ALBERTINI SFANCULA IL CENTRODESTRA, E ORA? - L'EX SINDACO RIFIUTA LA CANDIDATURA A MILANO UFFICIALMENTE PER MOTIVI DI FAMIGLIA ("MIA MOGLIE MINACCIA IL DIVORZIO") MA SAREBBE RIMASTO DELUSO DAL MANCATO APPOGGIO UNANIME DEL CENTRODESTRA (BERLUSCONI ERA TRA I MENO ENTUSIASTI) - ADESSO IN POLE C'È LUPI, GRADITO AD ARCORE, O MAGARI RUGGIERO, EX AD DI TELECOM ED EX CAPO DI SALA...
-Andrea Senesi per il "Corriere della Sera"
«Grazie a tutti per la stima, ma mi tiro fuori». Gabriele Albertini si sfila definitivamente dalla corsa a sindaco di Milano attraverso una lettera aperta al quotidiano Libero in risposta agli appelli in favore della sua candidatura firmati (anche) da Vittorio Feltri.
Una lettera dai toni commossi, con cui Albertini ringrazia per i tanti attestati di stima arrivati nelle ultime settimane. Nessuna impuntatura polemica nemmeno verso i partiti del centrodestra che si sono dimostrati più tiepidi di fronte all'ipotesi di una nuova investitura del già due volte sindaco di Milano (dal 1997 al 2006).
Tra i ringraziamenti, particolarmente affettuoso è anzi quello rivolto a Silvio Berlusconi, che pure era stato segnalato tra i meno entusiasti di un Albertini ter. Ma parole di stima, nello scritto, ci sarebbero anche per l'attuale sindaco Beppe Sala a cui Albertini, colpo di scena, avrebbe offerto la poltrona di suo vice a Palazzo Marino in caso di avvenuta elezione.
«Sono commosso ma non mi candiderò». Motivi di famiglia, ripete l'ex «amministratore di condominio». L'impegno da sindaco non si concilierebbe con le attuali esigenze di vita, professionali e soprattutto familiari di Albertini. «Mia moglie Giovanna minaccia il divorzio», aveva già raccontato in passato.
Il corteggiamento di Salvini è durato qualche settimana. Era stato il leader leghista a metà aprile a telefonargli, mettendo da parte antichi dissapori. «Parliamo la stessa lingua: è stato e sarebbe ancora un ottimo sindaco per Milano», aveva detto Salvini subito dopo la chiamata.
Poi il pressing leghista si era fatto più intenso, ma dagli altri due partiti della coalizione un sì pieno, convinto, e incondizionato non era mai arrivato. La mancata unanimità nell'investitura potrebbe aver orientato il passo indietro di Albertini? Probabile, anche se dalla lettera nulla di simile traspare.
E ora? A Milano si ricomincia da capo nella ricerca del candidato giusto per il centrodestra. In pole position si trova adesso Maurizio Lupi, uno che, prima della carriera nazionale, era stato assessore (all'Urbanistica, nello specifico) proprio della giunta di Albertini.
Sarebbe lui, per esempio, il candidato preferito dalle parti di Arcore. Sullo sfondo, i tanti nomi della società civile usciti nell'ultimo anno come possibili avversari di Beppe Sala. Dal manager-comunicatore Roberto Rasia Dal Polo fino a Simone Crolla, consigliere delegato della Camera di commercio americana in Italia, passando per il professore bocconiano Maurizio Dallocchio.
Tra le suggestioni degli scorsi mesi, anche quella di una candidatura di Renato Ruggiero, ex ad di Telecom e in questa veste ex capo dello stesso Sala. Sarebbe lui il candidato preferito da Fratelli d'Italia. Ora è Lupi il grande favorito però, ma chissà che Salvini, dopo aver incassato il garbato rifiuto di Albertini, non estragga dal cilindro un nuovo nome.
L'appuntamento tra i leader del centrodestra per fare il punto sulle candidature per le Amministrative di ottobre non è però ancora in agenda.
Intanto, sempre a Milano e sempre a proposito di ex assessori, si candiderà a sindaco il docente del Politecnico Giorgio Goggi, titolare delle deleghe ai Trasporti proprio ai tempi di Albertini. Correrà per i socialisti.