ALLARME ROSSO PER IL GOVERNO “SEMAFORO” – IL LIBERALE SUPER-FALCO LINDNER MANDA UN AVVISO DI SFRATTO AL CANCELLIERE OLAF SCHOLZ: CHIEDE IL TAGLIO DEI SUSSIDI DI SOLIDARIETÀ ALL’EST, E DI SPOSTARE IN AVANTI LA SCADENZA DELLA “NEUTRALITÀ CLIMATICA”. PER IL VERDE HABECK, MINISTRO DELL’ECONOMIA, È KRYPTONITE – SCHOLZ CERCA DI GALLEGGIARE PER EVITARE LE ELEZIONI ANTICIPATE, CHE PERDEREBBE MISERAMENTE (CIÒ CHE RESTA DELLA SPD È DATO AL 15%)
-1. GERMANIA, RESA DEI CONTI SUI TAGLI AL BILANCIO SCHOLZ VERSO IL BARATRO
Estratto dell’articolo di Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/esteri/2024/11/04/news/governo_scholz_germania_a_rischio-423595388/
Il governo Scholz potrebbe scoppiare il giorno dopo le elezioni più importanti dell’anno. […] Certo è che a Berlino, dopo mesi di agonia della maggioranza più rissosa della storia, tutti si sono segnati due date sul calendario. La prima è mercoledì 6 novembre: il giorno dopo il voto negli Stati Uniti […].
Allora è prevista una riunione di maggioranza capitanata dai tre leader della coalizione semaforo, ossia il cancelliere socialdemocratico, il suo vice Robert Habeck (verdi) e il ministro delle Finanze liberale Christian Lindner. E lì andrà in scena la battaglia finale sul bilancio, che dovrebbe essere discusso entro metà mese.
L’accordo dovrebbe, in teoria, tenere i conti a posto ma senza massacrare ulteriormente la già esangue economia del Paese. E nella maggioranza le posizioni sono diametralmente opposte. In più, negli ultimi giorni è scoppiato un finimondo quando un documento preparato per il vertice di mercoledì dal liberale Lindner è finito su tutti i giornali.
La sua agenda un tantino asociale viene definita a microfoni spenti da una fonte della Spd «colpo mortale alla coalizione». […] Lindner, dichiarato sacerdote dell’agenda ordoliberale, propone di tagliare i sussidi di solidarietà all’Est, gli assegni sociali e di spostare in avanti la scadenza per la neutralità climatica.
Un dito nell’occhio soprattutto per il collega dell’Economia, il verde Habeck, che a sua volta ha presentato un generoso maxi piano di investimenti qualche giorno fa, certamente non accolto con giubilo al quartier generale dei liberali, ossessionati dal freno al debito. Ma la sforbiciata di Lindner alle spese sociali ha suscitato qualche borbottìo anche nella Spd.
L’umore è talmente nero che nelle scorse ore la numero uno della Spd Saskia Esken ha ammesso, per la prima volta, che è «prematuro » dire quando si andrà a votare. Se la legislatura arrivasse a scadenza naturale, il mese previsto è settembre del 2025. Ma la seconda data marcata in rosso su tutti i calendari è ora il 9 marzo: quella di un’ eventuale elezione anticipata, se si arrivasse alla rissa finale.
Intanto Scholz […] avrebbe già tenuto una riunione in gran segreto alla cancelleria ieri sera con Lindner e Habeck, e altre ne seguiranno, prima di mercoledì. I socialdemocratici si illudono di poter risalire dal loro misero 15% nei sondaggi, se avranno abbastanza tempo per la loro campagna elettorale. Ma non nel clima attuale, in cui il candidato Scholz è il politico meno popolare di tutti.
[…] Tutto dipenderà da Lindner. Deve decidere se staccare la spina e rendersi ancora più impopolare tra i tedeschi che amano la stabilità. Oppure se scommettere sulla stanchezza che c’è nel paese verso l’attuale governo e conquistare qualche voto in più proprio con uno strappo. Un dilemma difficile per un partito che langue intorno al 4% nei sondaggi e che rischia […] di finire fuori dal Bundestag mancando la soglia di sbarramento del 5%.
2. RESA DEI CONTI NEL GOVERNO TEDESCO LINDNER PRONTO A STACCARE LA SPINA
Estratto dell’articolo di Mara Gergolet per il “Corriere della Sera”
La domanda apparentemente è: dov’è la «talpa», chi ha avvertito la stampa, da quale ufficio è partito il leak ? Ma quando il liberale Christian Lindner, la scorsa settimana ha mandato una mail al cancelliere Olaf Scholz e al suo vice, il verde Robert Habeck che era in vacanza a Roma, con il titolo «Per una svolta economica della Germania», all’improvviso la posta in gioco è diventata chiara.
Siamo alla resa dei conti nel governo tedesco, e forse al countdown del suo scioglimento. In effetti, se abbia avvertito la stampa Lindner stesso (tesi prevalente) o i Verdi ( Bild ) importa poco. Conta se Lindner, ministro delle Finanze e capo dei liberali Fdp, abbia già deciso di dire «fine», uscire dalla coalizione e far cadere Scholz.
Quel che è chiamato il «Manifesto dei liberali», 18 punti scritti su 18 pagine, è uno schiaffo in faccia agli alleati socialdemocratici e Verdi.
Chiede, mascherato tra preamboli e paragrafi come «meno burocrazia», ai due partiti di rinunciare alle proprie proposte identitarie: il Bürgergeld (reddito di cittadinanza), simbolo del Spd che Lindner vuol tagliare, e alla «legge sulle pompe di calore», sfortunata bandiera di Habeck. Non venissero accolte le richieste, i liberali non approveranno la finanziaria che si deve chiudere in due settimane. Una dichiarazione di guerra. […]