ALFA E OMEGA: TUTTE LE MENZOGNE DI MARPIONNE SUL RILANCIO DELL’AUTO SPORTIVA ITALIANA
1. ALLARME VENDITE PER LANCIA E ALFA - E IL GRUPPO FIAT GIÙ IN EUROPA DEL 13,6%
Paolo Griseri per "La Repubblica"
Sono 5.902. A giugno dello scorso anno erano state 8.954 e sembravano già poche. Le Alfa Romeo vendute in Europa sono una manciata. Se si considera che delle 5.902 vendute a giugno nei 27 paesi del Vecchio continente, 2.812 sono acquistate in Italia (il 2,3% del mercato nazionale), se ne deduce che nei rimanenti 26 paesi dell'Unione, sono state immatricolate solo 2.791 auto con il marchio del biscione, lo 0,26% di tutto quanto viene venduto oltralpe.
E' evidente che con queste cifre il futuro non potrà che essere migliore. Nei primi sei mesi di quest'anno in tutta Europa si sono vendute 36 mila Alfa (in gran parte Giulietta). A questo ritmo a fine anno saranno tante quante il marchio Peugeot ne vende in un solo mese. L'Audi vende dieci volte tanto.
«Il nostro obiettivo - ha dichiarato nei giorni scorsi Sergio Marchionne - è quello di entrare sui segmenti di mercato dove per troppo tempo i nostri amici tedeschi si sono goduti l'idillio». Se questa è la strategia, l'Alfa è inevitabilmente il punto di attacco. Pur in un mercato europeo che resta molto difficile (-6,3% è il dato diffuso ieri, ai livelli del ‘96) i brand di Torino soffrono più della concorrenza e a giugno sono scesi al 5,9% del venduto. Gran parte della quota in Europa si regge sul brand Fiat che vende 54 mila auto sulle 69 mila totali del gruppo, che ha perso n totale il 13,6%. Dei 15 mila pezzi rimanenti poco meno di 6.000 sono le Alfa, 6.500 sono le Lancia e poco meno di 2.000 sono le Jeep.
Fin dalla metà degli anni Novanta, la debolezza di Torino è soprattutto europea. Oltre la barriera delle Alpi il gruppo Fiat rappresenta il 3,4% del mercato, circa un nono di quel che vale in Italia. Con la paradossale conseguenza che dopo il matrimonio con Chrysler i suoi punti di forza sono il Nordamerica, il Brasile e l'Italia ma non l'Europa. In Brasile la Fiat vende poco meno di 700 mila auto all'anno, una cifra non lontana da quella che potrebbe vendere in Europa nel 2013. La differenza è che il mercato brasiliano vale 2,8 milioni di pezzi contro i 13 milioni di quello europeo.
In questo contesto generale la debolezza dell'Alfa è ancora più evidente. «I nostri progetti sull'Alfa Romeo sono top secret», ha dichiarato recentemente Marchionne. Da quel che si capisce, nel cassetto ci sarebbero un'ammiraglia, un suv da realizzare a Mirafiori e, soprattutto, la Giulia, l'auto che dovrebbe segnare il ritorno del Biscione negli Usa. Tutto per ora in stand by, in attesa degli sviluppi del mercato. Per il momento a Mirafiori la linea che realizza la MiTo lavora tre giorni al mese.
Una situazione che allarma i sindacati. Il responsabile auto della Fim, Ferdinando Uliano, ha chiesto al governo «agevolazioni all'export» e la «riduzione del carico di tasse che oggi grava sull'auto» per far ripartire il mercato. Per il deputato di Sel, Giorgio Airaudo, «la vera sfida sull'Alfa, se non è già troppo tardi, parte dall'investimento su Mirafiori, uno stabilimento tutt'altro che obsoleto, al contrario di quel chepensa il ministro Zanonato».
Non migliore la situazione del marchio Lancia che riesce a vendere in giugno circa 6.500 auto in tutta Europa ma che ormai, con l'eccezione della Ypsilon e della Delta, è costretta a prendere le sembianze dei modelli Chrysler. Ancora una volta le amarezze europee sono compensate per il Lingotto dai successi Usa.
E' di ieri un articolo del New York Times che racconta l'esempio virtuoso dello stabilimento di Jefferson North, nel cuore di Detroit, dove si produce la Jeep Grand Cherokee. «Il successo di Jefferson - scrive il quotidiano newyorkese - sfida i luoghi comuni dell'industria dell'automobile secondo i quali una fabbrica efficiente deve essere nuova e costruita in campagna in uno stato del Sud, come il Tennessee o l'Alabama».
