ALFIO AFFONDA IL SOTTO-MARINO - MARCHINI: “ROMA COME L’ITALIA, IMMOBILIZZATA DA UN INCIUCIO PD-FI - GLI SCHIERAMENTI MAGGIORI FANNO LEGGI ELETTORALI CON IL SOLO SCOPO DI PRESERVARE IL LORO POTERE”
Alessandro Ferrucci per il “Fatto quotidiano”
I cittadini urlano che vogliono decidere e partecipare? Perfetto, si fa una bella legge che li esautora completamente delegando ai consiglieri eletti di eleggere tra di loro i nuovi rappresentanti. Dov’è il nuovo?”.
La domanda posta da Alfio Marchini è in chiave retorica, la risposta infatti prevede un sottinteso: “Siamo sempre alle solite”. Lui è l’ex competitor di Ignazio Marino alla poltrona di sindaco di Roma, esponente di una generazione di costruttori progressisti (o almeno così dicevano). Continua la sua battaglia dentro l’aula Giulio Cesare del Comune. E denuncia un inciucio “metropolitano”.
Cosa accade nella fu provincia romana?
Roma è la metafora del Paese. Gli schieramenti maggiori fanno leggi elettorali con il solo scopo di preservare il loro potere. Con queste leggi, a livello nazionale, ieri non sarebbe esistita la Lega e oggi a livello metropolitano ci saranno solo due voci: centro sinistra e centro destra. E nessun’altro.
Come?
Difendendo il diritto dei cittadini a essere rappresentati. Ad esempio per una questione procedurale il M5S, essendo una forza nuova, non aveva i numeri sufficienti per presentare le liste. Ci hanno chiesto un aiuto e lo abbiamo dato senza esitazione.
Cerca appoggi per il futuro?
Non vi è alcun accordo politico e non voteremo i loro candidati, ma ho ritenuto giusto e democratico dare il nostro appoggio per consentire alla seconda forza politica del Paese di avere accesso a queste elezioni.
Lei non è neanche d’accordo su come è stata trattata la vicenda delle province...
No, in questa fase le prefetture potevano tranquillamente supportare il lavoro richiesto, essendo in grado con eventuali sostegni di personale di far funzionare la macchina amministrativa. Nel frattempo si sarebbero identificati chiaramente ruoli e competenze delle aree metropolitane. Tutto troppo semplice, sinergico e soprattutto troppe poltrone vuote.
I lavoratori presenti non sono molto soddisfatti.
Ho ricevuto moltissime email da parte di dipendenti della Provincia di Roma che non sanno ancora se manterranno le loro mansioni e per chi lavoreranno. Figuriamoci in che caos si troveranno imprese e i cittadini: se l’obiettivo era snellire e semplificare, credo si sia persa l’ennesima occasione.
Ha parlato con il Pd?
I democratici litigano da giorni su chi debba essere il vicesindaco della nuova Città Metropolitana, ma non mi sembra che ci si sia confrontati con lo stesso accanimento sui temi e sulle competenze. Anche qui Roma è la metafora del Paese: si parla troppo di poltrone e leggi elettorali e poco di imprese e lavoratori.
A proposito di riforme, cosa ne pensa di quella del Senato?
Sono un fanatico della Costituzione, era meglio se impegnavano tutte queste energie per attuarla, non per stravolgerla.