleanze dipendono dalle posizioni che il Pdl assumerà rispetto ad alcune proposte del governo Monti». Tra le ipotesi che, se sostenute dai berlusconiani, scatenerebbero la fatwa leghista, ovviamente, la legge sulla cittadinanza.
Ma, sottolinea tempestivamente il segretario Pdl Angelino Alfano, ieri ampiamente elogiato da Berlusconi, «il governo Monti è il presente, non il futuro». Lo si sostiene ora, «ma allo stesso tempo lavoriamo e guardiamo al futuro». Al momento però il Pdl sostiene il professore della Bocconi, «la legislatura dura fino al 2013 e noi non abbiamo fissato una data anticipata», ricorda in serata l'ex ministro della Giustizia, ospite a «Che tempo che fa», rispondendo in qualche modo ai suoi colleghi di partito che, da Brunetta a Rotondi, invocano una rapidissima chiamata alle urne.
Soprattutto, Alfano racconta della telefonata ricevuta da Monti: il premier, spiega, gli ha detto «abbiamo tirato giù le linee guida del programma economico del governo» e lo ha invitato a parlarne prima di fare approdare il provvedimento in Cdm, seguendo un metodo «corretto». Vuole parlarne con «Casini, Bersani e coloro i quali sostengono il governo», ma, chiarisce Alfano, «separatamente»: puntualizzazione dovuta dopo le polemiche di un presunto incontro segreto tra leader nei giorni scorsi (smentito ieri da Alfano).
Ancora non sa, dice il segretario Pdl, quali saranno le misure, ma «non credo» che l'Ici rinasca come prima, mentre «non escludo un intervento sui patrimoni» che non sia «una tassa puramente punitiva». Ipotesi in linea con quella espressa dall'ex ministro La Russa: no all'Ici, mentre «non sono tetragono a dire no a una tassazione sui patrimoni». E sul rapporto con la Lega in vista del tentativo di «agganciare» anche Casini? «Uno - dice Alfano - non esclude l'altro».