UNA CARRELLATA DELLA CHIMERA "SUV A MIRAFIORI", UN PO' COME IL "GIUDICE A BERLINO" O IL "MAGO DI OZ"
DAGO-ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE
Non ci sono solo i 20 miliardi del famigerato "Piano Italia". Gli ultimi anni della Fiat impulloverata sono stati una sequela di false promesse per tenere buoni i sindacati (tranne Fiom) e imbeccare giornalisti con notizie di rilanci che non si sono mai visti (né veramente pianificati). Prendiamo un solo esempio. Il "suv a Mirafiori", un nuovo veicolo mezzo fuoristrada mezzo cittadino per dare nuovo ossigeno alla boccheggiante catena di montaggio dello storico stabilimento.
Dal 2008 fino a pochi giorni fa, una pioggia di progetti, tutti sfumati nel nulla, in un mare di inchiostro celebrativo.
2008 - "ALFA ROMEO SUV: CONFERMATO PER IL 2010"
Scritto da: Omar Abu Eideh - http://www.autoblog.it/ il 22 maggio 2008
Anche Alfa-Romeo avrà il suo SUV. Ad affermarlo sulle pagine di Auto-Motor-&-Sport è stato Luca de Meo che ha inoltre ribadito che tale tipologia di auto è indispensabile se la casa del biscione vuole competere con i grandi marchi europei ad armi pari . Soprattutto per l'ormai prossimo ritorno negli USA, aggiungiamo noi.
La futura gamma Alfa vedrà molti cambiamenti nei prossimi anni per riportare il prestigioso marchio all'eccellenza che lo dovrebbe caratterizzare. Il primo passo di questa marcia è la Mi.to , con la quale Alfa-Romeo spera di poter accogliere molti consensi. Il 2009 sarà l'anno della nuova 149, cruciale per il rilancio del marchio. E nel 2010, secondo i piani prestabiliti, dovrebbe essere la volta del SUV made in Alfa.
2010 - "FIAT, A MIRAFIORI UNA BERLINA E UN SUV"
Elena Masuelli per "La Stampa" del 26 novembre 2010
Il futuro di Mirafiori comincia all'insegna della joint venture fra Fiat e Chrysler. Una nuova società che, assumendo tutti i 5.500 dipendenti delle attuali carrozzerie, punta a produrre nello stabilimento torinese 280mila vetture all'anno, oltre la metà destinate al mercato estero, non solo Europa, ma anche Nord America. Investimento previsto: oltre un miliardo di euro. Sono i punti fermi del piano che Sergio Marchionne ha cominciato a presentare all'Unione Industriale di Torino, dove oggi si è aperta la trattativa fra azienda e sindacati sullo sviluppo del sito. (...)
L'ad del Lingotto, presente a sorpresa, sgombra il campo da dubbi sulle regole del gioco (...) e detta i tempi. Riconversione dell'impianto entro un anno e mezzo, per il lancio commerciale, al massimo entro il quarto trimestre del 2012, dei nuovi modelli a marchio Jeep e Alfa Romeo.
Sono i più internazionali dei due gruppi e hanno maggiori potenzialità di sviluppo sul mercato globale. A Torino sarà portata infatti una nuova piattaforma dagli Stati Uniti che servirà per produrre auto e suv di classe superiore. Nata come base per Giulietta e si è poi evoluta ed è stata perfezionata in Chrysler. Garantirà allo stabilimento la possibilità di produrre più di 1.000 auto al giorno.
Il piano di Marchionne raccoglie il consenso delle istituzioni: dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, al sindaco di Torino, Sergio Chiamparino che ai augura che «tutti i soggetti coinvolti sappiano cogliere questa opportunità per scrivere una pagina innovativa nel sistema delle relazioni industriali». (...)
2011 - TRE NUOVI SUV PER MIRAFIORI - ECCO IL PIANO DI MARCHIONNE
Paolo Griseri per "la Repubblica" del 27 ottobre 2011
Il futuro di Mirafiori comincia a prendere una fisionomia. Siamo sempre nel campo delle ipotesi perché la fabbrica di corso Tazzoli tornerà a produrre a ritmi sostenuti solo tra due anni. Tempi lunghi nei quali sono ancora possibili cambi di scenario. Ma l'incontro di martedì a Roma tra l'ad di Fiat e Chrysler Sergio Marchionne e i sindacati del "sì" qualche indicazione l'ha data. Mirafiori potrebbe produrre quattro modelli: tre suv e il restyling della MiTo.
