GLI ALLEATI DEL GIORNO DOPO – JOE BIDEN HA FINALMENTE CHIAMATO GIORGIA MELONI, INVITANDOLA ALLA CASA BIANCA A LUGLIO: I DUE HANNO DISCUSSO DEL TENTATO GOLPE IN RUSSIA, “E DEI RECENTI SVILUPPI IN NORD AFRICA”. IL TUTTO È ACCADUTO A PIÙ DI 24 ORE DI DISTANZA DELLA TELEFONATA DEL PRESIDENTE USA CON SUNAK, MACRON E SCHOLZ (QUELLI CHE CONTANO DAVVERO) – STEFANO FOLLI: “IL GESTO DEL GIORNO DOPO INDICA IL CHIARO DESIDERIO AMERICANO DI NON INDEBOLIRE L’AMICO ITALIANO. MELONI DOVREBBE…”

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ABBRACCIO GIORGIA MELONI JOE BIDEN - G7 HIROSHIMA

1. BIDEN SENTE MELONI, COLLOQUIO SU RUSSIA E NATO

(ANSA) - Il presidente americano Joe Biden ha parlato con la premier Giorgia Meloni "nell'ambito della stretta collaborazione con gli alleati e i partner dopo i recenti eventi in Russia". Lo afferma la Casa Bianca riferendo della conversazione telefonica fra Biden e Meloni. "I due leader hanno affermato il loro sostegno all'Ucraina", si sono confrontati in vista del prossimo "vertice della Nato e hanno discusso i recenti sviluppi in Nord Africa"

 

JOE BIDEN GIORGIA MELONI - G7 HIROSHIMA

2. BIDEN HA INVITATO MELONI ALLA CASA BIANCA IN LUGLIO

(ANSA) - Il presidente Joe Biden ha invitato la premier Giorgia Meloni alla Casa Bianca in luglio. Lo afferma la Casa Bianca riferendo della conversazione fra il presidente Joe Biden e la premier Giorgia Meloni.

 

3. BIDEN-MELONI POLITICA DEL TELEFONO

Estratto dell’articolo di Stefano Folli per “la Repubblica”

 

MARIO DRAGHI JOE BIDEN

Alla fine la telefonata di Biden a Giorgia Meloni è arrivata. Con ventiquattro ore di ritardo rispetto al primo giro del presidente americano con i soliti noti: il premier inglese, il cancelliere tedesco, il presidente francese. Insomma, il Quartetto ormai tradizionale che prende forma quando Washington ha bisogno di sentire la voce degli alleati. A quel tavolo di solito manca la quinta sedia, quella dell’Italia. Ieri sera invece la sedia è stata aggiunta.

 

JOE BIDEN GIORGIA MELONI

Forse alla Casa Bianca ci si è resi conto dell’errore. [...] se c’è bisogno di una telefonata per gratificare un alleato come l’Italia, che sull’Ucraina è stato saldo e determinato fin dal primo giorno e che non merita di subire una mortificazione, che si faccia questa telefonata. Tutto risolto, dunque? Il vecchio Quartetto si è trasformato in un Quintetto di pronta consultazione, in grado di intervenire negli scenari più drammatici?

 

È bene essere cauti. Per ora va segnalato questo “premio” all’alleato che si è guadagnato una sua credibilità nonostante le ombre che solcano qui e là la maggioranza di centrodestra.

 

salvini putin conte

Giorgia Meloni, leader nazionalista, ha saputo schierare l’Italia dalla parte dell’Ucraina aggredita superando di slancio i vecchi distinguo che anche a destra, non solo a sinistra, segnalavano diffidenza verso gli Stati Uniti. Fino ad arrivare al filo-putinismo esplicito di Salvini, che da vicepremier di Conte si era recato in visita nella Crimea appena occupata dai russi.

 

[...] il gesto del giorno dopo indica il chiaro desiderio americano di non indebolire l’amico italiano, anche pensando al nostro ruolo in Africa del Nord, dove pare che i “wagneriani” siano intenzionati a rafforzare le posizioni.

 

[...] l’iniziativa di Biden segnala un paio di aspetti su cui a Roma si dovrà riflettere.

MATTEO SALVINI CON MAGLIETTA DI PUTIN AL PARLAMENTO EUROPEO

 

Primo, il tentato golpe della brigata di Prigozhin ha mostrato tutte le fragilità della Russia di Putin, sfibrata da un anno e mezzo di insuccessi militari. Allo stesso tempo, [...] ha confermato l’inconsistenza politica dell’Unione europea. [...] il peso dell’Unione negli equilibri internazionali resta modesto.

 

Secondo. Non a caso, vediamo il presidente americano che non tiene in considerazione l’Europa perché non la vede come entità politica — al pari di Kissinger ai suoi tempi — e quindi si affida alle capitali più rilevanti nel rapporto bilaterale: Londra, Berlino e Parigi.

Forse Roma, se non si tratta di un fuoco di paglia.

 

mario draghi olaf scholz emmanuel macron sul treno per kiev

Terzo. In passato, sia con Berlusconi sia con gli esecutivi di centrosinistra, la situazione non era molto diversa. Il Quartetto degli alleati privilegiati non si è quasi mai trasformato in un Quintetto. Era l’ambizione di Mario Draghi e va detto che da presidente del Consiglio era andato molto vicino all’obiettivo [...]. Come pure grazie all’insistenza con cui difendeva il vincolo euro-atlantico: per cui il famoso viaggio in treno verso la capitale ucraina con Macron e Scholz era subito sembrato l’immagine simbolo di un’Italia che s’inseriva, sì, nel declinante asse franco-tedesco, ma si faceva garante al tempo stesso della stretta alleanza con Washington.

evgeny prigozhin

 

Oggi Giorgia Meloni può vantare un’immagine positiva presso l’amministrazione di Washington. Tuttavia lei per prima dovrebbe continuare a scrutare le zone d’ombra dello spettro politico, il ventaglio delle ambiguità, una certa tentazione del doppio gioco in settori della maggioranza.

mario draghi olaf scholz emmanuel macron sul treno per kiev
soldati del gruppo wagner lasciano rostov sul don
emmanuel macron mario draghi olaf scholz a irpin
polizia all ingresso della piazza rossa a mosca
giorgia meloni joe biden g20 6
soldato della brigata wagner per le strade di rostov sul don
DRAGHI SCHOLZ MACRON 33
meloni von der leyen macron trudeau biden
giorgia meloni joe biden g20 3
giorgia meloni joe biden g20 4