Il nodo che il Lingotto ha tardato a sciogliere nelle ultime settimane è quello della piattaforma, l'architettura dei nuovi modelli. «La nostra produzione - ha annunciato in questi giorni l'ad - sarà basata su tre grandi architetture». Ognuna destinata a sfornare almeno un milione di auto con tre-quattro diversi modelli. Inizialmente a Mirafiori avrebbe dovuto essere montata la linea per l'architettura media, il segmento C che oggi a Cassino realizza la Delta.
La nuova piattaforma C è importante perché sarà quella che servirà a produrre negli Usa l'Alfa Giulia, il modello del ritorno del Biscione oltreoceano. In queste settimane la nuova C viene «federalizzata», come dicono gli ingegneri che si occupano di preparare un'architettura in grado di rispettare le norme federali Usa.
Il problema è che il suv Alfa nato sulla piattaforma C sarebbe troppo grande per il mercato europeo dove invece sarebbero più appetibili i suv nati sulla piattaforma B, quella delle utilitarie. Mirafiori ha già le linee tarate su quel tipo di architettura che è la stessa su cui viene oggi prodotta la MiTo, l'unico modello destinato a sopravvivere a Torino dopo il primo gennaio 2012. Così il Lingotto avrebbe scelto di produrre in corso Tazzoli i mini-suv di segmento B. Il primo arriverà a fine 2013 e sarà quello con il marchio Jeep. Una novità per il brand americano: sarebbe possibile in questo modo sfruttare il grande successo registrato da Jeep in Italia e in Europa negli ultimi mesi.
Ma il minisuv della Jeep potrebbe essere solo l'apripista. Presto seguito da un modello dell'Alfa. Non quello su piattaforma C che emigrerà, con ogni probabilità, negli Stati Uniti. Ma quello di fascia più bassa, destinato in prevalenza al mercato europeo. «Non escludiamo - ha detto Marchionne ai sindacati del «sì» - che una parte della produzione di Mirafiori possa essere venduta oltreoceano». Infine, il terzo suv avrebbe il marchio Fiat e sarebbe l'erede del Sedici, il veicolo nato negli anni scorsi da una joint venture tra il Lingotto e la Suzuki. Ai tre minisuv si aggiungerebbe poi il restyling dell'Alfa Mito che viene già prodotta a Mirafiori.
2013 - FIAT: PER ANALISTI SUV MASERATI A MIRAFIORI A FINE 2014/INIZIO 2015 (QUELLO ALFA A FINE 2015)
Corriere.it del 13 maggio 2013
L'annuncio su quali modelli verranno costruiti a Mirafiori e sull'impegno di investimenti del gruppo Fiat nello stabilimento non sara' reso noto "fino a quando non vi sara' certezza", come piu' di una volta indicato dall'a.d. del Lingotto, Sergio Marchionne, ma si prevede che a Mirafiori la produzione del Suv Levante di Maserati possa iniziare gia' a fine 2014/inizio 2015, mentre il Suv targato Alfa Romeo potrebbe iniziare a essere assemblato a fine 2015. Cosi' a 'Radiocor' fonti del settore automotive, secondo i quali dalle linee di Mirafiori uscira' anche, dal 2016, la nuova generazione di Alfa Mito.
Guardando ai volumi, gli esperti stimano in media in un anno 55-60mila Alfa Mito di nuova generazione (23mila le attese sulla produzione di Alfa Mito quest'anno rispetto alle 26mila del 2012), 20mila unita' per il Suv Alfa e 11mila per il Maserati Levante. Il recente accordo siglato in Regione Piemonte a inizio maggio per la trasformazione della cassa integrazione straordinaria a Mirafiori da ristrutturazione a riorganizzazione e' un primo passo per adeguare il sito alle produzioni future nel segmento premium. Un percorso che i sindacati firmatari auspicano venga accelerato a garanzia del futuro occupazionale di Mirafiori, una questione su cui l'a.d. Marchionne potrebbe fare chiarezza magari in occasione della presentazione alla stampa della versione a sette posti della 500L in calendario a luglio.